martedì 7 gennaio 2020

Satira. Stato dell'Arte.


A cinque anni dalla strage dei disegnatori di Charlie Hebdo, una piccola riflessione si impone.
E' una banalità, lo so, perché è facile a tutti sincerarsene, ma la Satira, nei paesi Occidentali, non gode di buona salute, nonostante il sacrificio dei disegnatori francesi: molti giornali satirici chiudono o si trovano in grave difficoltà economica e, nei Paesi dove la libertà di Opinione e di Sampa dovrebbe essere un vessillo della Libertà di Espressione, i disegnatori di Satira stanno passando brutti momenti: o esercitano il loro diritto di Satira per spirito missionario o, semplicemente, muoiono di fame e, per sopravvivere, devono cercarsi altre attività per sostentarsi, sottraendo creatività e spirito umoristico al bene comune.
La Satira vive, male, ora, nei recinti di Internet e di Facebook, i cui algoritmi sono misteriosi ed eterodiretti.
I disegnatori nel mondo occidentale possono essere considerati dei privilegiati, comunque, perché in altri paesi il rischio è molto più alto: censura, arresto e la temibilissima autocensura che è il peggio del peggio nel mondo della Satira e che è il pane quotidiano sciapo di chi vive sul filo di questa modalità di espressione. Insomma, il sacrificio dei redattori di "Charlie Hebdo" è servito a poco, perché pochi l'hanno capito.
De hoc satis.
Arz
P.S.L'uso delle maiuscole è voluto e va interpretato. Questo post avrà per gli algoritmi di Facebook 25 lettori. Non uno di più, né uno di meno.


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