La notizia è questa: https://www.corriere.it/tecnologia/18_luglio_27/pubblica-tweet-pro-europa-prof-bocconi-sommerso-insulti-anonimi-uguali-ceb87a78-9187-11e8-9a85-e773adbfcd34.shtml
Un professore, bocconiano, si sbilancia con un post a favore dell'Unione europea.
E viene investito prontamente dai commenti di persone contrarie che lo offendono e lo provocano. Come spesso faccio, cito dal saggio di C.M. Cipolla il mantra: il numero dei cretini è sempre sottostimato.
Alt. Non è questo il caso, però: le risposte sono state date in automatico da un computer.
Basta un solo cretino che fa partire i “bot” (risposte in automatico fornite da un computer) e il cretino si moltiplica per cento, per mille, per milioni con l'effetto moltiplicatore degli specchi contrapposti nei saloni dei barbieri dei tempi che furono.
Il cretino, insomma, è uno solo, ma i 999 “bot” sembrano 999 (e oltre) cretini reali in azione.
Cerchiamo di capirci e non si fraintenda: ci sono molti che sono perplessi sul funzionamento dell'Unione europea e sull'efficacia della sua politica. E tra questi ci sono anche quelli che sanno argomentare la loro perplessità con dati, statistiche, informazioni e considerazioni etico-politiche.
I "bot", però, non sono esseri viventi.
Poiché i “bot” utilizzano formule standard, stiate sicuri che la loro caratteristica evidente sarà la ripetitività dei concetti: sempre quelli e, lasciatemi dire, di una noia mortale.
Purtroppo, a complicare la situazione, esistono persone che rispondono esattamente come un “bot”.
Un tempo si invitava a diffidare dalle persone che basavano le loro argomentazioni su un solo libro, ora bisogna diffidare delle persone con 5, quando va di lusso con 10, argomentazioni, per altro non particolarmente originali.
Un consiglio: quando in un post ci sono queste parole e/o espressioni: “buonista”, “35 euro”, “Portati X a casa tua!” et similia, non rispondete: o state litigando con un "bot" (e discutere con un “bot” è come discutere con una caffettiera) o state discutendo con un individuo che vi trascinerà al suo livello (...insomma, passerete agli improperi), dopo che avrà esaurito le sue poche cartucce.
Vedete voi.
Qualcuno dirà: che male c'è?
Be', nell'epoca in cui la formazione dell'opinione pubblica non è più data dai giornali e dalle gazzette, dalla radio e dalla televisione, ma da Internet, ed in particolare da Facebook e da Twitter, il fenomeno è piuttosto inquietante: creare messaggi seriali e ripetuti crea un particolare effetto, in particolare in coloro che si abbeverano solo dalle fonti non sempre limpide reperibili in Rete.
Vi ricordate quando prendevamo per i fondelli babbi e nonni, quando questi ultimi affermavano che una notizia era vera, incontrovertibilmente vera, perché l'avevano sentita alla radio e in TV?
Ora capita lo stesso pur essendo cambiato il mass media.
Ovviamente, in queste occasioni, tutti citano Goebbels: "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
E Goebbels si intendeva di propaganda. Eccome.
Piccola sorpresa: sappiate che anche questa citazione è un falso ed è la dimostrazione che, pur essendo falsa la citazione, il concetto funziona perfettamente.
Goebbels non ha mai pronunciato la frase che gli viene attribuita, ma poiché l'avete trovato scritto mille volte, sareste stati pronti a mettere la mano sul fuoco che la citazione fosse corretta, vero? (https://attivissimo.blogspot.com/2018/06/fake-news-e-false-citazioni.html )
Anch'io, ovviamente, novello Muzio Scevola, fino a poco tempo fa, l'avrei fatto, ma sappiate che le cosiddette “fake quote” sono numerosissime (da Galileo Galilei a Voltaire e a Maria Antonietta); evidentemente il falso ha pagato profumatamente da tempi immemorabili in era pre-Google.
Ora sappiamo che dietro ai “bot” ci sono dei manipolatori di professione (tra l'altro ammirati dal neoeletto presidente della RAI...andiamo bene!), prezzolati da movimenti politici o da Stati che hanno interesse a influenzare gli indirizzi politici di altre nazioni.
Purtroppo, tra i nuovi governanti, c'è chi pensa che la Rete sia il futuro della Democrazia e che i Parlamenti siano luogo frequentato solo da parassiti e sfaccendati.
Il mito della Democrazia diretta, che, sia chiaro, è bellissimo in sé, presuppone, però, l'esistenza di buoni selvaggi in comunità piccine e su terra ferma.
Trasferirlo nelle realtà complesse e liquide è un'ingenuità; ci sono branchi di squali manipolatori dell'opinione pubblica che sarebbero in grado di ridurre in brandelli qualsiasi presa di posizione, anche la meglio argomentata e pacata.
E l'ingenuo professore bocconiano se n'è accorto. Tardi.
arz62
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