venerdì 20 gennaio 2012

Decanter e i lussi del Capitano.

Molti hanno scritto del Capitano Schettino. Si è parlato di metafora, di fenomeno mediatico, di "sacra rappresentazione" dell' Italiano medio etc...
Io insisto sul tema del capro espiatorio ; poiché ormai il Capitano è diventato una personaggio della Commedia dell'arte ( o del Teatro dei burattini), ogni mio riferimento, ovviamente, non è alla persona, ma alla sua maschera ( anche se persona e maschera sono due termini apparentati, come si è già scritto...)

La parola magica è "decanter".

Il Capitano non solo è un Ganassa, ma è un avvinazzato. Non un avvinazzato qualsiasi: non è l'ubriacone da osteria, altrimenti i giornali avrebbero scritto " si è bevuto un fiasco", o, in modo più neutro, "si è bevuto una bottiglia"...No: il Capitano, in dolce compagnia di una fanciulla di insicura origine e virtù, "si è scolato un decanter".
Il Capitano, insomma, è un raffinato aristocratico nella scelta del contenitore, ma un becero popolano nella scelta del contenuto.

Niente di più adatto per l'individuazione del capro espiatorio, l'essere bifido, dotato di due anime, l'uomo ambiguo: presentabile fuori, ma marcio dentro perché si fa carico anche delle colpe altrui, in particolare di chi ora si sta costituendo "parte civile" dopo averlo scelto, selezionato e baciato sulla fronte ( e dopo aver cancellato le pagine sul sito ufficiale in cui si magnifica l'"inchino" del loro Capitano
http://www.ilmondodellavela.it/index.php/2012/01/19/la-manovra-dellinchino-e-quel-post-sparito-dal-blog-di-costa-crociere/).


©arz
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