sabato 1 dicembre 2012

Sallusti e l'allergia alle regole

Sallusti prima si è barricato nella sede del Giornale, poi gli agenti della Polizia lo hanno scortato a casa  agli arresti domiciliari; ora sembra che sia uscito di casa ( lo aveva annunciato).
Se è così, tra breve sarà processato per direttissima per evasione.
E' giusto che, nel nome del libero pensiero ( anche se i contorni della vicenda che hanno portato al processo e alla condanna hanno poco a che fare con uno dei princìpi più importanti del pensiero liberale) , si possa e forse si debba sfidare il potere costituito.
E fa onore al direttore del Giornale, comunque la si pensi, scegliere il carcere invece dei “comodi” arresti domiciliari ( e ognuno si faccia un esamino di coscienza se affronterebbe a cuor leggero il carcere piuttosto che usufruire di una forma di detenzione di certo gravosa, ma meno pesante, in particolare dal punto di vista psicologico...)
Ecco, se , dopo un'esperienza del genere, sentissi da Sallusti un minimo di comprensione per chi, prima di lui, sfidando il potere costituito, anche in nome di qualche idea balzana, si è preso qualche manganellata di troppo, potrei provare sincero rispetto per questa scelta coraggiosa. Temo, però, che il direttore del Giornale stia approfittando dell'occhio di bue che lo sta illuminando qual attore impegnato in uno spettacolo che abbiamo già visto: quello della vittima miliardaria che osa sfidare la legge, fino alle estreme conseguenze, per poi ottenere, grazie a qualche salvifico ombrello politico, qualche lasciapassare come privilegiato ( la proposta per salvarlo dalla galera, pur se bocciata, è già un segnale di attenzione che altri “innocenti condannati” non possono neanche immaginarsi).
Le regole stanno a Sallusti così strette ( ...sarà lo stress.... sarà la fretta...) che persino l'ortografia sta diventandogli un po' antipatica, ma in questo caso potrà prendersela solo con l'Accademia della Crusca e non con i giudici.
arz©
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