So di tirarmi una tegola sulla testa,
ma conto sul fatto che chi leggerà quanto sto scrivendo appartenga,
ed è un'iperbole per eccesso, al numero dei venticinque lettori di
manzoniana memoria (tra cui almeno una decina non condividono
generalmente nulla di quello che dico, ma mi vogliono bene e non mi
strapazzano più di tanto).
Mi accingo a parlare male degli
antivaccinisti.
Non entro nel merito: non sono
competente e non mi azzardo a mettermi a discutere di argomenti che
non mi appartengono.
Parlo solo della foga che caratterizza
chi difende la causa antivaccinista. E sulla comunicazione e sull'uso
della lingua qualcosina so.
Perché diffido? Perché il meccanismo
psicologico e sociale che sta alla base della contesa è abbastanza
evidente.
Il neoliberismo ha instillato nella
testa di molti l'idea che l'individuo conti di più non solo dello
Stato, ma di tutta la comunità a cui appartiene.
Sappiamo che le istituzioni “forti”
sono state oggetto di feroce critica da ormai un cinquantennio (Mioddio! Un cinquantennio...): Stato, Chiesa, Esercito, Istituti psichiatrici,
Medicina tradizionale, Scuola e Università se la passano maluccio.
L'unica divinità che non si può
contestare è l'Economia, perché prendersela con l'Economia, come
disse un tempo un guitto delle nostre parti, è come prendersela con
la pioggia.
Zitti e mosca, alla Moira economica
obbediscono anche gli dei dell'Olimpo!
Negli Stati Uniti la rivolta trumpiana
per l' abbattimento dell'Obamacare è significativa: lo Stato non può
imporre nemmeno il diritto alla salute pubblica poiché puzza di
socialismo e di stato Sociale.
Noi che recepiamo le novità
d'oltreoceano con il debito ritardo e le distorciamo a nostro uso e
consumo, abbiamo incominciato da poco: si va dalla scuola parentale (
“Perché lo Stato si arroga il diritto di educare i nostri figli?”)
alla difesa del diritto di non vaccinare i figli ( “Che diritto ha
lo Stato di imporre una vaccinazione che è potenzialmente
pericolosa?”) e, ovviamente, alla base di tutto, ci sta la rivolta
fiscale ( “Perché lo Stato si pippa metà del mio guadagno?”).
Insomma, la Storia ci insegna che dal
Tea Party bostoniano a oggi i “Figli della Libertà” hanno tutto
il diritto di utilizzare acqua salata per la loro bevanda preferita.
E' inutile pensare di opporsi più di
tanto all'andazzo, inutile ricordare ai nostri cari concittadini che
la loro salute, in Italia, è ancora difesa dallo Stato sociale e che
, con gli stipendi che corrono, in uno stato ultraliberista non
potrebbero pagarsi nemmeno l'ingessatura per una frattura composta al
braccio; inutile dire che l'istruzione pubblica, con tutti i difetti
di questo mondo, ha garantito ( ma ancora per poco , ragazzi!) ai
loro figlioli, se non di lavorare in Italia, di avere qualche
possibilità di impiego all'estero (se così non fosse, se la scuola
italiana non resistesse con le unghie e coi denti al degrado imposto,
perché mai si parlerebbe di “fuga di cervelli”?)
A complicare le cose c'è poi la
“distorsione” a cui ho accennato.
Perché in Italia non c'è in realtà
un conflitto solamente tra individuo e Stato, ma, com'è evidente,
tra famiglia e Stato, il che in un paese cattolico non è cosa di
poco conto.
E' la famiglia a sentirsi minacciata, a
vedere nelle istituzioni un nemico da cui difendersi.
Ed ecco spiegata la foga degli
antivaccinisti: non difendono loro stessi, ma la loro prole... e
toccare i figli in Italia è come toccare i fili dell'alta tensione!
E l'istinto darwiniano prevale e la parola chiave è sempre quella:
famiglia.
Peccato poi , per chi non se ne fosse
accorto, che la “famiglia tradizionale” non esista più da un bel
pezzo e che il benessere ( sì, va bene, lo dico: il capitalismo)
abbia distrutto in modo irreversibile un'istituzione che non ha ormai
nulla a che fare con una fin troppo idealizzata famiglia perfetta del
passato ( ...il “familismo amorale” esisteva già dal tempo in
cui Berta filava...lo dico solo per chi ne fa e ne ha fatto un
feticcio, Pasolini compreso).
Ecco ora che si fa chiaro il motivo per
cui la storia del piccolo Charlie è un emblema perfetto del
conflitto in atto: lo Stato malvagio, attraverso la Magistratura,
che condanna a morte il piccolo bambino è la rappresentazione
perfetta dello Stato tirannico.
Rassegnarsi a un destino terribile e
crudele che prospetta anche ai piccoli cuccioli dell'homo sapiens una
fine ingiusta o prendersela (inutilmente, ahinoi!) con le malattie
che hanno accompagnato la storia dell'umanità e che ora potrebbero
diffondersi anche attraverso la nostra ignavia, è troppo difficile.
Più facile è prendersela con lo
Stato, l'altro feticcio negativo eretto dagli Italiani perché questi
ultimi non si guardino mai allo specchio, perché di quando in quando
si sentano grandi e adulti, e spesso eroici ( in questo caso
giocandosi ai dadi babilonesi la pelle degli altri e, in particolare, quella della loro prole).
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