Come ho spesso scritto, quando le
parole del “nemico” conquistano lo spazio linguistico e mentale
dell'avversario, è facile distinguere tra vincitori e vinti, al di
là delle apparenze.
Quando il giovane Ministro Boschi
afferma che le Riforme sono bloccate dai Professori da trent'anni,
chi ha memoria, chi abbia voglia di fare una ricerchina facile facile
su Internet può rispolverare le polemiche su professori e
professorini del berlusconismo e del leghismo vecchio stampo.
In primis, mi scusi l'onorevole
ministro, è buona educazione indicare con nome e cognome i
professori che hanno o avrebbero ostacolato le sorti progressive delle riforme
renziane ( ahimè, prima che Renzi comparisse all'orizzonte, visto
che si parla di trent'anni fa...).
Dubito che il colpevole sia il
professore di Tecnologia della locale Scuola Media.
La genericità dell'accusa , insomma,
ricorda, in modo particolarmente irritante sulla bocca di una persona giovane, l'antica
polemica contro la classe degli intellettuali, vero guaio di un paese
dove , notoriamente, come scrive giustamente Malvino ( http://malvinodue.blogspot.it/2014/04/probabilmente-gli-autisti-i-fuochisti-i.html ), molti auspicano
che le riforme costituzionali siano scritte da fuochisti, autisti, macchinisti ( categorie , sia chiaro, di cui ho la
massima stima, quando esercitano il loro mestiere).
Visto che i macellai hanno già approvato
qualche Porcellum di troppo, un po' di saggezza dovrebbe spingere il
Ministro a maggior prudenza nell'esprimere giudizi così sprezzanti.
Dal generico giudizio del Ministro, viene il sospetto
che la “rottamazione” renziana riguardi solo la carrozzeria del
Paese. Nel suo cuore batte sempre il motore vigoroso della nostra
vecchia Cinquecento.
arz
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