sabato 11 maggio 2013

Umano poco umano






Matteo Salvini, noto rappresentante della Lega più ruspante e identitaria, afferma che la presenza di un ministro nero favorisce i reati degli extracomunitari in Italia.
Siccome la sciocchezza è troppo grossa, chiosa, parlando alla solita pancia del paese: “...non va trascurato il fatto che sia stato commesso da un clandestino che non avrebbe dovuto essere qua, avrebbe dovuto essere espulso”.
Se uno vuole capire che cos'è il criptorazzismo, ma neanche tanto cripto, deve rileggere questa frase. Salvini ha perfettamente ragione a preoccuparsi che un criminale vada in giro col piccone ad ammazzare gente innocente. E' terribile e non c'è nessuna giustificazione di chi si macchia di un simile reato ( se non la pazzia ).Il nostro Matteo, però, dovrebbe preoccuparsi allo stesso modo, se il criminale, nella sua madre patria, lontano dalle terre italiche, ammazzasse i suoi conterranei.
Viene da pensare che un omicidio di tale genere diventi , per l'esponente leghista, un problema meno importante al di fuori dei confini italiani: come se essere uccisi da un piccone in Italia fosse una tragedia, mentre in Ghana un fenomeno del folklore locale solo perché le vittime hanno un po' di melanina più del lecito. Fate due più due del suo ragionamento e intenderete come il razzismo facilmente riemerga qual brace sotto il sottile strato della difesa localistica.
Einstein, esule dalla Germania, alla richiesta di indicare la propria cittadinanza negli Stati Uniti, , sul documento d'ingresso, avrebbe scritto, uso il condizionale perché il fatto non è sicuro, “umana”; che cosa pensate che dichiarerebbe il nostro Salvini? Padano? Norditaliano? Lumbard? Di certo, non “umano” come la sortita del giovin signore della Lega fa presupporre.

















 arz©

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