sabato 31 agosto 2019

Capitan Findus, il calzino spaiato e sporco.


Sempre che non si vada a votare dopo l'ultima sparata di Di Maio, nel Centro-destra la pentola bolle.
E la novità, rullo di tamburi..., è Berlusconi!
(Ridete? Fate bene. Io sono un autore satirico!)
Non solo si è rifiutato di partecipare alla Rimarcia su Roma di ottobre organizzata da Capitan Findus, ma, sentite sentite!, ha dichiarato, perepepè, di sfilarsi dai partiti sovranisti di ogni risma.
Sa, infatti, che incombe una spada di Damocle sulla sua testa: per la prima volta al governo del Paese ci saranno due partiti che potenzialmente potrebbero occuparsi del palese conflitto di interessi di un Partito, Forza Italia, che detiene, indisturbato, il controllo su una parte consistente dell'informazione audiovisiva e della carta stampata.
Ovviamente nelle parole dei giornali trombettieri dell'immarcescibile i due partiti sono presentati come frange della Sinistra estrema, tra Prima Linea e le BR, e sono pericolosissimi, ma è anche vero che la loro maggioranza è sul filo del rasoio, in particolare al Senato.
Ed ecco il barbatrucco del prestidigitatore: prima fiancheggiatore di Capitan Findus (con Mediaset e i suoi giornaletti per pochi infimi a montar la panna dell'invasione dall'Africa), ora, per pura convenienza, Berlusconi si presenta come il moderato signore di una rispettabile età, con esperienza di governo, che, non sopportando di avere a che fare con il calzino spaiato e sporco di un partito sovranista, si offrirà per un disinteressatissimo “do ut des” con l'attuale maggioranza.
Su quale tema è chiaro a tutti, tranne agli ingenui.
E i tiepidini sulla questione del conflitto di interessi ci sono, in particolare nel PD che ha scheletri nell'armadio in merito che strabordano, lasciando uscire dalle ante malchiuse ora una tibia ora un perone, ora una falangina or una falangetta.
Sia chiaro che, passata la buriana, Berlusconi ritornerà prima o poi ad accarezzare il suo cagnolino che ha il guinzaglio corto e che per ora sembra in affanno: abbandonato da Bannon e da Putin (ha fallito il compitino di minare l'Unione Europea o perlomeno il Bel Paese), adesso viene lasciato in un angolo a guaire, triste e solitario come il binario di Claudio Villa.
E la sensazione che sia scomparso dall'orizzonte politico e mediatico non è dato solo dal fatto di aver abbandonato il Viminale, ma dalla sordina che gli è stata imposta non solo dalle zecche comuniste e dai traditori pentastellati con i loro miseri mezzi, ma da quelli che in narratologia sono denominati“falsi amici”.
Capitan Findus può ora liberamente abbaiare nelle sagre di Paese, tra una salamella e uno stinco al forno, ma la sensazione che sia stato declassato in pochi giorni da Comandante di un transatlantico a pilota inesperto e senza patente nautica di pedalò è abbastanza evidente.
Sic transit gloria mundi.
Non se ne crucci, comunque. In suo aiuto, non è detto che, a breve, non gli diano una mano dei “falsi nemici”.
Sì, sono sibillino. Lo so. ;-)

giovedì 29 agosto 2019

Captatio benevolentiae dissimulata


Captatio benevolentiae. L'espressione non è conosciuta da tutti, ma il concetto sì. 
La Captatio benevolentiae si basa su quelle formule che all'inizio di ogni comunicazione servono ad ingraziarsi la “benevolenza” dell'interlocutore.
Possono assumere varie forme che vanno dall'interesse nei confronti del destinatario (nelle lettere: “Non ci vediamo da un bel po' e non ho tue notizie. Come stai?”), all'ironia e/o autoironia (“Ora voi sarete obbligati a sopportare il mio discorso noiosissimo. Vi chiedo solo un po' di pazienza e poi me ne andrò”) e hanno l'unico scopo di far abbassare le difese di chi ci ascolta, di metterlo a suo agio, in modo che possa ascoltare/leggere con attenzione quello che vogliamo comunicargli.
Capitan Findus ha introdotto una nuova formula della Captatio benevolentiae che denominerei Captatio malevolentiae dissimulata.
Se mi avete seguito, la  Captatio malevolentiae (senza il “dissimulata”) dovrebbe costituire una tattica comunicativa che ha il solo scopo di indisporre l'interlocutore, di fargli girare le scatole, di impedire ogni confronto. Orbene, ordunque, è la tecnica principe di ingaggio salviniana: quando inizia ogni sua prolusione deve (sottolineo: deve) indisporre il proprio (come vedrete, fittizio) interlocutore.
“Sei troppo abbronzato”, “Non sei un uomo libero” , “Sei una zecca comunista” e così via ( un'altra costante è, nel bel mezzo di ogni suo intervento, quella di dichiararsi vittima di insulti da parte degli oppositori dopo averli abbondantemente cosparsi di merda. Scusate il francesismo.).
Dove sta l'arcano di questa modalità di comunicazione così deviata? Qual è il fine di una tecnica che ad una prima analisi sembrerebbe solo controproducente?
L'errore sta nel manico: quando Capitan Findus parla non si rivolge ai suoi oppositori che sono notoriamente refrattari alla sua tecnica persuasiva, ma parla o direttamente ai propri fan (uso il termine “fan” volontariamente perché il fanatismo ha assunto un valore positivo in un certo momento storico. Intelligenti pauca.) o a quella zona grigia dell'opinione pubblica che non ha scelto in che campo stare.
Insomma parla a suocera perché nuora intenda.
L'obiettivo allora diventa chiaro: rafforzare i bias di conferma dei propri sostenitori e far breccia attraverso la ripetizione all'infinito delle formule dialettiche che si sono rivelate efficaci in chi qualche dubbio lo nutre.
L'errore, e grave,  di chi ascolta ed è oggetto delle sue offese è non reagire.
Se qualcuno, nella vita reale, incominciasse ad offenderti, l'unica tattica utile per uscir dalla trappola comunicativa, oltre all'istintivo pugno sul naso che non è generalmente accettato, sarebbe quella di interrompere il suo discorso per ristabilire una condizione comunicativa meno sbilanciata. Con le buone o con le cattive.
Se la situazione non lo permettesse, non sarebbe maleducazione andarsene, lasciando lo sproloquio offensivo sulla bocca di chi non cerca un confronto, ma solo, sempre e comunque, la rissa.
E se c'è una cosa che irrita di più i rissosi a prescindere è parlare ad un muro e vedere le loro parole, alle loro orecchie virili (solo quelle) e piene di sacro furore, sgonfiarsi e inflaccidirsi.
Non continuo nella metafora sottesa perché sarei particolarmente volgare ;-)

mercoledì 21 agosto 2019

Capitan Findus non è morto: è temporaneamente congelato.


Va bene, il Capitano è finito in un cul de sac e ci si è messo da solo. Ha gestito malissimo la questione in Senato, buzzurreggiando più del dovuto senza rispetto per l'Aula. Credo che anche i suoi potenziali alleati , Forza Italia e Fratelli d'Italia, si siano un poco vergognati per la sua pessima performance. I Leghisti plaudenti a comando hanno ricordato più la Corea del Nord che l'Italia sovranista.
Ho avuto anche la sensazione che l'elettorato di Destra, al di là dei contenuti, abbia apprezzato di più per stile e per competenza l'intervento di Conte che rimane in qualsiasi caso l'avversario da battere.
Ma Capitan Findus non è morto. E', come altri fenomeni da un trentennio in qua, solo congelato.
La sua base è integra, i maldipancia degli scontenti ci sono ancora, gli ammiratori degli Uomini della Provvidenza non mancano. Resterà in freezer per un paio di giorni, ma ritornerà.
I suoi oppositori non gioiscano troppo: se andranno al governo, la Finanziaria dovranno firmarla loro e, se non sarà lacrime e sangue, sarà sangue e lacrime.
E lui, sgocciolante, a bersi il Mojito della vendetta.

Sull'uso del linguaggio verbale e non verbale di Conte e di Capitan Findus.


Non meraviglia il riconoscimento quasi unanime a Conte di aver onorato il Senato con un discorso degno di quell'Aula. Il discorso è stato bene articolato e ha messo in evidenza gli errori che hanno caratterizzato dal punto di vista istituzionale (non da quello del consenso) la politica di Salvini.
A favorire questa istintiva buona impressione, legata all'uso di un linguaggio finalmente alto e rivolto a un pubblico che questa volta non si è ritenuto incapace di apprezzare un discorso ricco di spunti e di riferimenti non banali, è stato per contrasto il comportamento non verbale e verbale di Capitan Findus: commentare con la mimica facciale e con la gestualità ogni parola del Presidente del Consiglio è stato un espediente infantile che non ha funzionato (e quando ha parlato Salvini sia Conte sia Di Maio hanno assunto inizialmente, per contrasto, una posizione innaturale: hanno abbassato il capo, in modo che non trasparisse nessun messaggio dal loro volto).
Purtroppo, Capitan Findus non ha potuto contare su alcun effetto cucciolo, anzi il sorriso ha assunto l'apparenza di quello sguaiato dell'allievo davanti al Preside che lo rimprovera: non sapendo che dire, non gli è rimasto come ultimo tentativo per allentare la tensione che smorzare, con il sorrisetto insulso, con la smorfia e con la gestualità semplice e direttiva rivolta verso i suoi perché non vociassero, il peso delle accuse che gli stavano piovendo addosso.
A peggiorare la situazione è stato poi l'intervento a sua difesa. Non essendoselo preparato prima (ed era evidente), Salvini ha seguito lo stesso schema di gran parte delle sue esternazioni: in incipit l'offesa verso gli interlocutori tutti ( “Io sono un uomo libero, mentre voi...”) e poi l'insistenza ossessiva sui soliti quattro slogan, validissimi nella piazza della casalinga di Voghera e di Canicattini Bagni, meno adatti, anche perché fuori tema, alla discussione in Senato, convocato a causa sua, e che aveva come oggetto il ghigliottinamento senza motivazione reale di un Governo, se non quella di andare alle elezioni per dragare il consenso montante verso il suo partito.
Insomma, il discorso di Conte ha brillato come una goccia di biacca su uno sfondo nero pece.
Conte, comunque, ha anche lui sbagliato, anche se si è visto meno.
Rivendicando ogni azione svolta con l'alleato, Conte non ha saputo spiegare il motivo per cui non abbia rotto prima con Salvini, sia prima della votazione del vergognoso Decreto Sicurezza bis che non aveva alcun carattere di urgenza, se non quella di dare visibilità all'argomento principe della politica leghista ossia il respingimento dei profughi, la criminilizzazione degli stessi e delle ONG che si prestano al loro salvataggio in mare, sia quando ha dovuto rispondere in aula sul Russiangate al posto del suo vice che non aveva neppure con lui vuotato il sacco.
Ecco, l'atteggiamento di Conte non è sempre stato dettato da questioni di ritrosia naturale e di lealtà, perché non esiste ordine superiore che giustifichi azioni che vadano o contro l'umanità o la verità delle cose.
A mio avviso, insopportabile, ma è questione di sensibilità, è l'insistenza sulla parola “amico” rivolta a Salvini (e ai Leghisti): se hai un amico che si è comportato in modo sleale e incosciente, lo avvisi per tempo e non aspetti di dirglielo quando tutto va a gambe all'aria, se non è un “amico”, allora è perfettamente inutile che invochi lealtà e correttezza e che lo chiami coram populo tale.
Per amor di battuta chiudo con una sintesi umoristica, visto che di politologi è piena l'Italia in questi frangenti.
Mentre il discorso di Salvini, epurato da ogni orpello, si può ridurre a questo schema di base: “Stronzo, perché non mi stai ad ascoltare?”, il discorso di Conte, diluito in dosi omeopatiche il linguaggio aulico e istituzionale, è suonato così: “Ehi, amico, non vedi quanto sei stronzo?”

venerdì 16 agosto 2019

Piccola lezione di strategia politica e amorosa.


Se qualcuno dice che ha il telefono sempre acceso, ti sta chiedendo di chiamarlo perché vuole rivendicare la sua posizione di forza.
Non chiamarlo.
Lascialo marcire nel dubbio che non ti importa nulla di lui e di quello che vuole.
Se avrà bisogno di qualcosa, digiterà il tuo numero.
La tecnica di respingimento vale per i vampiri sociali narcisisti e per i politici egocentrici che si sono messi nei guai da soli.

Capitan Findus e il fascino della coerenza.


Se c'è un fascino in Capitan Findus, è il fatto che è rozzo e primitivo; si presenta, secondo la formula di Umberto Eco utilizzata per studiare il fenomeno di Mike Bongiorno, non al di sopra del proprio interlocutore, ma o come lui o persino peggiore di lui. 
E' il motivo per cui scatta il meccanismo di identificazione. 
Ma il fascino della coerenza che molti dei suoi sostenitori vedono in lui è un'illusione ottica.
Il Capitano voleva spaccare l'Italia in due, non ha protestato quando qualcuno ha pensato bene di pulirsi il sedere con il simbolo della Patria, ha sputato (e continua a sputare) sull'antifascismo che sta alla base della nostra Repubblica e della nostra Costituzione.
Ora che è sovranista e la bandierina sventola su tutti i profili twitter amici, il suo passato sembra non esistere.
Se è stato coerente, lo è stato nella criminalizzazione dei migranti e delle ONG.
Stop.
E infatti su quello batte perché altre coerenze di pensiero non ci sono state.
E' un'ossessione? No, a mio avviso: è lo scoglio su cui si aggrappa con il doppio strato di Vinavil, mentre il resto del Paese affonda.

mercoledì 14 agosto 2019

Sulle tecniche di ingaggio del linguaggio salviniano.


Non ho provveduto a studi sistematici, e me ne scuso, ma, in particolare in questi ultimi tempi, mi sembra di aver individuato, pur in confuso,una caratteristica linguistica ricorrente del linguaggio di Capitan Findus.
Si può definire con un termine semplice semplice: spiacevolezza.
Non confondetela con l'ironia malintesa, non è “captatio benevolentiae” maldestra.
E' proprio spiacevolezza.
Il motivo per cui il linguaggio si pieghi a questa modalità comunicativa, in particolare negli incipt di ogni discorso, non è complesso: il linguaggio del Capitan Findus parla a suocera perché nuora intenda.
Fuor di metafora: finge di parlare a un interlocutore, l'opposizione, ma in realtà parla ammiccando ai suoi e a chi è sensibile ai suoi messaggi. Ed è meglio rendere chiaro il tutto subito.
L'altro elemento caratterizzante è la sessualizzazione del linguaggio politico.
Definire “contronatura” la convergenza del PD con il Movimento Cinque stelle, non offende solo i partiti indicati, ma strizza l'occhio a chi vede i rapporti tra simili come forme pervertite di sessualità. Non c'è bisogno di ricordare , per chi non ha la memoria del pesce rosso, che “contronatura” è stato, ad inizio di legislatura, l'accordo tra Lega e il Movimento di Grillo.
Usando la stessa tecnica, rispettando il disprezzo per il politically correct dai Leghisti, il governo che ancor, pur boccheggiando, è ancora è in vita, può essere definto sodomia applicata, attiva e passiva.
Ma c'è dell'altro: battere il tasto sulla sessualità è un'altra caratteristica del linguaggio politico odierno. E il M5S non dimentichiamocelo, non è stato da meno nel piegare il linguaggio politico su questo versante: l'espressione Pdofili, legato alla questione sub iudice di Bibbiano, è stato un obbrobrio non solo politico, ma linguistico e, direi, morale.
Ecco, il Capitano, seguito dai suoi sodali, inizia ogni suo discorso provocando l'interlocutore e, se gli è possibile, lo fa con qualche allusione sessuale o razziale (compresa l'allusione “leggera” all'abbronzatura dei suoi interlocutori).
Con Carola è stato evidente, fino all'augurio di stupro da parte dei più esagitati, ma l'ossessione traspare anche quando questo tipo di linguaggio se la prende con i maschietti. O tutte troie o tutti froci, insomma. Tertium non datur.
Lui solo è per quella famiglia che, però, ed è un dato di fatto, non sa costruirsi neanche di straforo.
E piange, da coccodrillo, e si commuove per i boccaloni, perché non vede i figli, essendosi dovuto occupare, povero tapino, per quattordici giorni in questo anno e mezzo alle incombenze del proprio Ministero. Lo dice da papà, eh! Gli altri tutti pedofili e sodomiti. Compresi voi lettori, se gli starete antipatici.

"Senato Restaurant", un Cinque Stelle in decadenza.


La scena è questa. Il ristorante è rinomato, è il “Senato Restaurant”, e ha una clientela scelta che sta terminando una cena con i controfiocchi.
LUI entra nel locale in bermuda e incomincia a urlare ai camerieri: “Eh, va be' sono le 23,30, ma si potrà cenare, perdinci! Si vede che non avete voglia di lavorare un c*** qui!”
Si siede e si rivolge ai clienti del locale: “Eh, che avete da guardare? Io pago e voglio che i camerieri si comportino da camerieri! Ho fame e il locale è aperto. Qualcosa da ridire?”.
C'è un momento di silenzio imbarazzato.
Si ode un “Buffone screanzato!”
Il nuovo cliente non si arrabbia e si rivolge al maitre: “Non si preoccupi. Ci sta. Mi faccia avere un branzino ben cotto con la marmellata di prugne!”
Il maitre, circospetto e stupito, si avvicina: “Mi scusi, signore, ma abbiamo piatti alla carta che prepara il nostro cuoco. Non possiamo obbligare il cuoco a cucinare un piatto che non è previsto dal menu che ha predisposto!”
“E' un cuoco, no? Sa trattare gli alimenti. Sa che cos'è un branzino? Sì. Sa che cos'è una marmellata? Sì. E allora cucini! Il cliente ha sempre ragione o no? O anche lui vuole fare quel c*** che vuole in questa bettola?”
Il maitre risentito: “Il nostro ristorante è rinomatissimo, signore! Non è una bettola!”
Un cliente si alza e si avvicina al molesto avventore.
“Con il suo comportamento ci sta mettendo in forte imbarazzo. Vorremmo mangiare in pace, per cui ordini qualcosa e, se il cuoco sarà disponibile, potrà mangiare in modo più che dignitoso”.
“Ma io voglio il branzino con la marmellata di prugne! E lei non rompa: è attaccato forse alla sedia di questo ristorante col Vinavil? Se ne può andare! Rauss!”
“Non è lei che decide quando me ne voglio andare, signore!”
A questo punto il molesto cliente si rivolge al giovane vicino di tavolo e gli strizza l'occhio: “Si guardi bene da questo genere di persone! Non sono mica persone fini, eh! Senta le propongo un accordo. Io ordino il branzino con la marmellata di prugne che mi piace un sacco e poi io e lei ce ne andiamo a bere un bel mojito!”
“Io non avrei ancora finito di mangiare il secondo, in verità!”
“ Su, non faccia storie. Usciamo da questo ambiente ammuffito di radical chic e non è detto che non ci scappi un “Puttan Tour”! Paga lei ovviamente!”
“Ma non vede che sono qui con la mia fidanzata?”
“Oh, ma lei è nato vecchio! Non mi dica che devo rispolverare il mio amico esperto di cene eleganti?”
“Non sono vecchio. Ma scusi, poi, perché dovrei pagare io?”
“Non vorrà dire che devo pagare io? Non sono mica abituato!”
“Mi lasci in pace!”
“Oh, e meno male che ho reintrodotto l'Educazione civica nelle scuole, cafoncello! Mangi mangi...e non si ingozzi!”
Si rivolge ora a un cameriere a bassa voce: “Lei che è un tipo sveglio, vada a a dire al cuoco del branzino con la marmellata di prugne...La mancia sarà ottima e abbondante, paga il mio amico qui di fianco. Lasci perdere il maitre che non capisce un c***! Vada di nascosto dal cuoco e lo convinca. Si è mai visto un cuoco che si rifiuta di cucinare un piatto così raffinato come il branzino con la marmellata di prugne?”
Timidamente il cameriere: “Be'!...In ver....”
“Stia zitto, lei! Non è autorizzato a pensare! Vada a fare quello che le ho detto!”
Da ultimo si rivolge al giovane con la fidanzata con voce flautata.
“Forse ho esagerato prima. Mi scuso. Sbaglio ogni giorno, ma poi chiedo scusa. Ecco le propongo di pagare io il mojito. Il “Puttan tour” però è a suo carico, eh? Può venire anche la sua fidanzata...”


martedì 13 agosto 2019

Secondo monologo dell'anziano buonista a Ferragosto.



Sì, lo so, lo so, non è bello, ma lo devo fare, anche se non mi ascoltate.
Lo dico e lo ripeto:“Ve l'avevo detto io!”. Dirlo può irritare, ne sono perfettamente consapevole. Anzi, è irritante di sicuro perché presuppone che non ci siate arrivati prima. 
Poi, i grilli parlanti sono antipatici , oh, come sono antipatici!, e, abitualmente, hanno un triste destino: rimangono appiccicati al muro a suon di martellate, con coratella e budella in bella vista.
Però, ve l'avevo detto, o no?
Il ritorno di Capitan Findus nelle braccia dell'Innominabile era previsto fin dall'inizio.
Non solo: la politica di Capitan Findus che tanto ci/vi ha colpito (nel bene per i fan, nel male per chi gli si è opposto) si è sviluppata in perfetta coerenza con quella dell'Innominabile, solo con qualche punta di radicalismo verbale in più e una bella dose di vergogna in meno: apertura verso le Destre anche estreme, nostalgismo d'accatto per il tempo che fu quando c'era LVI, vittimismo, quanto basta e dopo i pasti, non appena arrivano i giudici ad interrompere i magna magna trimalcioneschi sui beni pubblici, e, per dessert e digestivo purgante, rivendicazione di una politica delle mani libere in odio ai lacci e lacciuoli dello Stato cattivo e controllore che, tradotta con le parole del Capitano, ora si chiama politica dei “pieni poteri” senza palle ai piedi (anche se sono le nostre ;-)) sive putinismo all'amatriciana.
Insomma, poiché l'Innominabile è fatto con la stessa Pasta del Capitano (o, se preferite, viceversa), il Berlusconismo non è mai morto. Come d'altronde, e lo stiamo vedendo nelle sue proteiformi trasformazioni, non si è completamente decomposto il fascismo dell'illegalismo sotterraneo, ma neanche tanto, al potere sotto la facciata di un legalismo attento, a parole, all'ordine e al controllo, ma più votato, in realtà, alla repressione del dissenso. 
Belle vetrine, direbbe il saggio, per nascondere il lugubre vuoto del negozio.
Le fasi storiche, com'è è giusto che sia, perché la Storia ce lo insegna, non si ripetono, ma, nel caso specifico dell'Italia, marciscono lentamente nel corpo del Paese per mancanza di consapevolezza, di responsabilità e, duole dirlo, di Norimberga lustrali dopo gli sfaceli.
Sta di fatto che l'odore dolciastro di cadaverina di ciò che si è deciso di non seppellire ecciterà , come al solito, anche questa volta, non solo gli appetiti degli avvoltoi e dei cani, fuor di metafora dell'apparato politico che di politica vive e si nutre, ma anche l'eterno trasformismo di Destra e di Sinistra.
Pur di azzannare quel che rimane ancora attaccato all'osso, chi andrà al potere saprà benissimo giustificare ogni sua azione: attribuirà la responsabilità di ogni suo provvedimento allo sfacelo di chi lo ha preceduto, come capita nella scuola ai docenti delle Medie che, facendo spalluce, attribuiscono l'analfabetismo de facto di molti loro allievi alle maestre della Primaria.
E così via, finché gli studenti, con un colpo al cerchio e uno alla botte, si laureeranno, tra le lamentele dei Docenti paludati, con lacune nella preparazione di base sempre più profonde o meglio, come sta succedendo nell'attuale classe politica, da studenti svogliati e neghittosi, dopo aver abbandonato gli studi, raggiungeranno il potere e il prestigio delle cariche più onorevoli senza neanche aver raggiunto un titolo di studio spendibile per il bene del loro Paese. Con i danni che potete tutti immaginare.
Ora basta. Mi metto l'auricolare e fingo di parlare con qualcuno che mi ha fatto arrabbiare.
Così non desto sospetto nei pochi che incrocio, mentre cammino sotto il sole a picco in mezzo alle vie semideserte per il Ferragosto. Non vorrei che chiamassero quegli omini vestiti di bianco che infarciscono di farmaci gli anziani come oche all'ingrasso.

domenica 11 agosto 2019

Monologo dell'anziano buonista a Ferragosto.


Lo sapete: non mi ascolta nessuno. Come spin doctor in saldo neanche un euro è entrato nel mio conto Pay pal.
Tra breve, come tutti i vecchi, incomincerò a parlare da solo senza auricolare e cellulare che giustifichino le mie parole nel vuoto.
Ecco, caso mai ci fosse la ventura di un nuovo governo senza la Lega, gradirei che si realizzassero due cosucce semplici semplici: la prima prevede che si smantelli quel Decreto Sicurezza bis che ha dato troppi poteri al Ministro degli interni in termini di repressione del dissenso, la seconda cosuccia che andrebbe fatta è la strenua difesa della nostra Costituzione. Auspico, in questi tempi grevi, che non si tocchi neanche di sfuggita l'assetto costituzionale che, bene o male, è ancora l'ultimo baluardo alla barbarie del sovranismo senza freni e senza palle al piede.
Lo so che per quanto attiene il primo punto c'è qualche opposizione: sappiamo che la Finanziaria creerà malcontento e frotte di Leghisti scendereanno (forse) in piazza per protestare dei disastri combinati dal loro Capitano festaiolo in beach tour.
Inutile ogni ragionamento con loro, che l'IVA aumenterà perché le promesse fatte all'Europa non sono state mantenute, perché la crescita prevista era pompata all'inverosimile and so on. 
Protesteranno a prescindere perchè pentirsi delle loro scelte non rientra nelle loro corde.
Siamo un popolo che non sbaglia mai.
Qual miglior forma di manifestazione del karma, penserà qualcuno, sarebbe quella di prendere nelle piazze italiane i simpatizzanti delle Lega a manganellate e tenerli in galera per un bel po' per la loro dabbenaggine?
Ma lo sapete, io sono buonista e me ne vanto: il decreto sicurezza bis è una vaccata e va eliminato e disinfettato dalle manifestazioni autoritarie che lo permeano ben bene. 
Doppio lavaggio e uso abbondante di antibatterico. 
Il secondo punto è quello che mi preoccupa di più perchè ha il fascino facile facile delle semplificazioni. 
La riduzione dei parlamentari sembra incontrare il piacere di molti: risparmio e efficienza, efficienza e risparmio, espressione del nuovo pensiero binario triste e solitario.
Intendiamoci, se ne può discutere, ma non ora. L'intervento sull'organizzazione dello Stato sarebbe, a mio modestissimo avviso, il piede di porco per riforme costituzionali che poco hanno a che fare con l'efficienza e spesso neanche con il risparmio.
Ora, scusate, ma torno a parlare con me stesso. Non mi ascolto neppure io. Comprerò un auricolare per fingere di parlare con qualcuno.

sabato 10 agosto 2019

"Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi".


Può piacere, può non piacere, ma le regole del gioco sono chiare e semplici: se Mattarella, convocati i partiti, vedrà una finestra per una nuova maggioranza, è tenuto a mantenere in piedi la legislatura. Punto. 
Chi parlerà di sondaggi, di “tradimento”, affermando che i risultati delle elezioni del 2018 ormai non rispecchiano più la volontà del popolo, è solo un venditore di fumo, perché la Politica si fa con i voti, non con le intenzioni di voto.
E' tutto da dimostrare che un governo o un governicchio riuscirà a tamponare la deriva autoritaria di un partito che ha ottenuto nel 2018 solo il 17% dei voti e il cui leader si sta comportando come avesse già la maggioranza assoluta del Paese. 
Capitan Findus non sottovaluti (è un consiglio da “spin doctor” in saldo) che aver cavalcato le proposte più dure dell'estrema destra farà sì che il resto del mondo politico e civile si guardi negli occhi e cerchi negli occhi altrui la spinta per superare le divisioni e le incomprensioni.
Se non ci sarà accordo, come è probabile in un Paese da sempre diviso anche nei momenti più tragici della sua storia, si andrà a votare.
Punto e punto e virgola.


giovedì 8 agosto 2019

Gli involontari, ma zelanti carnefici della democrazia.


Il murale può piacere o non piacere. Diciamo che non è stato realizzato da un graffitaro sprovveduto. Carola può essere considerata una violatrice delle leggi costituite o un'eroina che si oppone a una legge ingiusta. La questione non sta qui.
Il problema è costituito dallo zelante avvocato(!) che prende delle bambolette spray e copre con due scaracchi grigi i visi di Carola e del bambino.
Perché un privato cittadino si occupa di cancellare un'opera che non gli aggrada? 
Se avesse avuto delle rimostranze, non sarebbe stato più logico e legalmente corretto chiamare i Vigili o il Comune, proferendo le parole dell'indignato cittadino che vede imbrattato un muro? “Che cos'è questa schifezza? Cancellate subito questo orrore!”
No. Il cittadino, in questo caso un militante, ha pensato bene di fare da solo.
Insomma si è comportato come un “privato cittadino che, cogliendo alcuno nell'atto di commettere un reato, è autorizzato dalla legge ad arrestarlo in fragranza”.
Vi domanderete il motivo del virgolettato. 
Si tratta di una citazione da un'opera di Piero Calamandrei, “Il fascismo come regime della menzogna” che analizza, nel secondo capitolo del suo libro, il modo in cui inizialmente si è imposto un regime autoritario (a suo avviso controrivoluzionario e dittatoriale sin dai primordi).
Ecco, uno dei prodromi del fascismo fu l'investitura morale fornita dal regime al cittadino a porre rimedio al disordine generale. Al posto della Polizia e dei Carabinieri, considerati incapaci di mantenere l'ordine pubblico.
E c'è da preoccuparsi se oggi non il Poliziotto, non il Carabiniere, ma il semplice cittadino, animato dal sacro sdegno, incomincia ad arrogarsi il diritto, che ne so?, di fermare un suo concittadino che durante una manifestazione porta una sciarpetta con scritto “Ama il prossimo tuo”, il giornalista che fa domande scomode o ficca il naso dove non dovrebbe, un suo concittadino, magari Rom, ma italianissimo come lui, che deve entrare in una casa popolare che gli spetta di diritto. Non è cittadinanza attiva, come qualcuno potrebbe pensare, è esercizio della forza senza mandato, se non da parte del capo politico di riferimento.
Nel caso specifico, poi, accompagnare il gesto con uno sgrammaticatissimo foglietto rende ancora più penosa la questione: un italiano, per di più laureato, che non sa argomentare in uno scritto la sua opposizione a qualcosa che non gli va giù! Una mano di vernice grigia sul murale e uno slogan altrettanto grigio, trito e ritrito per giustificare l'atto! Una tristezza. 
Se non politicamente, esteticamente e linguisticamente, l'imbrattatore di muri è stato lui, l'esimio Avvocato di Taormina.


domenica 4 agosto 2019

Legittima difesa in azione: l'omicidio del Carabiniere a Roma.

Mi scusino gli avvocati che mi degnano della loro amicizia; la mia, infatti, è un'intrusione nel loro campo e io non ho né zappa, né trebbiatrice, né falce messoria per procedere alla coltivazione scientifica e intensiva del terreno.
Però, sono dotato di una certa capacità di prevedere il futuro: questo potere non è dato da doti soprannaturali, ma dal saper mettere insieme gli avvenimenti logicamente e fare la somma, due più due.
La questione riguarda l'omicidio per accoltellamento a Roma del Carabiniere Rega.Gli avvocati difensori del reo confesso stanno già allestendo il trappolone: insinuano in primis che l'omicida non sapesse di avere a che fare con un Carabiniere.
E la questione regge: era in borghese e per di più senza pistola di ordinanza.
Non confermano la confessione a caldo dell'assassino. C'è la questione della benda messa al complice dell'aggressione di cui ho già parlato in altra occasione che servirà a depotenziare il valore della prima ammissione a caldo di Finnegan Lee Elder.
Chiedono astutamente le immagini che sanno non esistere.
Come dire? Facciamo chiarezza: se ci saranno delle immagini, saremo disposti a cedere all'evidenza dei fatti. Come? Non ci sono immagini? Ohibò, quanto ci dispiace!
Purtroppo, i Carabinieri hanno già detto che videoregistrazioni non ci sono. Voi direte, ehmbè? Tutto qui?
Ultimo tassello non ancora evocato se non in confuso: la legittima difesa, il provvedimento fortemente voluto dalla Lega e diventato legge nel 2019.
Orbene, ordunque.
Il quadro è questo: il giovane americano, sentitosi truffato dallo spacciatore, intimorito per l'incontro chiarificatore con un malintezionato, si è recato con l'amico all'appuntamento con un coltello (legittimamente portato in Italia nel bagaglio in stiva). Aveva paura e sapeva di averla fatta grossa: aveva “sequestrato” il borsello per obbligare lo spacciatore a ritornare il maltolto.
Improvvisamente appaiono due estranei (amici degli spacciatori?) e i due americani si spaventano.
Che i Carabinieri in borghese si siano qualificati o meno poco importa: i due giovani statunitensi sono stranieri, non conoscono l'italiano e possono avere frainteso.
Et voilà, ecco il colpo di teatro: nel tentativo di fermare Lee Elder, Mario Circiello Rega tenta di bloccarlo, tenendolo per il collo. E qui scatta il richiamo alla legittima difesa: la difesa è sempre legittima (ricordate lo slogan?) e non è punibile chi agisce in stato di “turbamento e agitazione”. E come si fa a non essere agitati quando uno degli amici di pericolosissimi spacciatori ti prende per il collo?
Ecco come ritornano, veri e propri boomerang, le ideone di Capitan Findus: un reo confesso, grazie agli errori procedurali dei Carabinieri (la benda, il fatto che la vittima non avesse con sé l'arma di ordinanza), all'insistenza sulle prove documentarie attraverso le telecamere come panacea di ogni male, rispetto anche alle testimonianze, e all'ambivalenza di una legge che permette di utilizzare in qualsiasi caso le armi in caso di aggressione, si rimangerà tutto e da carnefice si trasformerà in povera vittima di un increcioso errore di valutazione (e se osserverete con attenzione le immagini dell'avvocato difensore con alle spalle il padre, la madre e la sorella affranti, capirete subito quale tasto batteranno non solo i parenti di Elder, ma anche i mass media statunitensi).
Et voilà!
Il Diavolo, lo sappiamo, fa le pentole, ma non i coperchi.
I coperchi li fabbricano bene quelli che si intendono di cavilli ed eccezioni.
E i boccaloni che pensavano di favorire la giustizia fai da te tanto al pezzo aiuteranno, probabilmente, grazie alla loro dabbenaggine e a una legge che lascia mano libera alle reazioni (armate) scomposte, i furboni a farla franca. Clap! Clap! Complimentoni!

giovedì 1 agosto 2019

La categoria del tradimento ai tempi del Sovranismo.


Mettiamola così: io, fino all'altro ieri, Sandro Gozi non sapevo chi fosse. Credo che il 99% degli Italiani si sia trovato sino a due giorni fa nella stessa mia condizione. Poi, scoppiato il bubbone, si va a vedere chi è. C'è un articolo che lo riguarda su Wikipedia (non ho altre informazioni più dettagliate) e, tranne che l'abbia scritto lui per depistarci, il suo curriculum vitae è di tutto rispetto: esperienze in Francia e negli Stati Uniti, docenze e consulenze. 
Sandro Gozi, classe 1968, è un italiano che si è dato da fare e che non si è impegnato solo all'estero, ma anche in Italia, candidandosi per il Partito Democratico e assumendo cariche di responsabilità.
Ecco che ora, per aver espresso l'intenzione di assumere la carica di Responsabile degli Affari Europei con Macron, qualcuno, il cui curriculum vitae professionale è pari a zero, duole dirlo, propone che gli venga tolta la cittadinanza, avendo Gozi avuto accesso a informazioni riservate durante il suo sottosegretariato.
Non so quanto possa essere efficace, comunque, il provvedimento invocato: togliergli la cittadinanza non risolverebbe il problema. Le informazioni le ha già in saccoccia. E' evidente che la revoca della cittadinanza ha solo, in questo specifico caso, un valore simbolico.
La richiesta di revoca è legittima, sia chiaro, perchè è prevista nel nostro ordinamento giuridico. Esiste un articolo di legge, l'art.12 Comma 1 della Legge 5 febbraio 1992 che così recita : Il cittadino italiano perde la cittadinanza se, avendo accettato un impiego pubblico od una carica pubblica da uno Stato o ente pubblico estero o da un ente internazionale cui non partecipi l'Italia, ovvero prestando servizio militare per uno Stato estero, non ottempera, nel termine fissato, all'intimazione che il Governo italiano puo' rivolgergli di abbandonare l'impiego, la carica o il servizio militare. Come si può leggere, il Governo "può" rivolgere l'invito, ma non è obbligato a farlo; non c'è alcun automatismo. E se lo fa, deve farlo per ottimi motivi evidentemente.
Il motivo principale da quanto si evince dalla lettera della Meloni a Conte pubblicata su “Il Giornale” è, come si è già scritto, il sospetto che Gozi, avendo avuto accesso a dei dossier riservati che riguardano anche i rapporti con i nostri vicini transalpini possa danneggiare in qualche modo i nostri interessi nazionali.
Insomma Gozi potrebbe “tradire” l'Italia e quindi gli si intima di lasciare l'incarico o di rinunciare alla cittadinanza italiana.
Mi domando, però, perché tale richiesta sia sollevata da Fratelli d'Italia ossia da chi al Governo non c'è (anche se Di Maio si è detto d'accordo) e da un partito che sembra sottovalutare un fatto assai più grave che danneggia assai di più i nostri  interessi nazionali, avendone leso la sovranità.
Fratelli di Italia, infatti, non mi risulta si sia fatta prendere dal fuoco sacro perché si facesse chiarezza sul tentativo di influire sulle elezioni politiche esercitato da parte di un paese extraeuropeo, la Russia, attraverso un finanziamento illecito. 
Qui la parola e la categoria “tradimento” andrebbe a pennello: si sono lesi (o si è tentato di ledere), di nascosto, gli interessi italiani grazie alla complicità di un partito che si è messo a disposizione di uno Stato estero per vil pecunia. Ai membri di un partito "traditore" non si dovrebbe neanche stringere la mano.
Insomma, se si è patriottici (se non si vuol dire sovranisti che è parola che a Fratelli di Italia, a mio avviso, dovrebbe dar l'orticaria), lo si è sempre e comunque e non un giorno sì e uno no, a seconda del Meteo politico.
Altrimenti qualche malizioso potrebbe sospettare che sia un patriottismo di maniera, quello che permette di infiammare i cuori per permettere al fumo di cottura della coratella dei polli di turno di nascondere qual fitta nebbia qualche malefatta di qualche potenziale futuro alleato trovato con le mani nella marmellata o, se preferite, nelle salamelle.
Insomma, non è che Fratelli d'Italia si sta organizzando con questa letteruccia a preparare il terreno per invitare alla grigliata chi, pur con scarsa attenzione al galateo e all'igiene personale, di grigliate se ne intende?


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