Il
Liceo classico D'Oria di Genova, inebriato dai fumi del darwinismo
sociale, si esprime nel RAV (il documento che presenta le
caratteristiche e le scelte della scuola) in questo modo:
“Il
contesto socio-economico e culturale complessivamente di medio-alto
livello e l'assenza di gruppi di studenti con caratteristiche
particolari dal punto di vista della provenienza culturale (come, ad
esempio nomadi o studenti provenienti da zone particolarmente
svantaggiate) costituiscono un background favorevole alla
collaborazione ed al dialogo fra scuola e famiglia, nonché
all'analisi, con apporti reciproci, delle specifiche esigenze
formative, nell'ottica di una didattica davvero personalizzata"
.
Tradotto
dallo scolastichese all'italiano (ho titolo per farlo):
“Non
abbiamo rompicoglioni extracomunitari e ragazzi di classi sociali
popolari foriere di problematiche del disagio. Con voi classi sociali
privilegiate possiamo intenderci: se il vostro pulcinotto è un po'
tonto, non preoccupatevi. Se proviene da una famiglia agiata, gli
daremo una mano in qualche modo”.
Ovviamente ora, con le mani sporche di marmellata, la Dirigente Scolastica cerca di mettere un cerottino per attenuare
la portata di una simile presentazione del suo istituto.
A
mio avviso, quella scuola non è più pubblica.
Faccia
pagare profumatamente la sua offerta formativa.
Non
si preoccupino i docenti e la DS: troveranno tantissimi disposti a frequentarla e anche a pagare. E bene.
Ma non si fregi della parola “pubblica”. E' questione di chiarezza e di onestà.
Ma non si fregi della parola “pubblica”. E' questione di chiarezza e di onestà.
arz62
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