Il nostro Parlamento è proprio un “Circo Barnum”, ma,
purtroppo, popolato non da Indiani e da Buffalo Bill, ma da pagliacci che non
sanno proprio più far ridere.
Pur di ostacolare lo “Ius Scholae”, qualcuno dei soliti noti
ha proposto degli emendamenti, diciamo, “creativi”: chi intendesse aspirare all’ottenimento
della cittadinanza dovrà conoscere le sagre paesane da Canicattini Bagni a
Bressanone, i Santi comandati, la figura di Baldassarre nel Presepe e le tradizioni del popolo italico dall’antica
Roma ad oggi.
Il bello è che coloro che hanno proposto queste novelle
forche caudine non sarebbero probabilmente, ed è un pietoso eufemismo, in grado
di affrontare un esame che pretendono che sia superato dai cittadini stranieri
(e minorenni).
Lungi da me affermare che tutti gli xenofobi siano
analfabeti, ma, per lunga esperienza sui Social, una fetta consistente di coloro
che, gonfiando il petto, si dicono Italiani non conoscono la loro lingua madre.
Sfidateli a scrivere dieci righe tutte di filato su
qualsiasi argomento e vedrete che, anche con l’indulgenza sacrosanta degli
errori di battitura e del T9, ci ficcheranno, se va bene, una media di tre
errori.
La loro soluzione per evitare l’inghippo è semplice:
scrivono poco, come gli alunni delle scuole medie sanno fare secondo il noto
sillogismo implicito ossia poiché errare è facile, meno si scriverà diminuiranno le probabilità
che si incorra in qualche strafalcione. E poi useranno lo stampatello per
allargare gli spazi e per dimostrare, urlando secondo la Netiquette, quello che è richiesto al giorno d’oggi a
chiunque si impegni nel pubblico dibattito: l’assertività.
Ecco il fior fiore di costoro, assurto allo scranno
parlamentare e potenzialmente meno incline agli errori formali, ora mi cade in
questo strafalcione concettuale.
Mettiamo che un insegnante proponesse ai propri allievi una
prova impossibile da superare: che ne so?, proporre alle scuole medie di
spiegare la perifrastica passiva in Latino (ma
basta il complemento predicativo del soggetto in Analisi Logica) o un’equazione di terzo grado in Matematica.
Son convinto che i genitori e gli stessi Parlamentari di
questa genia insorgerebbero: o professor malvagio, se la classe non ottiene la
sufficienza la colpa è solo tua!
Orbene, ordunque, qui si propone la stessa cosa: pretendere
che un senegalese (minorenne) sia esperto della “Sagra te lu purpu” a Melendugno (su, di
corsa su Google Maps!), della “vindicatio in libertatem” (su, compulsate freneticamente
se non volete perdere la Cittadinanza!) o di questioncelle relative al Fuoco di
Sant’Antonio e alla presenza del porcellino nella sua iconografia (su, andate a
vedere, è interessantissimo!) è, de facto, non solo una crudeltà, ma, innanzi
tutto, ci vado piatto, un segno di un’idiozia senza scampo.
Questi fenomeni sono rappresentanti del popolo nel nostro
Parlamento e se la sguazzeranno fino a settembre quando avranno maturato il
diritto alla pensione.
Insomma, forse gli idioti non sono loro, visto che dal loro comportamento otterranno un vantaggio per sé stessi , ma i sudditi del Regno di Id che li ha eletti, osannati e che pensano, erroneamente, che gli eletti facciano i loro interessi.
Be’, forse sì: quelli passivi non deducibili.
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