domenica 2 agosto 2020

Tra il godimento delle disgrazie altrui e il senso di vergogna per le malefatte del nostro prossimo.

L'articolo da cui prendo spunto si trova qui: Bufale.net.

Ottimo articolo che non toglie, comunque, il dato incontrovertibile che la situazione sia da "codice rosso". 

L'emergenza culturale che ha fatto tabula rasa della nostra memoria collettiva è il frutto di un trentennio di politica che ha privilegiato il fare sul pensare, tagliando sistematicamente la percentuale di PIL del nostro Paese destinato alla scuola, all'Università e all'innovazione e che si basa sull'assunto di un Ministro che ha affermato senza alcun rossore che con la cultura non si mangiava (affermazione ossimorica, visto che chi l'ha proferita, non ne era privo). 

Rimane la vergogna per le scelte politiche di una classe politica che è rimasta schiacciata dallo stesso meccanismo che ha messo in moto e che ha dato origine a una classe dirigente indegna del proprio nome (faccio riferimento, andando a casaccio, ad un Antonio Razzi con la pentola in testa, alle sceneggiate seriali di Vittorio Sgarbi, ai brindisi sui balconi per la sconfitta della Povertà di Di Maio e, pietra di paragone e punto di inizio e di non ritorno, il voto dei Parlamentari del 2011 sulla nipotina di Mubarak). 

Insomma, non godo per la Schadenfreude, ma non rinuncerei alla Fremdschämen nei confronti degli ignoranti e dei consiglieri fraudolenti 


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