domenica 10 maggio 2020

Banalità


Sul tema della banalità ha scritto un bel libro, anche se non di facile lettura, Stefano Bartezzaghi.
Una cosa è la banalità del “Buonasera” di Papa Francesco il giorno della sua proclamazione che ti spiazza perché chi usa una formula abusata è un Papa, un'altra è la banalità degli odiatori da tastiera e dei giornalisti dei soliti giornalacci che non appena viene liberata Silvia Romano di default DEVONO scrivere: “Quanto ci è costata la sua liberazione?”
Come fossero al bar e dovessero pagare il conto a qualcun altro.
Poiché sono spocchioso, non voglio avere a che fare con chi è prevedibile e risponde a stimoli pavloviani.
Come sa chi mi conosce, mi impongo da anni la distanza sociale di un milione di Anni luce da persone di tal fatta.
Non si offendano: non li ritengo dei beceri retrogradi o degli ignoranti analfabeti o degni di altra qualifica offensiva non difficile da immaginare.
Do una motivazione che non è politica: mi annoiano profondamente e non riuscirei a parlare neppure due minuti con loro perché non sono ai miei occhi i rappresentanti della Banalità del Male (che qualche fascino perverso hanno), ma alle mie orecchie appaiono come i Paladini disarmati e disarmanti della Banalità.
Noiosi come acqua sgasata, insapori come carta di quaderno ciucciata dal bimbo in cerca di un po' di sugo.

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