Già lo sento il digrignar di denti. “Siamo andati da un
giorno al governo e già ci fate le pulci!”
Vi capisco: dopo anni all’opposizione, anzi in una nicchia
dell’opposizione, trovarvi per la prima volta sul piedistallo e non vedere
tutti pronti all’applauso può dar fastidio.
Purtroppo, la democrazia funziona così: vuole che le opposizioni facciano il
loro mestiere, quello di inguaribili rompicoglioni.
Decidete di chiamare un ministero chiave come quello dell’Istruzione
accompagnandolo con un’altra specificazione “del Merito”?
È inutile che vi
sbracciate a dire che persino nella Costituzione (quella antifascista, eh!) si
parla di Merito. Avete ragione, ma se poi nel governo eleggete il cognato
prediletto della vostra Capa a capo di un ministero importante, dovete aspettarvi la
pernacchietta di chi dirà: “Merito un par di palle! Parlate di merito, ma questo
si chiama nepotismo!”
Vi difenderete dicendo che la nomina di Lollobrigida non c’entra
un bel nulla con il nome del nuovo ministero e che la critica è campata in aria; può
anche essere vero, ma se c’è una cosa che fa saltare la mosca al naso all’opposizione
è l’incoerenza.
Parlate di famiglia tradizionale e il vostro leader (legittimamente sia chiaro) alla cerimonia di investitura si presenta con il
compagno e la bimba nata al di fuori del matrimonio?
Aspettatevi, quando
cercherete di mettere i bastoni tra le ruote alle famiglie non tradizionali, che
vi sbertuccino apertis verbis.
Il vostro leader si presenta in vestito maschile alla
cerimonia del passaggio di consegne?
Vi sarà più difficile far passare la bufala palese degli
amici della “Pro Life” che nelle scuole pubbliche si insegni ai bambini a
mettere il rossetto e le mutandine di pizzo per confonderne l'identità di genere.
Spero di essere stato chiaro: molte accuse saranno anche pretestuose,
ma nasceranno da ogni vostra parola e da ogni vostro atto.
Compito vostro sarà quello di non prestare il fianco alle critiche
e, se partiranno dall'arco, di rintuzzarne il veleno.
Ecco, però, evitate il riflesso pavloviano che vedo spesso
scattare in voi come meccanismo di difesa: criticare i vostri rappresentanti
nelle istituzioni, ora che comandate, non significa criticare le istituzioni
stesse.
Non si paventi alcun attentato, dunque, all’Italianità e alla sacralità delle istituzioni.
Il vostro compito, altissimo, sarà quello di non infangarne
il nome, perché l’opposizione potrà anche permettersi di essere sguaiata e caciarona
(e voi ne sapete qualcosa), ma chi ha ora nelle mani il potere no.
Sennò saran pernacchie. O peggio.