Proporre ai Sindacati aumenti salariali al di sotto dell’inflazione reale significa scaricare sulle spalle di chi paga le tasse (per forza, va bene) lo stato di crisi.
Di patrimoniale non si parla poiché il sacro dogma liberista
vuole che lo Stato intervenga poco sulle questioncelle che riguardano i ricchi,
mentre, sempre dai teorici della manina magica, lo Stato può far strame degli
stipendi dei dipendenti pubblici e privati.
Insomma Stato forte con i deboli, Stato debole con i forti.
Con la Grecia erano stati più chiari, da noi si opera
secondo il criterio della rana bollita a poco a poco.
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