(Vi avviso: non volerò alto perché,
come le rondini, sento odore di tempesta).
Sbagliare è umano; è perseverare che
puzza di zolfo.
Gallera ha detto un'idiozia, ma non è
stato l'unico in questi tempi tristi.
Lasciando perdere il peccatore e
andando ad analizzare il peccato, da dove nasce la mia irritazione?
Lo so che la mia irritazione non è il
termometro del Mondo e quel che irrita me fa gongolare tanti altri, ma
vogliamo un po' ragionare sui motivi di certe derive?
Per il bene
nostro e, se volete, della nostra povera Italia.
Sono anni che si elogia chi è
incompetente. Più precisamente: si elogia chi vuole dire la sua senza averne
titolo.
Purtroppo, tale deriva non è
patrimonio solo della Lega i cui elettori ragionano (generalizzo, sia
chiaro) in questi termini: se qualcuno si distingue in una
determinata arte/professione senza avere titolo di studio, perché
escluderlo dal dibattito tecnico/scientifico come l'ultimo dei pirla?
(Qui in genere, parte il tormentone dei tecnici che danno dei coglioni agli ingegneri che non capiscono una cispa).
Non è cosa nuova: in ambito
universitario ai miei tempi c'erano (ci sono ancora?) i cultori della
materia: non avevano titolo per insegnare all'università, ma per
chiara fama venivano chiamati ad avere un ruolo nei vertici
dell'Istruzione.
Il M5S è, invece, roso dal tarlo dell'
“uno vale uno”. Che vale nel segreto nell'urna e al massimo sulle
bacheche di Facebook.
Nel campo delle professioni no: se ho
un problema al motore, vado dal meccanico. Se mi affido al cugino
“bravo”, non mi devo lamentare poi che la mia macchina ha fuso il
motore dopo 20 chilometri.
Figuriamoci nell'ambito della salute!
Posso anche affidarmi al ciarlatano che mi vende l'Elisir di lunga
vita, ma non potrò lamentarmi se poi schiatterò perché ho curato la
peritonite con la mentuccia.
Infine c'è l'idea, già della P2, di
Forza Italia: l'istruzione pubblica è un peso insostenibile e il
modello gentiliano non funziona come quello anglosassone.
Da noi, fino a poco tempo fa, prima delle riforme Moratti, Gelmini e , ahinoi, Berlinguer, la scuola
pubblica era quella che funzionava e la privata (tranne qualche isola
felice) era quella dei ciucci.
Perché non rinunciamo al valore legale
del titolo di studi e non promuoviamo una sana e darwiniana
competizione tra gli enti educativi?
Ovviamente alle scuole pubbliche la
gestione del disagio e delle rogne, con i costi conseguenti, a quelle private quello del finanziamento pubblico e dell'eccellenza con lo sbarramento in entrata del censo.
Da lì si attingerà per reperire i tecnocrati e gli esperti.
Ho semplificato assai, ma arriviamo al
punto.
Gallera non è un medico, è un
avvocato.
In questi mesi ha dovuto gestire da incompetente sine culpa il
confronto con i giornalisti e i medici.
Non era e non è facile. Ci vuole la pazienza di Giobbe.
Ieri
ha proferito un'idiozia sesquipedale.
Peccato per Gallera che sia al
vertice nel corso di un'emergenza regionale e nazionale e ci sono di
mezzo tanti, troppi, morti. Non si tratta di normale amministrazione.
La persona accorta si sarebbe fatta da
parte, avrebbe assunto un profilo più basso.
No.
Gallera è sempre stato in prima fila. Ci vuole stare.
Ed ecco un altro cancro della nostra
società: la “vetrinizzazione”.
Uomini e donne in vetrina a
pavoneggiarsi, frutto del narcisismo patologico che non vede al di là del
proprio naso, dedito 24/24 all'onfaloscopia.
Va detto che coloro che agiscono così ottengono un qualche risultato: hanno un pubblico
plaudente, probabilmente affetto dalla stessa patologia, ma lontano
dalle vetrine.
Insomma, sono idoli da imitare e, se si tratta di uomini politici, il loro potenziale elettorato cresce, al netto delle sciocchezze che si dicono giorno per giorno.
Il disastro culturale, sociale e
educativo (ed economico, miei cari!), però, è lì da vedere.
Una mezza idea idiota più un'altra
mezza idiozia non dà esito a un'idea brillante né il combinato
disposto di incompetenza e narcisismo ci porterà molto avanti. Credo. Amen. Una prece.