mercoledì 10 giugno 2020

Trump e il gaslighting.


Trump instilla il dubbio che il settantacinquenne spinto dalla polizia di Buffalo sia un mistificatore.
Insomma, il sangue dalla testa è per lui pomodoro, l'anziano signore è un terrorista (se uno più uno fa due nella sua ottica “antifa” e “terrorista” sono sinonimi) e le immagini trasmesse sono il prodotto manipolato e con effetti speciali di un set di Hollywood.
Purtroppo, quella che è nei fatti una distorsione psicotica della realtà non sta colpendo il Presidente, che sa benissimo quello che sta facendo, ma il suo elettorato.
Trump sta utilizzando una tecnica psicologica: si chima “gaslighting”.
Prelevo la definizione in inglese da Wikipedia (sono pigro):
Gaslighting is a form of psychological manipulation in which a person or a group covertly sows seeds of doubt in a targeted individual, making them question their own memory, perception, or judgment, often evoking in them cognitive dissonance and other changes including lowself-esteem. Using denial, misdirection, contradiction, and misinformation, gaslighting involves attempts to destabilize the victim and delegitimize the victim's beliefs. Instances can range from the denial by an abuser that previous abusive incidents occurred, to the staging of bizarre events by the abuser with the intention of disorienting the victim”.
In parole povere, Trump  crea un elettorato con bassa autostima, disorientandolo e mettendolo nelle condizioni di non credere ai propri occhi.
Per chi lo vuol capire, il complottismo, il dubbio sistematico e immotivato nei confronti delle “auctoritas”, lo smantellamento di ogni sicurezza che è lo scopo delle “Fake News” ha un unico obiettivo: minare le certezze personali e creare belanti greggi pronte a seguire qualsiasi pastore. 
Non quello buono che le riporterà all'ovile, ma quello che le condurrà verso il baratro.

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