giovedì 25 luglio 2019

L'infantilismo italiano (Sesta puntata): "E allora Ciccio?"


Capita nelle aule scolastiche delle scuole medie di dover riprendere il comportamento scorretto di qualche allievo. I giochini pur di non stare attenti sono millanta: puntare la matita appena temperata sul braccio del compagno, minare l’equilibrio instabile della sedia dello stesso o togliergliela d’improvviso da sotto il sedere, scrivergli sul braccio TVTTB con annessi cuoricini infilzati dalle fatidiche saette. Il buon insegnante, fingendo di fare il severissimo, con voce cavernosa se maschio, da sirena antincendio se femminuccia, incomincerà la reprimenda con il classico: “Che cosa stai combinando, ***?” Il garzoncello scherzoso si farà di improvviso cupo, guarderà a destra e a sinistra per cercare aiuto come don Abbondio e poi, sfoggiando una conoscenza inaspettata dei pronomi, domanderà al docente che lo ha chiamato per nome e che incontrovertibilmente si è rivolto a lui: “Chi? Io?” “Sì, proprio tu, perché… (segue la descrizione del comportamento scorretto)?” Ormai nell’angolo il pargolo potrà ricorrere a varie tecniche di fuga davanti al pericolo: tanatosi (fingersi morto), finto malore (svenimento, mal di pancia et similia), negazione (“Non ho fatto nulla" o il temibile gas lighting “Lei non ha visto bene"). Ma la tecnica preferita è la frasettina :”E allora Ciccio?” Il docente allora comincerà il discorsetto di prammatica: “Caro ***, la responsabilità è individuale. E io ti ho colto con le mani nella marmellata. Non dubito che anche Ciccio potrebbe aver commesso qualche scorrettezza, ma in questo momento sei tu nei guai. (Il ricorso all' exemplum è d'obbligo: l’espressione “responsabilità individuale" potrebbe non essere stata colta). Tu sai che non tutti coloro che passano col rosso vengono multati, ma quando il vigile ti contesta la multa non ha senso rimproverarlo per non aver multato gli altri…” Il pargolo alzerà il sopracciglio destro (è segno che sta rielaborando il messaggio) e utilizzerà l’arma che piace tanto ai ragazzi che hanno fame di giustizia per giustiziarla: “Ma non è giusto!!!” Al che il buon docente chioserà: “Lo so che non è giusto, ma il Mondo funziona così e la scuola dovrebbe insegnarti che le Leggi si rispettano anche quando il vigile o se preferisci l’insegnante non c’è. C’è chi pensa di riempire il Mondo di Vigili, Poliziotti o , per risparmiare, di telecamere per tenere a bada chi sgarra. Io penso, ma sono forse un ingenuo, che dovremmo insegnare a tutti che il rispetto delle Leggi dovrebbe essere dentro di noi. Poi ci sarà sempre qualcuno che ci proverà ad infrangerle, ma confido nell’effetto gregge…” Come si potrà ben notare l’insegnante si è perso nei suoi pensieri, figuriamoci il porello che è andato in cimbali dopo le prime parole. Qualcuno si domanderà ora il senso del pezzo. Su, dai, è facile. Vi do un indizio: “ E allora i Marò?” , “E allora le Foibe?”e in questi giorni “E allora il PD?”, “E allora Bibbiano?".

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