Matteo
Salvini, noto rappresentante della Lega più ruspante e identitaria, afferma che la
presenza di un ministro nero favorisce i reati degli extracomunitari
in Italia.
Siccome
la sciocchezza è troppo grossa, chiosa, parlando alla solita pancia
del paese: “...non
va trascurato il fatto che sia stato commesso da un clandestino che
non avrebbe dovuto essere qua, avrebbe dovuto essere espulso”.
Se
uno vuole capire che cos'è il criptorazzismo, ma neanche tanto
cripto, deve rileggere questa frase. Salvini ha perfettamente ragione
a preoccuparsi che un criminale vada in giro col piccone ad ammazzare
gente innocente. E' terribile e non c'è nessuna giustificazione di chi si macchia di un simile reato ( se
non la pazzia ).Il nostro Matteo, però, dovrebbe preoccuparsi allo
stesso modo, se il criminale, nella sua madre patria, lontano dalle terre italiche, ammazzasse i
suoi conterranei.
Viene
da pensare che un omicidio di tale genere diventi , per l'esponente
leghista, un problema meno importante al di fuori dei confini
italiani: come se essere uccisi da un piccone in Italia fosse una
tragedia, mentre in Ghana un fenomeno del folklore locale solo perché le vittime
hanno un po' di melanina più del lecito. Fate due più due del suo ragionamento e intenderete come il razzismo facilmente riemerga qual brace sotto il sottile strato della difesa localistica.
Einstein, esule dalla Germania, alla richiesta di
indicare la propria cittadinanza negli Stati Uniti, , sul documento d'ingresso, avrebbe scritto, uso il condizionale perché il fatto non è sicuro, “umana”; che cosa pensate che dichiarerebbe il nostro Salvini?
Padano? Norditaliano? Lumbard? Di certo, non “umano” come la
sortita del giovin signore della Lega fa presupporre.
arz©
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