Mi piange il cuore a scriverlo, ma oggi
la scuola italiana non è un posto per insegnanti.
Oggi insegnare è un'operazione
difficilissima e i docenti sono ormai elefanti che danzano nelle
cristallerie, turisti con lo zaino stracolmo e zeppo e trolley che passeggiano nelle vetrerie di Murano.
Sensibilità di vario genere e specie
si infrangono con una certa facilità come fragilissime ali di
farfalla.
Non parlo di coloro che si inerpicano
sempre con difficoltà ( anche se sarebbe loro compito) nella messa
in discussione dei tabu ancestrali: sesso, religione e morte. No. No.
A tali tematiche si può accostare solo
qualche docente del Classico, mi raccomando, e ben bardato: e che sia
in grado di azzittire l'avvocato di grido, col figlio ciuccio, che lo
contesta, con trecento citazioni da Sant'Agostino a Heidegger,
precedendo ogni suo colloquio con il tradizionale “ Certo anche lei
avrà letto l'immortale libro di Pinco Pallino Platonico. A pag.57,
come lei ben si ricorda...Su...su...ripeta con me....diceva....Come
non si ricorda? Su, avvocato...non mi deluda!”.
Non sto riferendomi neppure degli
insegnanti che dicono tutto quello che passa loro per la testa,
censurabili, d'accordo, ma sempre portatori di una qualche esperienza
di vita: la loro.
Parlo di quelli che affrontano, magari
sempre un po' titubanti, perché la verità è non solo malleabile,
ma anche imperscrutabile, il quotidiano, la storia, l'Arte, le scienze
et similia.
Diventa oggi pericolosissimo parlare persino di
Geografia, la materia che sembrava indiscutibile per la sua saldezza:
non solo l'Italia è un'espressione geografica ( va be', questa è
Storia!), ma anche le zolle si muovono e i confini, porca l'oca!,
cambiano con una certa frequenza. Per non parlare delle migrazioni di
cui in qualche landa della Lombardia è meglio non parlare.
Le famiglie sono attentissime, o
meglio, sono in agguato.
L'insegnante ideale è quello che
propone solo gli esercizi di grammatica, di matematica e li corregge (col
correttore fornito dal libro di testo). Stop.
Si può capire nelle scuole primarie,
dove le certezze permettono al bimbo di muoversi in un mondo sicuro,
dove il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, il bianco e il nero
si possono tagliare con l'accetta.
Insomma, seminare dubbi, fragilità
dove già le sabbie sono mobili non è consigliabile.
Purtroppo, il modello delle Primarie si
sta mangiando il resto...Mai instillare un dubbio, mai domandarsi
perché si insegna qualcosa e per quale scopo. Più si va avanti, le
opinioni si mischiano ai fatti e i fatti, come un felice neologismo
odierno, spesso sono fattoidi, all'insaputa dei più.
Guardate il giorno della Ricordo.
Guardate le immagini che circolano su Internet e che risultano agli
occhi dei più dei fatti-fatti e leggete questo articolo:
Ecco, oggi un professore di Storia,
datemi retta, può tirarsi un colpo... o affondare lentamente nelle sabbie
mobili del dubbio.
arz
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