Le immagini parlano da sé,
protagonisti un artista di strada molto dignitoso ( sembra che sia un
ex medico russo) , Boris Egorov che fa bolle di sapone per deliziare
i bambini, lasciando qualche sostanza scivolosa sull'asfalto, e un
negoziante che lo innaffia rischiando di innaffiare se stesso ( infatti, il giorno dopo, dopo essersi conto del danno di immagine che
questo comportava alla sua attività economica e alla sua città ha
pensato bene di andare dal sindaco e chiedere perdono a tutti).
Perché mi indigno? Qualcuno penserà che sia la penosa e umiliante
scena ben documentata dal filmato. No. Di intolleranti è pieno il
mondo e sono distribuiti equamente sull'orbe terracqueo.
Perché
dovrei indignarmi in modo più specifico per un episodio tutto
sommato marginale di intolleranza? Nel caso in questione, il
negoziante ha solo innaffiato d'acqua Boris, in altre situazioni di
intolleranza la vittima in genere si fa davvero male: fori di
proiettili, asole da coltellata, per intenderci.
Il negoziante intollerante non è
infrequente incontrarlo nelle strade delle nostre città, anzi in
alcune città costituisce la maggioranza che un tempo era silenziosa
e ora assai chiassosa. La tolleranza, in alcune zone del nostro
paese, va predicata in circoli ristretti, perché farlo coram populo
si fa la figura delle femminucce, o , come si suol dire tra i machi
fascisti di ogni risma di verde o di nero vestiti, per “ buonisti”.
La mia indignazione va al subitaneo
pentimento. Come? Il giorno prima avresti “saponificato” il
povero Boris e avresti pestato a sangue chi con la telecamera stava
testimoniando ciò che era successo e ora con la coda tra le gambe
chiedi scusa inginocchiandoti sui ceci?
In realtà, e lo sanno benissimo gli
educatori che si occupano di bimbi e fanciulli, il pentimento è
chiaramente farlocco. Osservate i bimbi d'oggi con le dita ben
collocate sul fondo del barattolo di marmellata quando vengono
rimproverati dall'adulto: piagnucolano un poco, vi diranno con gli
occhi pieni di lacrime che sono pentiti e che le sacre ragioni della
marmellata erano loro sfuggite.
Vi giureranno che il sacrosanto
diritto dell'intoccabilità della marmellata sarà rispettato.
E il
giorno dopo, sappiatelo, quando chi li controlla ha voltato il capo,
nella marmellata ci metteranno non solo il dito, ma anche il naso.
Fuor di metafora, gli intolleranti di
ogni risma sono ben contenti di essere tali; solo quando il danno che
hanno provocato è eccessivamente visibile, faranno una veloce ( e di
facciata) marcia indietro. Combattere gli intolleranti di questo
genere, a mio modesto avviso, è impossibile: sono , rischio di ripetermi, profondamente
convinti di quello che pensano e fanno, e solo quando gli sfugge la
situazione, si fingono pentiti. E non lo sono. Riprendendo e modificando un poco l'efficace
immagine utilizzata da Davigo per la nostra classe politica: gli
intolleranti non hanno smesso di essere tali, hanno solo smesso di
vergognarsi.
Che fare? Be', la mia modesta proposta
è quella di colpire la “zona grigia” che assiste e non prende
parte.
Boicottate Viareggio per un anno. Non
andateci neanche a prendere il gelato. So che qualcuno interverrà
dicendo che i viareggini non sono tutti uguali. Ne sono convinto, ma
fintanto che molti viareggini tollereranno gli intolleranti dovranno
pagare lo scotto di averli sopportati e di averne fatto emergere la
bile gialla. Insomma, bisogna riportare la bestia nel canile. Se la
lasciate scorrazzare per la pubblica piazza senza museruola prima o
poi morderà qualche bambino. O innaffierà arrogantemente qualche
mite artista di strada.
Arz
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