domenica 7 aprile 2019

Pissi pissi bao bao: severamente vietata la lettura a chi non vive nel mondo della scuola.




Notizie fresche di giornata: mancano per l'anno prossimo 70000 allievi all'appello. Dalle classi pollaio si passerà, sembra, alle classi dell'eco dove rimbomberà solo la voce degli insegnanti.
I dati numerici sono dati e ci sono mille ragioni per non ritenerli manipolati (si fa, si fa, non siate ingenui; in particolare, quando bisogna ingannare qualcuno): il calo della natalità e, non meno devastante dal punto di vista demografico e economico, la fuga dall'Italia di molti extracomunitari e delle loro famiglie in lidi più accoglienti sono dati difficilmente contestabili.
Non per niente la regione più in sofferenza è il Veneto che ha utilizzato la manodopera extracomunitaria à gogo, fino a che le sirene della globalizzazione hanno portato le produzioni oltre confine, svuotando le fabbriche e impoverendo il suo tessuto produttivo.
Non per nulla, in questi giorni, quelli che ora si lamentano di più sono gli industriali del Nord che, dopo aver carezzato sul coppino la Lega, si accorgono con leggero ritardo che la politica economica e non del Carroccio che è ideologicamente regressiva, conservatrice  e da Strapaese (protezionismo, scarso investimento nell'innovazione, disincentivo alla creazione delle eccellenze, attraverso la svalutazione del titolo universitario e del valore formativo della scuola an so on), ma anche, perché non chiamarla così?, a tratti, progressista, ossia a favore del pueblo dei pensionati colpiti dalla Legge Fornero e dei disoccupati cronici, fa a pugni, ovviamente nell'ottica confindustriale, con la produzione e l'esportazione dei prodotti Made in Italy.
Ed è questo il motivo dell'affannarsi da parte del governo a difendere il culatello in tutto il mondo e a spianare vie della seta.
Non ultimo fattore di crisi: l'immagine dell'Italia e degli Italiani all'estero (e i neosovranisti fingono di non accorgersene) sta perdendo in parte quel fascino che ha permesso per anni di rendere più accettabili alcuni aspetti spiacevoli che ci appartenevano e che ci appertengono in quanto comunità nazionale.
Due esempi del disastro in merito che non riguardano direttamente la compagine governativa (che, intendiamoci, non è per forza il parafulmine delle nostre pecche nazionali): la grezza di Dolce & Gabbana in Cina e la polemica di questi giorni Jim Carrey-Mussolini.
E mi fermo qui per non divagare troppo.
Riparto dall'inizio. Mancano allievi. Vero. Facendo una rapida e semplice equazione, si dirà che gli insegnanti sono in eccesso. Falso. Falsissimo: gli insegnanti abilitati e di ruolo stanno finendo (ci sono, e in eccesso, insegnanti tappabuchi e avventizi e docenti che potrebbero essere di ruolo, ma che vengono impiegati in estenuanti e demotivanti tirocini formativi: lavorano, ma sono tra coloro che sono sospesi, in attesa dell'ennesima riforma della scuola o del prossimo concorso).
Nella scuola tra breve nelle materie scientifiche si dovrà attingere agli studenti universitari di discipline scientifiche del primo anno. Per non parlare della carenza di insegnanti di sostegno specializzati. Sto parlando in particolare del Nord, ma la situazione, non ho dati precisi in merito, mi sembra un po' a macchia di leopardo nel resto d'Italia.
E allora perché mi allarmo? Perché se i giornali parlano così, vuol dire che si preparano tagli, e non solo di personale. L'ultimo contratto ha portato un aumento che va dai 4 ai 6 euro mensili ai docenti. Nel silenzio totale dell'opinione pubblica. Una vergogna nazionale e molto sovranista (un superlativo illecito, lo so) ;-)
Gli insegnanti incassano i pochi euro e fanno le solite battute a denti stretti:"Ora potrò finalmente permettermi le vacanze alle Hawaii!",  "Mi darò all'alcol di qualità, altro che Tavernello!","Uh! Chi mi frenerà nello shopping compulsivo?"
E la scuola muore. Per mancanza di personale specializzato e motivato. Per mancanza di soldi. Per garrotaggio. Piano piano. Cloppete cloppete! 
arz62

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