venerdì 10 luglio 2020

La Satira e la Bestia

La vignetta di Antonio Cabras ripresa e commentata sul sito del leader della Lega:
 


Intendiamoci. Il Capitano non è obbligato a farsi grasse risate davanti a una vignetta satirica sgradita: può non condividerne lo spirito, trovarla di cattivo gusto e persino trovarla ingiusta e esteticamente brutta.
Da quando esiste, però, la Satira ha connaturato il gusto della provocazione: il piattone da cui deriva il termine “satira” indica un piatto pieno, ricco di primizie, destinato agli dei più che agli uomini.
E in un piatto misto c'è di tutto: la dorata cipolla, la croccante mela cotogna, il puzzolente cavolo nero e l'odiosa carotina. Difficile accontentare tutti.
Per questo motivo, non intendo spiegare la vignetta di Antonio Cabras che ha tanto indignato Salvini.
Le vignette non si spiegano: o si capiscono o non si capiscono.
Se non si capiscono, si passa ad altro, magari incolpando l'autore per la sua oscurità e la sua incapacità comunicativa, se si capiscono e si approvano, si ride più o meno di gusto, attivando un po' le sinapsi, se si capiscono e non si approvano, si sopporta stoicamente l'umiliazione, la punzecchiatura e il fastidio, confidando sul fatto che la puntura di un tafano fa male, ma difficilmente è mortale.
Ricordiamoci sempre che chi si occupa di satira è armato solo di una matita, l'uomo politico ha potere e può smuovere mari e monti.
Insomma, la lotta, e dovrebbe essere evidente per tutti, è impari e, pur godendo di notevole libertà d'espressione, il disegnatore satirico combatte da solo (e spesso senza nessun vantaggio economico) contro i propri personalissimi mulini a vento che spesso hanno la consistenza della carta velina.
Scatenare i propri sostenitori e fan contro un disegnatore satirico è un eccesso di difesa (per nulla legittima) che non promette bene da parte di chi detiene anche una dracma di potere: gli uomini politici che utilizzano la propria influenza contro i disegnatori sgraditi non sono mancati e non mancano, ma sono nella migliore delle ipotesi degli autocrati, nella peggiore dei dittatori a tutti gli effetti. 
In una democrazia, anche imperfetta, chi si occupa di satira dovrebbe godere della sacrosantitas attribuita ai tribuni della plebe dell'antica Roma. Violarla comporta qualche rischio: i plebei che sono le membra dello Stato potrebbero ritirarsi su qualche Aventino e la classe politica, il vorace stomaco perennemente affamato, sarebbe costretto a sopportare le rane nella pancia e, quel che è peggio, a guardarsi le spalle perché per magia , come ci insegna la Storia recente, capita spesso che l'innocuo e morbido lapis si trasformi in resistente travertino o in ramata monetina ammonitrice.

Nessun commento:

Posta un commento

Translate