martedì 13 agosto 2019

Secondo monologo dell'anziano buonista a Ferragosto.



Sì, lo so, lo so, non è bello, ma lo devo fare, anche se non mi ascoltate.
Lo dico e lo ripeto:“Ve l'avevo detto io!”. Dirlo può irritare, ne sono perfettamente consapevole. Anzi, è irritante di sicuro perché presuppone che non ci siate arrivati prima. 
Poi, i grilli parlanti sono antipatici , oh, come sono antipatici!, e, abitualmente, hanno un triste destino: rimangono appiccicati al muro a suon di martellate, con coratella e budella in bella vista.
Però, ve l'avevo detto, o no?
Il ritorno di Capitan Findus nelle braccia dell'Innominabile era previsto fin dall'inizio.
Non solo: la politica di Capitan Findus che tanto ci/vi ha colpito (nel bene per i fan, nel male per chi gli si è opposto) si è sviluppata in perfetta coerenza con quella dell'Innominabile, solo con qualche punta di radicalismo verbale in più e una bella dose di vergogna in meno: apertura verso le Destre anche estreme, nostalgismo d'accatto per il tempo che fu quando c'era LVI, vittimismo, quanto basta e dopo i pasti, non appena arrivano i giudici ad interrompere i magna magna trimalcioneschi sui beni pubblici, e, per dessert e digestivo purgante, rivendicazione di una politica delle mani libere in odio ai lacci e lacciuoli dello Stato cattivo e controllore che, tradotta con le parole del Capitano, ora si chiama politica dei “pieni poteri” senza palle ai piedi (anche se sono le nostre ;-)) sive putinismo all'amatriciana.
Insomma, poiché l'Innominabile è fatto con la stessa Pasta del Capitano (o, se preferite, viceversa), il Berlusconismo non è mai morto. Come d'altronde, e lo stiamo vedendo nelle sue proteiformi trasformazioni, non si è completamente decomposto il fascismo dell'illegalismo sotterraneo, ma neanche tanto, al potere sotto la facciata di un legalismo attento, a parole, all'ordine e al controllo, ma più votato, in realtà, alla repressione del dissenso. 
Belle vetrine, direbbe il saggio, per nascondere il lugubre vuoto del negozio.
Le fasi storiche, com'è è giusto che sia, perché la Storia ce lo insegna, non si ripetono, ma, nel caso specifico dell'Italia, marciscono lentamente nel corpo del Paese per mancanza di consapevolezza, di responsabilità e, duole dirlo, di Norimberga lustrali dopo gli sfaceli.
Sta di fatto che l'odore dolciastro di cadaverina di ciò che si è deciso di non seppellire ecciterà , come al solito, anche questa volta, non solo gli appetiti degli avvoltoi e dei cani, fuor di metafora dell'apparato politico che di politica vive e si nutre, ma anche l'eterno trasformismo di Destra e di Sinistra.
Pur di azzannare quel che rimane ancora attaccato all'osso, chi andrà al potere saprà benissimo giustificare ogni sua azione: attribuirà la responsabilità di ogni suo provvedimento allo sfacelo di chi lo ha preceduto, come capita nella scuola ai docenti delle Medie che, facendo spalluce, attribuiscono l'analfabetismo de facto di molti loro allievi alle maestre della Primaria.
E così via, finché gli studenti, con un colpo al cerchio e uno alla botte, si laureeranno, tra le lamentele dei Docenti paludati, con lacune nella preparazione di base sempre più profonde o meglio, come sta succedendo nell'attuale classe politica, da studenti svogliati e neghittosi, dopo aver abbandonato gli studi, raggiungeranno il potere e il prestigio delle cariche più onorevoli senza neanche aver raggiunto un titolo di studio spendibile per il bene del loro Paese. Con i danni che potete tutti immaginare.
Ora basta. Mi metto l'auricolare e fingo di parlare con qualcuno che mi ha fatto arrabbiare.
Così non desto sospetto nei pochi che incrocio, mentre cammino sotto il sole a picco in mezzo alle vie semideserte per il Ferragosto. Non vorrei che chiamassero quegli omini vestiti di bianco che infarciscono di farmaci gli anziani come oche all'ingrasso.

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