giovedì 11 febbraio 2016

La scuola non è un posto per gli insegnanti.

Mi piange il cuore a scriverlo, ma oggi la scuola italiana non è un posto per insegnanti.
Oggi insegnare è un'operazione difficilissima e i docenti sono ormai elefanti che danzano nelle cristallerie, turisti con lo zaino stracolmo e zeppo e trolley che passeggiano nelle vetrerie di Murano.
Sensibilità di vario genere e specie si infrangono con una certa facilità come fragilissime ali di farfalla.
Non parlo di coloro che si inerpicano sempre con difficoltà ( anche se sarebbe loro compito) nella messa in discussione dei tabu ancestrali: sesso, religione e morte. No. No.
A tali tematiche si può accostare solo qualche docente del Classico, mi raccomando, e ben bardato: e che sia in grado di azzittire l'avvocato di grido, col figlio ciuccio, che lo contesta, con trecento citazioni da Sant'Agostino a Heidegger, precedendo ogni suo colloquio con il tradizionale “ Certo anche lei avrà letto l'immortale libro di Pinco Pallino Platonico. A pag.57, come lei ben si ricorda...Su...su...ripeta con me....diceva....Come non si ricorda? Su, avvocato...non mi deluda!”.
Non sto riferendomi neppure degli insegnanti che dicono tutto quello che passa loro per la testa, censurabili, d'accordo, ma sempre portatori di una qualche esperienza di vita: la loro.
Parlo di quelli che affrontano, magari sempre un po' titubanti, perché la verità è non solo malleabile, ma anche imperscrutabile, il quotidiano, la storia, l'Arte, le scienze et similia. 
Diventa oggi pericolosissimo parlare persino di Geografia, la materia che sembrava indiscutibile per la sua saldezza: non solo l'Italia è un'espressione geografica ( va be', questa è Storia!), ma anche le zolle si muovono e i confini, porca l'oca!, cambiano con una certa frequenza. Per non parlare delle migrazioni di cui in qualche landa della Lombardia è meglio non parlare.
Le famiglie sono attentissime, o meglio, sono in agguato.
L'insegnante ideale è quello che propone solo  gli esercizi di grammatica, di matematica e li corregge (col correttore fornito dal libro di testo). Stop.
Si può capire nelle scuole primarie, dove le certezze permettono al bimbo di muoversi in un mondo sicuro, dove il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, il bianco e il nero si possono tagliare con l'accetta.
Insomma, seminare dubbi, fragilità dove già le sabbie sono mobili non è consigliabile.
Purtroppo, il modello delle Primarie si sta mangiando il resto...Mai instillare un dubbio, mai domandarsi perché si insegna qualcosa e per quale scopo. Più si va avanti, le opinioni si mischiano ai fatti e i fatti, come un felice neologismo odierno, spesso sono fattoidi, all'insaputa dei più.
Guardate il giorno della Ricordo. Guardate le immagini che circolano su Internet e che risultano agli occhi dei più dei fatti-fatti e leggete questo articolo:
Ecco, oggi un professore di Storia, datemi retta, può tirarsi un colpo... o affondare lentamente nelle sabbie mobili del dubbio.

arz

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