Abbiamo perso contro la Spagna. E non
per “sfiga”: gli Spagnoli hanno giocato meglio e hanno dimostrato
sul campo di avere più energia e forze degli Italiani.
Ecco stamattina i titoli di Libero e
del Giornale che attribuiscono la sconfitta alla presenza di Monti
nello stadio di Kiev (accompagnando l'idiozia con il sorrisetto
canagliesco di chi dice una bestialità nei confronti di qualcuno, ma
, nel contempo, ammicca per poi avere modo di dire , alla
motivatissima reazione di chi si sente offeso, che ciò che ha detto non
è vero, che è solo uno scherzo grossolano e che la gente, oggi, non sa
più stare allo scherzo).
Chi è senza peccato scagli la prima
pietra: la “sfiga” non tanto tempo fa era attribuita anche a
Berlusconi.
Qual è la differenza, dunque? Be', la
differenza è che titoli del genere non li avresti trovati ( se c'è
qualcuno che mi può smentire lo faccia ora o taccia per sempre;-))
nei giornali “schierati” contro il Silvietto nazionale. Te li
saresti aspettati, semmai, sul “Vernacoliere”, su un giornale di
statira.
D'accordo, il “pensiero magico” è
dentro di noi; insomma, anche il cultore più rigido delle teorie
illuministe ogni tanto dà una sbirciata all'oroscopo e tocca ferro
per cacciare lontano da sé il Male; lo fa, sia chiaro, vergognandosi
e nascondendosi.
Quello che caratterizza questa Destra (
senza distinzione, PDL e Lega pari sono) è, come ho già scritto,
l'”infantilismo” dei comportamenti pubblici dei suoi rappresentanti.
Quello che un tempo sarebbe stato
relegato nella sfera privatissima dei comportamenti inadatti è di
pubblico dominio; insomma, il micro-rutto, sottile fonte di
soddifazione e di liberazione gastrica post ingestione di una bibita
fortemente gasata , nel chiuso della nostra privatissima cucina, è
diventato il macro-rutto dell'invitato alla cena di gala.
E come il bambino che , a fronte di
un suo atteggiamento riprovevole non confesserà mai, perché pervaso da
un narcisismo che non ammette né colpa né vergogna, il convitato
maleducato si rivolgerà ai commensali per nulla imbarazzato e con il sorriso sulla
bocca, dicendo: “Che sarà mai?”
arz©
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