domenica 7 agosto 2016

Rondolino e gli insegnanti, il paradigma di come il linguaggio della Destra abbia vinto alla grande.

...che la lingua ( e dunque il pensiero) del Berlusconismo e del Leghismo abbia contagiato non solo il linguaggio dei social, ma di gran parte dell' (ex?) elettorato di Sinistra, è un dato di fatto , ed è il segnale innegabile della loro vittoria postuma ( in senso politico, of course), nonostante l'appannamento dei loro leader ( diciamocela tutta, solo per questioni di età: fossero ancora in forma Berlusconi e Bossi farebbero ancora sfracelli).
Leggo commenti ad alcuni post di alcuni esponenti del PD e non è, a mio avviso, più distinguibile il linguaggio di quelli che presumo siano simpatizzanti del PD da quello dei più beceri leghisti. Qualcuno rivendica il diritto di stare a casa a Ferragosto con i propri cari? E giù improperi del genere: “Non hai letto il tuo contratto? Bene, se era previsto che tu lavorassi nei festivi, di che ti lamenti? Te l'ha ordinato il dottore di fare il commesso della Carrefour?”.
Gli insegnanti meridionali si lamentano per essere trasferiti in massa dal Sud al Nord? Sull'onda del commento di Rondolino “Imparate prima l'italiano e poi ne discutiamo” una lunga serie di offese all'indirizzo di una categoria privilegiata ( ...a 1300 euro al mese, accipicchia!)
Be', un po' di anni fa non avrei avuto dubbi sulla posizione politica dei commentatori: o erano di Forza Italia e si esprimevano così nel nome del sacro Golem del Liberismo assurto ad  idolo a cui religiosamente inchinarsi a 90°o della Lega, bercianti il mantra del “checazzovuoifannullonemeridionaleringraziailcielocheciaiil lavoro” ( da leggersi tutto unito e velocemente).
Orbene, ordunque, Dio è morto, d'accordo, ma che cosa è morto ora?
E' morto e stecchito il rispetto del lavoro altrui.
Partite IVA contro insegnanti, commessi della Carrefour contro impiegati, giovani contro vecchi, dipendenti contro liberi professionisti, l'un contro l'altro armati e con una rabbia incredibile in corpo da frustrazione repressa per lungo tempo.
Nessuno che si metta nei panni dell'altro, nessuno che provi un po' di comprensione per la sofferenza altrui (anche se ritenuta immotivata, sia chiaro).
La parola “solidarietà” non è più nel vocabolario di nessuno e l'empatia è bandita come una forma estrema di debolezza.
Tutti sono pronti a strologare sul contenuto del piatto degli altri ( e nel caso di Rondolino il suo è piuttosto ricco) e nessuno che si domandi ormai a quale tipo di umanità appartenga il mal seme d'Adamo chi si scaglia con violenza verbale (e senza un pizzico di ironia) su categorie sociali già di per sé sfigatissime.
Neppure il rimbotto genitoriale che ci tratteneva un tempo quando ci pungeva vaghezza di menare il più piccolo del gruppo ormai ha forza: le mamme e i babbi, come la cronaca ci insegna, ora , nei campetti di calcio delle nostre periferie, incitano  i loro pargoli a menare il più debole e a ingraziarsi il più forte.
Il Don Abbondio che è in noi non è mai morto, non trovate? ;-)

arz62

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