Notre Dame brucia e c'è qualcuno che,
invece di sudare freddo, rimane del tutto indifferente.
Quando i talebani distrussero il Buddha
di Bamiyan, tutti, tranne ovviamente i talebani, piansero la
distruzione di un'opera che oltre che religiosa era un'opera d'arte.
E chi piangeva non era Buddista.
Perché le opere d'arte, scusate la
banalità, ma evidentemente banalità non è, visto che molti non
capiscono il concetto, non appartengono a un popolo, ma all'interà
umanità.
E ora c'è chi vuole porre dei confini
al bello, come se la bellezza accettasse confini.
Il Sovranismo politico può anche avere
un senso, anche se , a mio modestissimo parere, non ha mai portato
fino ad oggi molto di buono, ma il Sovranismo in campo artistico,
fatto di steccati e di orgogli nazionali, no.
Ci saranno due categorie di persone che
non saranno d'accordo con quanto ho scritto: chi non apprezza la
bellezza e i talebani di ogni parte del Mondo, i primi guidati
dall'ignoranza dei canoni estetici e i secondi dal fanatismo
religioso o politico.
In qualsiasi caso, gli ignoranti non fanatici non accetteranno facilmente di essere etichettati come fanatici, né i fanatici non ignoranti, e ce ne sono parecchi, non gradiranno essere messi nell'angolino con il cappellino del somaro.
Il vuoto, che era pieno, del Buddha distrutto a Baymian, però, è lì ad ammonirci della follia di un Uomo che è in grado di produrre bellezza, ma nel contempo anche di distruggerla per incuria, per dabbenaggine, per puntiglio o per semplice stupidità, qualità che il Buon Dio (qualunque nome abbia preso sulla Terra) ha sparso equamente, non si sa per quale colpa degli esseri umani, come capperi salatissimi sulla pizza, in tutto il Mondo.
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