Come ogni cattocomunista
che si rispetti, non parlo volentieri male della Chiesa. Ma questa
volta mi prendono per i capelli.
Sappiate che il Papa Emerito ha
lasciato qualche suo appunto sulla pedofilia su un giornale tedesco.
La vulgata di ciò che ha
scritto l'avete letta sui giornali: a parere di Benedetto XVI, la
libertà sessuale del '68 ha dato il via al diffondersi della
pedofilia nella Chiesa.
E' una semplificazione giornalistica,
vero, ma rileggendo l'articolo, ahimé, c'è qualcosa di peggio che
addossare a un movimento culturale e politico “esterno” le colpe
“interne” di una parte del clero indegno del proprio nome.
Riporto parte
dell'articolo papale papale ;-) :
“Tra le libertà che la
Rivoluzione del 1968 voleva conquistare c’era anche la completa
libertà sessuale, che non tollerava più alcuna norma. La
propensione alla violenza che caratterizzò quegli anni è
strettamente legata a questo collasso spirituale. In effetti negli
aerei non fu più consentita la proiezione di film a sfondo sessuale,
giacché nella piccola comunità di passeggeri scoppiava la
violenza”.
Sembra che il Papa Emerito
faccia una bella confusione tra pulsione sessuale e aggressività; lo
dice anche Freud che dalla pulsione sessuale repressa e insoddisfatta
può nascere l'aggressività, ma l'aggressività è una costola della
pulsione sessuale non ne è la sua manifestazione principale.
Dalla
pulsione sessuale nasce il bisogno relazionale a scapito delle
pulsioni egoistiche.
E a sentire l'altro Papa
la sessualità non è più uno strumento del Demonio. Anzi.
Tralascio altri passaggi,
ma vi invito a leggere senza commento questa parte: “ Mi sia
consentito a questo punto un breve excursus. Di fronte all’estensione
delle colpe di pedofilia, viene in mente una parola di Gesù che
dice: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio
per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato
nel mare» (Mc 9,42). Nel suo significato originario questa parola
non parla dell’adescamento di bambini a scopo sessuale. Il termine
«i piccoli» nel linguaggio di Gesù designa i credenti semplici,
che potrebbero essere scossi nella loro fede dalla superbia
intellettuale di quelli che si credono intelligenti. Gesù qui allora
protegge il bene della fede con una perentoria minaccia di pena per
coloro che le recano offesa. Il moderno utilizzo di quelle parole in
sé non è sbagliato, ma non deve occultare il loro senso originario.
In esso, contro ogni garantismo, viene chiaramente in luce che è
importante e abbisogna di garanzia non solo il diritto dell’accusato.
Sono altrettanto importanti beni preziosi come la fede."
Quel che importa al Papa
Emerito, oltre al garantismo nei confronti degli accusati, è
l'attentato nei confronti della Fede. Sembrerebbe a prima vista di
una presa di posizione antigarantista, ma ci si dimentica che si sta
parlando di corpi abusati e di psiche devastate.
E qui, scusate la
banalizzazione, ci si preoccupa che i piccoli perdano la loro fede.
Preoccupazione legittima sia chiaro dal punto di vista pastorale, ma
del tutto impropria rispetto a quello che può succedere a livello
psichico nella sua esperienza di vita concreta ad un bambino abusato.
Ecco l' esempio concreto
poco dopo di quanto accennato prima:
“Una
giovane ragazza che serviva all’altare come chierichetta mi ha
raccontato che il vicario parrocchiale, che era suo superiore visto
che lei era chierichetta, introduceva l’abuso sessuale che compiva
su di lei con queste parole: «Questo è il mio corpo che è dato per
te». È evidente che quella ragazza non può più ascoltare le
parole della consacrazione senza provare terribilmente su di sé
tutta la sofferenza dell’abuso subìto. Sì, dobbiamo urgentemente
implorare il perdono del Signore e soprattutto supplicarlo e pregarlo
di insegnare a noi tutti a comprendere nuovamente la grandezza della
sua passione, del suo sacrificio. E dobbiamo fare di tutto per
proteggere dall’abuso il dono della Santa Eucaristia”.
Come
se il problema più urgente, per una ragazzina abusata, siano le
parole di un prete pedofilo (o pedofilo prete) che mettono confusione
nella sua testa per quanto concerne il significato dell'Eucarestia o che l'atto in sé sia un danno al dono di questo sacramento.
Non
sono aduso alle letture teologiche e magari mi sfugge qualcosa, ma
temo che questo tipo di Teologia, che
vola troppo in alto, perda involontariamente i contatti con
l'Umanità.
E nel caso specifico che
sia un “malaltrismo” (una variante del benaltrismo) ad uso interno del Vaticano per evitare di fare i conti
con le potenziali perversioni indotte da un celibato dei preti che è, di fatto, un atto contro natura.
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