domenica 23 ottobre 2022

Lettera aperta alla Destra al potere.

 Già lo sento il digrignar di denti. “Siamo andati da un giorno al governo e già ci fate le pulci!”

Vi capisco: dopo anni all’opposizione, anzi in una nicchia dell’opposizione, trovarvi per la prima volta sul piedistallo e non vedere tutti pronti all’applauso può dar fastidio.

Purtroppo, la democrazia funziona così: vuole che le opposizioni facciano il loro mestiere, quello di inguaribili rompicoglioni.

Decidete di chiamare un ministero chiave come quello dell’Istruzione accompagnandolo con un’altra specificazione “del Merito”? 

È inutile che vi sbracciate a dire che persino nella Costituzione (quella antifascista, eh!) si parla di Merito. Avete ragione, ma se poi nel governo eleggete il cognato prediletto della vostra Capa a capo di un ministero importante, dovete aspettarvi la pernacchietta di chi dirà: “Merito un par di palle! Parlate di merito, ma questo si chiama nepotismo!”

Vi difenderete dicendo che la nomina di Lollobrigida non c’entra un bel nulla con il nome del nuovo ministero e che la critica è campata in aria; può anche essere vero, ma se c’è una cosa che fa saltare la mosca al naso all’opposizione è l’incoerenza.

Parlate di famiglia tradizionale e il vostro leader  (legittimamente sia chiaro) alla cerimonia di investitura si presenta con il compagno e la bimba nata al di fuori del matrimonio?

 Aspettatevi, quando cercherete di mettere i bastoni tra le ruote alle famiglie non tradizionali, che vi sbertuccino apertis verbis.  

Il vostro leader si presenta in vestito maschile alla cerimonia del passaggio di consegne?

Vi sarà più difficile far passare la bufala palese degli amici della “Pro Life” che nelle scuole pubbliche si insegni ai bambini a mettere il rossetto e le mutandine di pizzo per confonderne l'identità di genere.

Spero di essere stato chiaro: molte accuse saranno anche pretestuose, ma nasceranno da ogni vostra parola e da ogni vostro atto.

Compito vostro sarà quello di non prestare il fianco alle critiche e, se partiranno dall'arco, di rintuzzarne il veleno.

Ecco, però, evitate il riflesso pavloviano che vedo spesso scattare in voi come meccanismo di difesa: criticare i vostri rappresentanti nelle istituzioni, ora che comandate, non significa criticare le istituzioni stesse. 

Non si paventi alcun attentato, dunque, all’Italianità e alla sacralità delle istituzioni.

Il vostro compito, altissimo, sarà quello di non infangarne il nome, perché l’opposizione potrà anche permettersi di essere sguaiata e caciarona (e voi ne sapete qualcosa), ma chi ha ora nelle mani il potere no.

Sennò saran pernacchie. O peggio.

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