Un'altra osservazione scioccherella:
nel mondo di Internet e di Facebook in particolare è facile
interloquire con persone che non la pensano come te.
Il che, in linea di principio, è cosa
buona e giusta.
Orbene, ordunque: non sempre è, però, utile
discutere quando non si è d'accordo su alcuni principi fondamentali.
Ricorrerò ad exempla, ma capirete lo
stesso.
Se vedo al telegiornale in un filmato
un uomo con la pistola fumante e davanti a lui un cadavere, penserò,
dai dati che percepisco, che sia avvenuto un omicidio.
Ovviamente se assisto alla stessa scena
all'interno di un telefilm poliziesco, sarò propenso a credere che
l'omicidio sia simulato, ma utile ai fini della storia narrata.
Un tempo si rideva del telespettatore
troppo sensibile che davanti a una rappresentazione inorridiva come
se la scena fosse reale e non fittizia.
Oggi, purtroppo, avviene esattamente il
contrario: davanti a una narrazione reale non scatta nessun
raccapriccio poiché qualche telespettatore la crederà fittizia.
La discussione con questi ultimi sarà
del tutto inutile.
Vediamo perché.
Contesteranno per prima cosa
l'autorevolezza della fonte: “Vuoi che quel telegiornale dica la
verità?” Nel momento stesso che porterai altri filmati di altri
telegiornali che riporteranno la stessa scena da inquatrature
diverse, la risposta pavloviana sarà: “Si sono messi tutti
d'accordo per ingannare il popolo bue. E' il grande complotto
dell'informazione!”
Passati un po' di giorni, quando
l'avvenimento sarà considerato reale dai più, l'incredulo, ormai
costretto ad utilizzare altre armi, partirà con la disamina di ogni
particolare del video.
E scoprirà l'innaturalezza della
posizione del cadavere e le anomalie nelle inquadrature. Discuterà
con la competenza del balistico sulla traiettoria del colpo e con quella dell'armaiolo sul
modello della pistola.
Quando si controbatterà (e sarà
difficile convincerlo del contrario perché la realtà è complessa e
non sempre c'è un filmato che ci permetta di definire con chiarezza
ciò che è accaduto nel passato), chi non vorrà convincersi troverà
mille questioni irrisolte che, anche con la perizia degli esperti,
non riuscirete mai a smontare.
Perché di esperti se ne trovano
millanta e tra i millanta ce n'è sempre qualcuno che ama far il bastian
contrario.
Ed il dialogo sarà impossibile e del
tutto inutile. Anzi sarà anche dannoso: perché uno degli obiettivi di molti interlocutori di tal fatta è proprio farvi dubitare non solo di ciò che hanno visto gli altri,
ma anche di quello che avete percepito voi stessi, "personalmente di persona" (gas lighting).
Non ci sarà mai un punto fisso su cui
concentrarsi nel discorso ed il frullatore* delle ipotesi alternative
renderà la realtà una poltiglia assolutamente indistinguibile dal
caos primigenio.
L'unica soluzione sarà utilizzare le
sue armi: negare l'esistenza di chi pervicacemente non si vuole
arrendere alla concretezza del reale per cedere alla scivolosità
della fantasia (che si trasforma, ahimé, spesso, in una qualche forma
di psicosi collettiva).
“Non esisti. Perché vuoi parlare con
me, ectoplasma? Dimostrami la tua esistenza! ”
*Copyright: Corrado Augias.