martedì 26 marzo 2019

Pissi pissi bao bao. Post vietato, more solito, a chi non vive nel mondo della scuola.


Come ogni buon insegnante ultracinquantenne sull'orlo del “burnout”, mi occuperò oggi di una vicenda, in apparenza, irrilevante, ma che favorirà certamente  la caduta in depressione acuta di parte della classe insegnante e faciliterà l'opinione pubblica a ritenere (a torto, e marcio, se non marcissimo) la scuola, nel suo complesso, un problema marginale della società per la banalità dell'argomento che si sta trattando.
Partiamo dalla cronaca: una scuola primaria, la “Dal Verme” di Milano, ha deciso di monitorare, con tanto di circolare interna, l'accesso ai bagni dei bambini.
Insomma, l'insegnante, ogniqualvolta che il bambino andrà in bagno, dovrà apporre una ics su apposito registro. Per controllarlo.
Giustamente la persona sensibile avrà capito che una tale mostruosità, burocratica e illogica nel contempo, è indotta da un problema contingente e reale. E non sbaglia. Il dirigente specifica: "A volte ci sono problemi di disciplina. Alcuni bambini sporcano o salgono sui water, spargono acqua e sapone sul pavimento. Ho deciso di adottare questo provvedimento per tutelare innanzitutto i piccoli e per verificare se, effettivamente, siano andati in bagno senza rischiare di scivolare o farsi male...”
Orbene, ordunque, nelle scuole primarie ci sono bambini che sporcano, salgono sul water e spargono sapone e acqua in ogni dove.
Si sa che fare la pipì e la popò è un momento intimo e che, nelle emergenze, specie se si è piccoli e inesperti, si possono verificare dei guai.
Il bimbo accorto e educato, con un po' di vergogna, avverte, a casa, mamma e papà (e lo fa, dopo un po' di esperienza): il risultato dei suoi guai gastrointestinali è lì da vedere e non scompare con lo schiocco delle dita.
A scuola, dovrebbe avvisare il collaboratore scolastico e/o la maestra.
Oggi non lo fa.
Ho assistito, in qualità di responsabile di plesso, e insegno nelle medie, a situazioni imbarazzantissime, da film dell'orrore: cacca sparsa in ogni dove, carta igienica ammonticchiata in modo da intasare anche il più pervio wc della scuola, assorbenti delle fanciulle lanciati all'esterno delle finestre invece di essere collocati negli appositi contenitori.
La chiudo qui perché qualcuno non pensi che la descrizione di simili fattacci sia una forma di perversione dello scrivente.
Perché un bambino e un ragazzo tace quando combina simili guai? La risposta più semplice è: se ne vergogna e vuole nascondere ciò che ha fatto.
Forse la situazione era tale un tempo.
Credo che il bambino/ragazzo che si comporta così oggi non ragioni più così. Il bagno è zona comune e chi lo frequenta sa che atti del genere sono abituali. Si tratta, insomma, dell'effetto gregge al contrario. Nei bagni pubblici il comportamento non è virtuoso, ma se così fan tutti...Il bagno è res nullius, perché il concetto di bene pubblico non viene insegnato a casuccia.
Sommate l'abitudine di molti genitori di sopperire alle mancanze del bimbo, anche quando è in grado di riparare al danno fatto, al posto suo e il quadro è completo.
Ed ecco che la risposta isterica della scuola, come se fosse colpa sua, risulta del tutto illogica, ma in linea con le richieste dei tempi: telecamere, rilevamenti, ics sui fogli. 
Come se le telecamere, i controlli assidui risolvessero il problema a monte: perché un bambino si sente autorizzato a spandere merda nel bagnetto della scuola e non nel bagnetto di casa sua? 
Quale concetto gli ha infuso la famiglia sul tema del bene pubblico? 
E la chiudo qui per evitare un intervento a tal punto noioso da annoiare me stesso.

1 commento:

  1. Già, d'altro canto se il bambino trova un letamaio diventa difficile spiegargli perché proprio lui dovrebbe essere pulito...

    RispondiElimina

Translate