sabato 21 aprile 2012

Le gare di Burlesque. Segue spettacolo di acrobazia logica e linguistica.



L'ineffabile Cavaliere utilizza il linguaggio che conosce e solo quello ossia il fossile di un linguaggio degli anni '50 che gli garantisce l'incolumità anche di fronte alla femminista più sanguinaria dalle unghie affilate a fronte di espressioni come “Le donne sono tutte esibizioniste”...
Gli anni Sessanta e Settanta, gli anni del femminismo, gli anni dei diritti ( ...e non solo quelli di piombo come molti pensano) li ha saltati a piè pari: culturalmente formato negli anni Cinquanta è balzato agli anni Ottanta e Novanta, alla Milano da Bere.
Dire che “mantiene delle ragazze” si situa nell'area di un'ambiguità di un simile linguaggio: “mantenere” significa “tenere con la mano” e l'espressione si adatta a situazioni molto diverse. Si mantiene l'amante ( la “mantenuta” degli Anni Cinquanta), ma si “mantiene un figlio o una figlia”.
L'equilibrista ( questa volta poco abile, in verità. Osservate bene le immagini dell'intervista: non guarda mai “in macchina”, sembra che non riesca a sostenere nemmeno lui il peso di una “verità” che, forse, anche a suoi occhi, appare poco credibile) insinua in chi l'ascolta il dubbio che il suo comportamento sia attribuibile a una forma di affetto paterno nei confronti delle povere fanciulle: sono ormai rovinate, non troveranno più un fidanzato ( non un “ragazzo”, un “boy friend”...no...no...proprio un fidanzato).
Insomma, il Cavaliere si comporta come un novello Bartolomeo Colleoni che, anche se noto sciupafemmine,  in eredità alla MIA ( Misericordia Maggiore), fece un lascito per fornire di una dote le fanciulle povere che, altrimenti, non avrebbero potuto maritarsi.
Il ragionamento è debole: se il “paterno” Cavaliere sente la necessità di risarcire l'onore infangato delle fanciulle perché poi ammettere che le stesse si strusciavano su i pali della lap-dance e si vestivano in un gioco che , come si dice? ( N.B. La perdita della memoria è temporanea ed ha un significato abbastanza chiaro: il Cavaliere non sa esattamente che cosa sia il “burlesque”. Per lui, uomo che mai e poi mai ha frequentato simili spettacoli, è una “cosa” nuova di cui era spettatore interessatissimo, come ogni "pappagallo" italiano del pre-Sessantotto, non certo organizzatore), si configurava come una “gara di Burlesque”? 
Quale padre, se non snaturato, propone alle proprie figliole, come spettacolino del dopocena , di dimenarsi con abiti succinti per risultare più sexy delle altre? 
De hoc satis.
                                                                                                                                       arz© 

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