giovedì 5 aprile 2012

Arzigogolo trotesco: "So di non aver preso i soldi".


Renzo Bossi, travolto dalle accuse di essersi appropriato di alcuni fondi della Lega, se ne esce con questa espressione: "So di non aver preso i soldi". Strano modo di giustificarsi: se qualcuno chiede al bimbo se ha affondato o meno il cucchiaio nel vasetto della marmellata, questi risponde o dovrebbe rispondere: "No, non ho affondato il cucchiaio..." non "So di non aver affondato il cucchiaio".
Non ho competenze di psicolinguistica per cui quel che scrivo forse risulterà solo un mio arzigogolo e non quello del "Trota",  ma, come ho già scritto in altre occasioni, i miei "graffi" nascono da un fastidio, probabilmente solo mio, che tento, come posso, di spiegare a me stesso ( e scusate l'insistenza dei pronomi e degli aggettivi p...ossessivi).
Il "So" introduce un testimone esterno che giudica un avvenimento, è il "Sao ko kelle terre..." del Placito Capuano, è il contadino che davanti al notaio rilascia nella sua lingua una testimonianza su un fatto che non lo riguarda. E' testimone "esterno", giudicante.
Sembra, nella neolingua in salsa verde,  esserci una scissione tra chi giudica ( Renzo Bossi testimone) e chi agisce o, nel caso specifico, non agisce.
E' evidente che giudice e reo sono la stessa persona. Il primo passo verso l'autoassoluzione (...o verso lo sdoppiamento della personalità?) è stato fatto ;-)
arz©

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