Forzare la mano al linguaggio e
solleticare il sottopancia degli indignati sono le azioni che
accomunano Leghisti e Grillini.
Fanno danni, d'accordo, ma compito del
politico è raccatar voti e se tutto funziona, perché no?, è la
politica, baby.
Ecco ora, però, gli effetti indesiderati e per
di più che contagiano i partiti che sono fuori dal governo.
Il manifesto de “I Fratelli d'Italia”
ne è un esempio.
Dopo lungo e faticoso avvicinamento
agli ebrei e a Israele, la Destra italiana scivola su una buccia di
banana.
Associare un personaggio politico di
origine ebraica, di cui si può diffidare, ci mancherebbe, agli
usurai ci porta dritto dritto al Medioevo.
Ecco che il vizietto di estremizzare le
parole (da parte di tutti, sia chiaro) porta qualche ingenuo
copywriter a sdoganare l'antisemitismo senza quasi essersi reso conto di farlo e coinvolgere i membri del suo partito in un errore politico, linguistico e culturale.
Insomma, antisemiti a loro insaputa.
Non prevedo alcun "face palm", comunque; ormai di queste faccenduole mi accorgo solo io.
Non prevedo alcun "face palm", comunque; ormai di queste faccenduole mi accorgo solo io.
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