I Virus sono più intelligenti di Zaia.
Infatti, quando vedono una potenziale vittima, le saltano addosso
senza considerare se sia bianca, gialla, nera o a pois, mentre Zaia
se la prende solo con i gialli. Zaia pensa di eliminare i Cinesi (e prima di loro i Meridionali, gli Albanesi, i Rom, i Rumeni and so on),
facendo fuori l'Umanità (con la u maiuscola), mentre i virus, che
vogliono conquistare il Mondo, vogliono far fuori l'umanità (con la
u minuscola) e colpiscono tutti senza guardare in faccia a nessuno.
Zaia fa bene, comunque, a parlare di
igiene. Sta di fatto che , pur essendo igienicamente ineccepibili,
rischiamo tutti lo stesso, tant'è che in Italia il 10% dei
contagiati dal Coronavirus sono medici e infermieri, persone aduse ad utilizzare i
guanti e a disinfettarsi ben bene.
Tirar fuori le abitudini alimentari
bislacche equivale a mettersi allo stesso livello dei bimbi delle
scuole elementari la cui offesa più frequente ai loro compagnucci Cinesi è quella di
mangiare i cani, anche quando i loro coetanei ormai da anni
pasteggiano a pizza e spaghetti.
Il passaggio al Cinese che puzza, e non di mandarino, è vicino.
Insomma, per farla corta, giocare su
queste questioncelle è infantile, ma fa il gioco di una politica scaltrissima che
conta su un elettorato che non vede l'ora di avere conferma dei
propri stereotipi: perché i virus degli altri, a loro avviso, sono
sempre più virulenti dei loro come l'erba del vicino è sempre più
verde.
Cominciano a pensarlo anche altri Paesi
civili come i Francesi e gli Statunitensi, quando ora vedono un
italiano:” Guardatevi da quell'italico! E' un portatore di virus!
E, ovvove!, puzza d'aglio da qui a un chilometro!”, quando ormai,
da anni, nella nostra cucina, l'aglio viene usato in modo parsimonioso
per evitare spiacevoli inconvenienti sociali a pulzelle e pulzelli.