...che la lingua ( e dunque il
pensiero) del Berlusconismo e del Leghismo abbia contagiato non solo
il linguaggio dei social, ma di gran parte dell' (ex?) elettorato di
Sinistra, è un dato di fatto , ed è il segnale innegabile della
loro vittoria postuma ( in senso politico, of course), nonostante l'appannamento dei loro leader (
diciamocela tutta, solo per questioni di età: fossero ancora in
forma Berlusconi e Bossi farebbero ancora sfracelli).
Leggo commenti ad alcuni post di alcuni
esponenti del PD e non è, a mio avviso, più distinguibile il
linguaggio di quelli che presumo siano simpatizzanti del PD da quello
dei più beceri leghisti. Qualcuno rivendica il diritto di stare a
casa a Ferragosto con i propri cari? E giù improperi del genere:
“Non hai letto il tuo contratto? Bene, se era previsto che tu
lavorassi nei festivi, di che ti lamenti? Te l'ha ordinato il dottore
di fare il commesso della Carrefour?”.
Gli insegnanti meridionali si lamentano
per essere trasferiti in massa dal Sud al Nord? Sull'onda del
commento di Rondolino “Imparate prima l'italiano e poi ne
discutiamo” una lunga serie di offese all'indirizzo di una
categoria privilegiata ( ...a 1300 euro al mese, accipicchia!)
Be', un po' di anni fa non avrei avuto
dubbi sulla posizione politica dei commentatori: o erano di Forza
Italia e si esprimevano così nel nome del sacro Golem del Liberismo assurto ad idolo a cui religiosamente inchinarsi a 90°o della Lega, bercianti
il mantra del
“checazzovuoifannullonemeridionaleringraziailcielocheciaiil lavoro”
( da leggersi tutto unito e velocemente).
Orbene, ordunque, Dio è morto,
d'accordo, ma che cosa è morto ora?
E' morto e stecchito il rispetto del
lavoro altrui.
Partite IVA contro insegnanti, commessi
della Carrefour contro impiegati, giovani contro vecchi, dipendenti
contro liberi professionisti, l'un contro l'altro armati e con una
rabbia incredibile in corpo da frustrazione repressa per lungo tempo.
Nessuno che si metta nei panni
dell'altro, nessuno che provi un po' di comprensione per la
sofferenza altrui (anche se ritenuta immotivata, sia chiaro).
La parola “solidarietà” non è più
nel vocabolario di nessuno e l'empatia è bandita come una forma estrema di
debolezza.
Tutti sono pronti a strologare sul
contenuto del piatto degli altri ( e nel caso di Rondolino il suo è piuttosto ricco) e nessuno che si domandi ormai a quale
tipo di umanità appartenga il mal seme d'Adamo chi si scaglia con
violenza verbale (e senza un pizzico di ironia) su categorie sociali
già di per sé sfigatissime.
Neppure il rimbotto genitoriale che ci
tratteneva un tempo quando ci pungeva vaghezza di menare il più
piccolo del gruppo ormai ha forza: le mamme e i babbi, come la
cronaca ci insegna, ora , nei campetti di calcio delle nostre periferie, incitano i loro pargoli a menare il più
debole e a ingraziarsi il più forte.
Il Don Abbondio che è in noi non è
mai morto, non trovate? ;-)
arz62
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