venerdì 28 dicembre 2018

Le piramidi rovesciate e l'emigrazione.


Primi segnali dalla piramide rovesciata, quella che vede meno nati e tanti vecchi. 
Un paese profondamente diffidente nei confronti degli immigrati, il Giappone (e il razzismo giapponese è peggio del nostro, senza alcun dubbio), decide di aprire i confini con un divertente scambio di ruoli tra liberal e conservatori, i primi contrari e i secondi favorevoli. 
E non si potrà permettere di trattarli come merda secca, tranne che intenda spararsi un colpo in testa.
In Germania, si stanno aprendo le porte per far entrare nell'esercito italiani e rumeni.
Noi siamo nella fase di chiusura totale. 
Poiché storicamente e economicamente arriviamo sempre un po' in ritardo, aspettatevi novità. 
Piano piano.
arz©

giovedì 27 dicembre 2018

Consigli prezzolati alla Sinistra. La Destra per ora non paga.


Poiché il mio conto PayPal rimane a zero nonostante i numerosi consigli rivolti ai dirigenti della Lega (e mal gliene incolse, visto che qualche cedimento comincia a farsi sentire! Si vedano i dati sulle intenzioni di voto nel Nordest!), ora mi permetto di dare, essendo un consulente prezzolato freelance, qualche consiglio (spero debitamente riconosciuto in solido sulla mia Paypal ;-)) agli sprovveduti della Sinistra che evidentemente non hanno ancora capito come gira e funziona la propaganda della Destra.

Lo hanno già scritto in tanti e di certo io sono l'ultimo della fila: criticare il Ministro perché quest'ultimo mangia Nutella a Santo Stefano (mentre il fratello di un pentito sotto protezione è stato crivellato di colpi e c'è stato un terremoto non di poco conto in Sicilia) è una sciocchezza.

L'innominabile lavora sull'immedesimazione e il suo elettore tipo gongola: “Lui è come me” (e ci vorrebbe una fucilazione post mortem di Umberto Eco, a cui ho voluto tanto bene, per aver dato modo, studiando da semiologo la figura mediatica di Mike Bongiorno, a Berlusconi prima e ora all'i. di irretire l'opinione pubblica in modo così semplice). 
Perché dare l'idea tritanzuola del Ministro in abito nero presente ad ogni disgrazia sul territorio nazionale? Non è meglio un Ministro gaudente attento a cogliere gli aspetti più gustosi dell'esistenza?
Non solo, cari ingenuotti: il messaggio è anticasta.
“Io sono Ministro degli Interni e potrei fare colazione a caviale e champagne e invece no: mi mangio la Nutella che è alla portata di tutti. Potrei sfruttare la mia condizione di privilegio e poi non lo faccio. Non son fico?”
La sua passione per il “Food Porn” nasce da qui: mangiare tortellini emiliani con il sugo Star accompagnati da una birra è una strizzata d'occhio a chi in un ristorante di pregio si sente talvolta a disagio (e diciamola tutta: la strafighetteria che emanano da tutti i pori certi chef , severissimi e inflessibili, pubblicizzati grazie alle millanta trasmissioni televisive dedicate alle cucine di ogni bettola d'Italia, è oggettivamente insopportabile).

Che fare, dunque?

In primis, l'opposizione deve muovere le chiappe. Mentre l'i. si slurpa zuccheri e lipidi in quantità (ed è quindi rallentato nella corsa), qualche leader di peso (a trovarlo, però...) di Sinistra si fiondi a Pesaro e a Catania.
Non dica in qualsiasi caso: “Dov'è il Ministro? Perché non è qui?”
Nisba. Niet. Silenzio assoluto.
Dica: “Io (noi) sono qui vicino a chi è in difficoltà. C'è una tragedia in atto”.
Porga il lato più fotogenico del suo volto e assuma l'aria contrita di chi, non avendo alcun potere, non può nulla. Versi anche qualche lacrima.
So di essere cinico, ma la politica funziona anche così.
Poi arriverà il Ministro, ma sarà in qualsiasi caso in ritardo e farà la figura agli occhi del suo elettorato di colui che prima ha pensato alla Nutella e poi ai problemi della gente.
Anche lui porgerà il suo lato fotogenico, ma l'immagine in sottofondo e subliminale sarà quella di lui con la lingua protesa per leccare la giusta porzione di Nutella.

In secundis, trovare qualche falla tra il dire e il fare di chi attualmente ci governa. Non è difficile.
Ad esempio, insistere sulla mancata indicizzazione delle pensioni, in particolare di quelle intorno ai 1500 euro. Il Leghismo attinge per incrementare i propri consensi al mondo dei pensionati come ha fatto Berlusconi non tanto tempo fa.
Io credo che la mancata indicizzazione delle pensioni sia per la Lega un gran bel problema.
Inutile e controproducente è essere troppo espliciti, però.
Tutti sanno che, quando l'osservazione negativa parte dall'opposizione, scattano meccanismi di difesa pavloviani: “Non si sono rivalutate le pensioni perché la Sinistra ha lasciato i conti disastrati o perché i nostri compagni di ventura vogliono introdurre quell'abominio del reddito di cittadinanza. Che colpa ne abbiamo noi?”
Bisogna lavorare di sponda. Qui ci vogliono esperti di pubblicità o, se preferite, di propaganda. Instillare, ad esempio, il dubbio che qualcuno voglia spingere un ceto non certo benestante, ma non ancora impoverito, a consumi più frugali e popolari, quando prima poteva permettersi di tanto in tanto il ristorantino stellato o il fritto misto nella pizzeria sotto casa, potrebbe essere la mossa vincente. Oppure, più banalmente, poiché l'i. di certo non ama mangiare solo Nutella e tortellini al sugo Star (e qualche selfie lo vede soddisfatto davanti a piatti luculliani), perché non creare un collage delle sue immagini a tavola corredato dalla fotografia di qualche disperato (italiano!!!) , di qualche diseredato che dovrebbe essere (e ovviamente non lo è) strappato alla sua condizione di miseria grazie allo slogan “salvinifico”: “Prima gli italiani”?

Terzo consiglio. Fare terra bruciata. Guardate il Nordest che sta piano piano voltando le spalle alla compagine governativa. Confindustria e Confartigianato del Nord non amano ora le politiche di un Governo che hanno lisciato pelo e contropelo fino all'altro ieri.
Senza troppo strepito, incominciate, ad esempio, individualmente a scrivere alla Ferrero, alla Barilla, alla Star che non gradite l'accostamento di prodotti di così consolidata tradizione a personaggi politici che non approvate.
Non chiamatelo boicottaggio, però, non siate ingenui!
Non avete ancora capito che il vittimismo di cui era maestro Berlusconi è un'arma potentissima nelle loro mani, condita ora anche con il pepe del complottismo di marca pentastellata?
Esprimete il vostro disagio, la vostra difficoltà. Personale. Individuale.
Verrà il momento in cui, in modo discreto, anche chi produce sentirà odore di terra bruciata, un odore che non contribuirà a migliorare di certo le proprietà organolettiche né della pasta, né della crema di nocciole, né del sugo industriale di marca. Partiranno delle letterucce.
E fare "Food porn" con i prodotti dell'EuroSpin non farà, datemi retta, lo stesso effetto.
arz©

sabato 22 dicembre 2018

"Fatto". Di Maio e la sudditanza linguistica.


E' da anni che insisto: il linguaggio di Berlusconi ha colonizzato il linguaggio di quella che era un tempo l'opposizione. Prima c'è cascato Renzi con gli effetti disastrosi che hanno travolto il PD, ora Di Maio: il foglietto con l'indicazione “fatto” ne è ora un esempio lampante.
Il peggio è che il Movimento 5 Stelle con simili iniziative dimostra di ritenere in pectore, come Berlusconi fece, l'elettorato un ragazzino di prima media non particolarmente sveglio.
I Pentastellati non considerano, però, il fatto che il ragazzino è volubile e spesso maleducato. E sputa, quando gli gira storta, in faccia ai supplenti.

Facciabucco e l'inquinamento globale dovuto ai gas serra (metano, in primis).


Mi sta capitando qualcosa di divertente. Su Facebook pubblico con una certa frequenza le mie sciocchezze: disegni, abbozzi, osservazioni e, più frequentemente, deliri (ma l'antibiotico sta facendo il suo effetto, non preoccupatevi, passeranno tra breve) .
So di raggiungere un numero limitato di persone e, se devo essere sincero, sono un cultore appassionato dei venticinque lettori manzoniani.
Lo so, non va di moda: va per la maggiore il quarto d'ora di celebrità di Andy Warhol, che, tradotto nel ruggito del mandiboluto, suona all'incirca: meglio un giorno da leone che cento da pecora. Insomma, meglio pisciare nel piatto di portata nel miglior ristorante di Milano ed essere visto su You Tube da un miliardo di persone che rimanere semisconosciuto all'orbe terracque disquisendo su temi dotti e barbogi.

Ma io sono del gregge di Epicuro, mi conoscete. Amo vivere nascosto. E non frequento i ristoranti milanesi.

Orbene, ordunque: da un po' di tempo vengo tempestato da richieste sempre più frequenti di allargare i miei orizzonti.
Ammetto una colpa: ho usufruito di una promozione di 15 euro di Facebook per estendere i miei post e ho utilizzato l'offerta per allargare a un migliaio di persone due/tre messaggi edificanti, per puro spirito educativo. Ah, con scarsissimo effetto, sia chiaro! Anzi: allargando il pubblico degli uditori, mi sono scontrato con intolleranti antipaticissimi di ogni risma e colore.

Il bot che controlla i contenuti del Social o, meno probabilmente, l'amministratore delle pagine di Facebook devono aver dedotto che il sottoscritto è disposto a spendere dei soldi per guadagnare in “visibilità”, che è poi la vera moneta di scambio odierna, altro che bitcoin!
Poiché sono pigro e povero, declino il pressante invito. 
Grazie, non c'è trippa per gatti e la poca trippa che cucino è solo per gli ormai scarsi cultori delle frattaglie.

Però, un piccolo rovello mi rode: vuoi vedere che i contenuti di Facebook sono ormai di così cattiva qualità che persino i miei scarabocchi, i miei deliri costituiscono un valore, una merce di scambio?
Insomma, non saranno piatti elaborati da chef stellati, ma le mie frittatine alla buona hanno forse qualche interesse?

Se così fosse, perché, dunque, dovrei pagare io, lorsignori? Non vendo né borse artigianali, né caciotte.

Non è giunto il momento in cui voi amministratori di facciabucco paghiate qualcosina per tenere in piedi il vostro mercato pubblicitario (e quello nascosto, che, credo, costituisca il vostro principale introito: la profilazione dei vostri utenti)?
Per la legge che presiede la diffusione dei contenuti di Internet sapete benissimo che il contenuto cattivo tende ad espellere quello buono (per cui il video del più pirla degli adolescenti che si incendia i pantaloni per dimostare che il metano prodotto dal suo corpo è infiammabile ha 2000000 di visualizzazioni, mentre il dotto commento dell'intellettuale su qualche argomento di attualità ad andar bene raccoglie 200/300 like).
Forse cominciate a sentire che il metano prodotto sta rendendo l'aria irrespirabile, che le Fake News stanno inquinando la credibilità delle notizie reali, che il linguaggio degli spargitori di odio sta silenziando le parole pacate di chi crede ancora nella democrazia, anche attraverso l'utilizzo dei Social?
Ecco, se avete percepito il pericolo, sapete che cosa fare.
A destra, c'è il link della mia Paypal* ;-)

* Ad oggi, neanche un euro.

arz©

venerdì 21 dicembre 2018

Blocco stradale: come le leggi si trasformano in soprusi.


Partiamo dalla premessa che sono contrario al reato di “Blocco stradale”. Ne capisco la ratio (e il reato era già previsto dal nostro ordinamento), ma prevedere pene detentive come quelle indicate dal nuovo Decreto Salvini è illogico e, come vedremo, ingiusto. in particolare perché, e ne abbiamo già le prove, è un reato che si contesta a chicchessia a pura discrezione del Ministero degli Interni.
L'esempio è di pochi giorni fa: i bus turistici hanno paralizzato VOLONTARIAMENTE il centro di Roma per far valere i loro diritti.
Non entro nel merito, sta di fatto che i conducenti dei bus hanno bloccato de facto la circolazione dell'Urbe.
E' intervenuto qualcuno? Si son visti manganelli roteare? Neanche per sogno! L'intervento dei poliziotti sarebbe stato altamente impopolare e non avrebbe pagato in termini di consenso politico. Così come sarebbe impopolarissimo invocare pene draconiane per le tifoserie che un'ora prima e un'ora dopo le partite utilizzano le strade cittadine per le loro scorribande.
Ecco il punto: una legge che si applica solo come deterrente per contenere i movimenti di opposizione e non si applica, anche quando vi è una palese violazione, quando la convenienza politica lo impone, non è una legge, è un sopruso.
E il Decreto Salvini non è nato per migliorare la vita dei cittadini, ma per dar la parvenza dell'esistenza di uno Stato Forte.
Ovviamente Forte coi deboli e, debole, persin vigliacco, coi Forti.
E' il solito sangue di Don Abbondio che scorre, lento e lutulento, nelle vene delle Istituzioni italiane e che fa del nostro Stato sempre più uno zombie malcerto nel passo e nella direzione.
arz©

giovedì 20 dicembre 2018

Mara Lapia, anche i pentastellati piangono.

Meglio di una telenovela, ragazzi! ;-)
L'onororevole potrebbe divulgare i filmati per amor di trasparenza, eh?


Aggressione a Maria Lapia

"Lei non sa chi sono io!" "Era tutti!" ( Gaber, a memoria).

domenica 16 dicembre 2018

Caro Carabiniere,...

https://video.repubblica.it/edizione/roma/roma-violenta-aggressione-al-carabiniere-dopo-lazio-eintracht-il-militare-estrae-la-pistola/322572/323193?video&ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P11-S1.4-T1


Caro Carabiniere,
tu che, aggredito da una ventina o più di cosiddetti tifosi laziali protagonisti di un' altra aggressione nei confronti di altri tifosi tedeschi, non hai ceduto alla prima reazione, quella più semplice, ossia quella di fare il tiro a segno con gli energumeni, meriti il mio e il ringraziamento di tutti.
Rassegnati. Ti daranno del codardo per quello che hai fatto, ma chi lo pensa, sappilo, è della stessa genia degli energumeni che ti hanno aggredito.
Le tifoserie amano il linguaggio della Guerra e quello della Mafia, non per niente si rivolgono a te con l'”infame” di prammatica.
Eri in evidente inferiorità numerica, ti sei difeso come hai potuto. Venti contro uno, sai che eroi, loro! Tu eri solo e avresti potuto , anche da solo, fare molto male e, se non hai ceduto alla soluzione più facile, è dato dal fatto che tu sei un vero professionista. Avresti potuto a ragione invocare la legittima difesa. Ti hanno ferito.
Tu sei un professionista, però, e il tuo compito non è lasciare cadaveri per le strade, ma quello di evitare che ce ne siano.
Inoltre, se avessi sparato, avresti avuto le geremiadi di quelli che rispettano le Forze dell'Ordine solo quando manganellano gli altri. ACAB siete e ACAB, per loro, sempre sarete.
E' un vero peccato che un vostro diretto superiore, quello agli Interni, anche se tu dipendi dalla Difesa, lisci i cagnacci di tanto in tanto, magari promettendo loro un appalto nel terzo settore della violenza. Belle le ronde, no? Non possiamo mica mettere Carabinieri e Poliziotti dappertutto, vero?
D'altronde, caro Carabiniere, ed è inutile nascondercelo, anche tra i tuoi commilitoni c'è una certa simpatia per chi va per i modi spicci, non è un mistero. E tra i fan dei club sportivi ci sono molti militari che quando scrivono non vanno tanto alla leggera. Senza parlare di quelli che frequentano i siti di Casapound e FN.
Ecco, ammesso questo, per amor di verità, quando ti sarai rimesso, perché la bottigliata in testa è arrivata e avrà fatto danni, cerca di convincere chi ti è vicino che questi personaggi sono pericolosi: hanno una certa predisposizione verso la violenza, e dopo esserla presa prima con l'extracomunitario poi con le zecche, prima o poi le vittime sarete voi.
Prendi ad esempio i successi reali delle Forze dell'Ordine di questi mesi: l'annientamento del clan Spada e di quello dei Casamonica.
La rovina del clan Spada è partita dalla testata di uno di loro a un pacifico giornalista (e ora dovrà dare cappocciate al muro del carcere per la sua beotaggine).
Vorrei che il vigliacco lancio della bottiglia (vigliacco perché ha confidato sul tuo essere professionista) si ritorcesse allo stesso modo su di loro, spezzando la catena che unisce tifoserie e forme di estremismo (nel caso specifico, quello nero, ma non mancano addentellati di altri colori).
Temo che domani , come sarebbe normale, i personaggi protagonisti della tua aggressione non riceveranno la visita delle Forze Armate.
Non succederà, lo sai; e sarà uno smacco. 
I loro nomi e i loro profili sono conosciuti meglio di quelli dei “lupi solitari”.
Prima si deve depotenziare la copertura politica che ha permesso a lungo e  permette a tali persone di andarsene in giro, superbe del loro nulla, dopo aver combinato quello che hanno combinato, indisturbate.
Fatti difendere dai tuoi commilitoni e a muso duro chiedete ai vostri superiori che atteggiamenti di questo genere da parte di balordi straconosciuti e straschedati non possono essere tollerati. E che non reagire , in termini di legge, significa dargliela vinta alla grande. E che fargliela pagare al prossimo scontro di piazza come contentino non è il modo migliore per farsi giustizia perché vi mette tutti allo stesso livello.
Be', oggi, è ancora presto per pensarci. Prenditi qualche giorno e non pensare a niente. Ti spetta.
Poi ritorna al lavoro. Auguri di buona guarigione.
Stefano

sabato 15 dicembre 2018

Ama il prossimo.


Capita di vedere le persone, le idee e persino gli oggetti morirci intorno. E' sensazione comune per gli ottantenni che vedono i coetanei diradarsi, le idee del tempo che fu trasformarsi in aria fritta alle orecchie dei pochi disposti ad ascoltarli e gli oggetti quotidiani trasformarsi con tale rapidità che certi vecchietti si attaccherebbero ancora al tubo catodico del televisore, solo potessero, per assistere a Rischiatutto.
Ecco che una trentina di anni di anticipo vivo la stessa sensazione, complice forse l'influenza che non mi molla.
Vedere un ragazzo che porta un semplice cartello con la scritta (sicuramente provocatoria, ma anche evidentemente ironica, gentile e disarmata): “Ama il prossimo”, fermato da due persone (due agenti in borghese? Non si usa più qualificarsi ora?) e portato a forza e con qualche danno fisico (un taglio a un labbro) per essere identificato segna il lento (?) passaggio verso un sistema autoritario e poco attento ai diritti del cittadino.
Il cartello, tra parentesi, esponeva un'idea che avrebbe dovuto ricevere il plauso degli amanti del presepio. Evidentemente il messaggio evangelico è ancora terribilmente sovversivo. Tant'è che l'Innominabile ha paragonato “Famiglia Cristiana” a un giornale dell'Ultrasinistra.
Vedere l'articolo 21 trattato come una cosa di poco conto e che può essere calpestato con tale noncuranza e senza la reazione di nessuno fa veramente paura.
Sono meravigliato che questo appaia a molti così normale. Non lo è.
Stanno diventando evanescenti: il diritto di opporsi al potere senza essere identificati (è successo più volte), la possibilità di esprimere un'idea dissenziente senza essere oggetto di un'azione di forza, il diritto del cittadino di non essere fermato senza che la persona che opera il fermo si qualifichi.
Ma quel che mi preoccupa di più è il fatto che un popolo privo di un minimo di ironia, che sa solo sogghignare, ma non ridere, è già pronto a compiere cose terribili.

L'altra feccia del capitalismo.


domenica 9 dicembre 2018

Feltri e gli sciacalli. Sull'irresponsabilità degli adulti.


Vittorio Feltri non è colpevole di aver provocato la strage nella discoteca, sia chiaro. Il principale colpevole è il ragazzino che ha sparso in un luogo affollato (sovraffollato) la sostanza urticante.
Diciamo che Feltri è stato facilone: vendere in edicola lo spray al peperoncino ha come effetto (non voluto, ma prevedibile) che non solo l'inerme ragazza che teme un'aggressione, ma anche il minorenne idiota se ne possa impossessare con una certa facilità. 
Più grave è che il giorno stesso della strage sopra alla notizia comparisse la pubblicità della pistola al peperoncino. Buon gusto e un pizzico di intelligenza avrebbero voluto che fosse rimossa subito. Non è stato così.

Insomma, Feltri si è comportato, si licet parva componere magnis, come il ragazzo che ha usato la pistola al peperoncino. Voleva fare uno scherzone, e ne avrebbe riso con gli amici, se le cose non fossero andate come sono andate.
Rileggete alla luce di ciò che è successo quello che ha scritto Vittorio Feltri quando ha proposto la vendita della pistola al peperoncino: 
“  Le nuove armi sono innocue, hanno un costo accessibile, sono dissuasive e ci possono salvare la vita". Ah.

Ed essere un poco più responsabili di quello che si scrive e si fa, no?
E' così difficile?

(Ovviamente per Feltri io, nel far notare queste piccole sgrammaticature dei comportamenti, sono uno sciacallo e per qualcun altro la solita “merda rossa”). 


Riporto l'articolo di presentazione dell'iniziativa perché non si dica che voglio manipolare le notizie:



A partire da sabato 20 ottobre i lettori di Libero potranno acquistarla in edicola al prezzo esclusivo di 43,50 euro anziché 59. Insomma, nel nostro piccolo, contribuiremo a proteggervi, poiché non possiamo pretendere che le forze dell’ordine siano onnipresenti e si dedichino ad ogni singolo cittadino minuto per minuto.

Tuttavia, badate bene: non vi potremo difendere dalla stupidità, dai danni prodotti dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio, dall’aumento del debito pubblico né dallo spread. Ma almeno vi metteremo al sicuro dai malintenzionati, dai furfanti, dagli stupratori e dai delinquenti sempre più attivi sulla penisola, da Nord a Sud, complice l’accoglienza indiscriminata di chiunque abbia voluto usurpare il nostro territorio varcando le frontiere senza uno straccio di documento finendo obtorto collo con il vivere per strada nonché di espedienti, tra cui furti, rapine, aggressioni e chi più ne ha più ne metta.
Ci preme spingere il cittadino alla virtuosa autonomia, che non implica il farsi giustizia da sé, che noi aborriamo, bensì comporta l’adozione di quelle misure minime di tutela dell’incolumità e della sicurezza personale e dei propri cari. Le nuove armi sono innocue, hanno un costo accessibile, sono dissuasive e ci possono salvare la vita. Siamo altresì certi del fatto che genitori, nonni, mariti, fratelli, sorelle, saranno più sereni nel sapere che i congiunti che rincasano tardi la sera o sono costretti ad attraversare zone “pericolose” o a viaggiare su vagoni semivuoti in orari particolari hanno in tasca o nella borsetta un aggeggio di questo tipo, che non produce danni irreversibili e che consente a chi lo adopera di correre più veloce di una gazzella nella Savana sottraendosi agli artigli di chi vorrebbe fargli del male.
Alla fine, tutto il mondo è giungla!


venerdì 7 dicembre 2018

Teste di coccio tra vasi di ferro.


De coccio.
Anni e anni a spiegare loro che privatizzare il servizio di pulizie delle scuole sarebbe costato di più e sarebbe stato peggiore. Ci ribattevano da Destra e da Sinistra: “ Ma come? Lo sapete bene che il privato funziona meglio e il pubblico fa schifo!”
De coccio.
Anni e anni a dire che privatizzare le ferrovie non sarebbe stato il toccasana per le Ferrovie Italiane.
E ora i treni pendolari affidati alla Trenord (per fare un esempio a me vicino) sono al collasso e se i pendolari potessero essere armati di roncole massacrerebbero il management di Trenord quattro volte al dì.
De coccio.
Anni e anni a pregarli di non lasciare che l'interesse privato entrasse nelle Autostrade: avrebbe significato pochi controlli e cemento di sabbia. E il Ponte Morandi è lì da vedere.
De coccio. De coccio. De coccio.

E anche se ora si sono pentiti alla grande, a fronte dei disastri, la colpa sarà degli altri (quelli a cui hanno affidato, andandoci a cena, senza controllo, paccate di denaro) o, più probabilmente, di coloro che avevano per tempo visto giusto, ma che allora erano proprio retrogradi e oggi uccelli del malaugurio.
I nostri governanti sono come quegli allievi un po' tonti che intervengono e dicono: “Lo sa, professore?” e con aria di grandi dotti ripetono paro paro, ma fuori tempo massimo, le informazioni che il docente aveva fornito loro una settimana prima.
E, se glielo si fa per caso notare, si offendono di brutto per leso copyright.


E in questi anni quanti milioni di euro pubblici buttati nel cesso per non fornire un servizio decente anche se gestito da un privato, magnificato da tutti, solo per il suono etereo e musicale se sillabato:"pri-va-to", come la garanzia ferrea che tutto sarebbe andato per il meglio? 
Pagheranno le penali, dicono.
Son proprio de coccio: non le pagheranno!
Dopo aver prosciugato la cassa, i soldi ve li restituiranno da qui a 90 anni ben dilazionati, secondo le loro esigenze.
Forse.
Vi ricorda qualcosa? ;-)

mercoledì 5 dicembre 2018

La deriva dei modi nei bar del Settentrione (brano umoristico-acidulo).


Sul fatto che il congiuntivo stia maluccio tutti sono d'accordo, e anche illustri linguisti concordano, ma anche il condizionale, datemi retta, sta male, molto male.
Prevalgono ora l'indicativo, il modo della certezza e dell'oggettività e, ahimè, l'imperativo, sdoganato dal “vaffanculo” pentastellato.
Poiché la lingua è un elemento che segnala un mutamento del pensiero, il declinare del pensiero ipotetico e della sfera della soggettività dovrebbe far preoccupare molti, ma , purtroppo, a mio avviso, non è così.
Senza pensiero ipotetico non c'è scienza e senza soggettività non c'è pensiero critico per andare sul filosofico, ma la deriva dei modi e anche la confusione dei tempi, comporta anche una mutazione, uno scivolamento degli atteggiamenti pragmatici e della testa delle persone.

Fatemi fare l'umorista, il linguista dilettante, il nostalgico e, sicuramente, il passatista e barbogio. 
Ho l'età per esserlo.
Il mio quadretto di inciviltà vale, penso, solo nelle lande settentrionali del territorio italiano, le uniche da me esplorate.

Anni '50: “Buongiorno; (pausa) per cortesia, potrebbe farmi un caffè?” (Saluto, pausa, condizionale, terza persona e formula di cortesia).

Anni '60: “Buongiorno, può farmi un caffè, per favore?” (Saluto, verbo servile, terza persona e formula di cortesia).

Inizio anni '70: “ Buongiorno, fammi un caffé, per favore!” ( Saluto, imperativo, seconda persona singolare e formula di cortesia).

Fine anni '70: “ Ciao, fammi un caffè, per favore!” (Saluto informale, imperativo, seconda persona singolare e formula di cortesia).

Inizi anni '80: “Ciao, un caffè!” ( Saluto informale, frase nominale).

Anno 2000: “Il solito!” (Si presuppone che il barista conosca i nostri gusti. Nemmeno si chiede: si pretende che il barista colga per intuito i desideri del cliente).

Anno 2010: “... ” (Non si saluta, faccia incazzosa d'ordinanza, si pretende che il barista sappia che cosa vogliamo). Dopo lo sguardo interrogativo del barista. "Caffè!"

Anno 2018: “Cazzo, ho fretta! Un caffè. Puoi sbrigarti?” (Grugno obbligatorio, espressione volgare, seconda persona e invito a non perdere tempo).

I baristi. Tutti Santi. Subito.
arz62

Il politologo, senza titoli, con il gatto sulla pancia, scrive. Consigli prezzolati alla Destra. La Sinistra, more solito, non paga.


Cercherò di essere semplice, ma non banale: la sensazione che l'onda montante del leghismo sia vincente è un effetto ottico, magnificato dalla lente distorta del Web.
Salvini sa usare Twitter e Facebook, ma molta parte del suo consenso è fortemente manipolato.
Non c'è bisogno di essere degli esperti: andate a controllare quanti post siano inviati da troll e da profili farlocchi, e ve ne renderete conto.
Ribattere a post inviati dai fanatici di Salvini o peggio dai Bot (risposte automatiche), aumenterà solo l'effetto espansione o eco del consenso, e l'abbiamo già detto in molti.
Alt. Non voglio dire che il consenso per lui non sia in aumento, ma che l'appoggio per il leader in pectore di questo governo non superi il 30 % (era partito dal 17%, ricordiamo) è più realistico.
Il 32% al massimo, se vi piace, per fare qualche riferimento storico antipatico.
Può succhiare solo nell'elettorato di centro destra (Forza Italia e Fratelli di Italia, in primis) e un po' da quello grillino, ma non oltre un certo limite.
Da solo, Salvini, e lo sa, non combinerà un bel nulla: con il M5S il rapporto è conflittuale e regge, ma il ritorno con il Centro-Destra di Berlusconi non lo porterà ad avere la maggioranza del Paese.
Detto tra noi, Salvini è nella merda. Sul serio.
Fossi in lui mi inventerei qualcosa, perché il redde rationem delle balle dura per un po', ma poi il giochetto sarà palese in particolare al suo elettorato, quando le misure ad effetto (vedi Decreto sicurezza) si scontreranno con gli effetti economici reali sul portafoglio dell'elettorato di riferimento (perdita delle rendite finanziarie, difficoltà nel credito etc...).
Senza contare che Confindustria incalza e Confcommercio, quando si renderà conto di aver scommesso sul cavallo sbagliato, farà marcia indietro.
L'unica vera e salvifica fortuna di Salvini è il disfacimento dell'opposizione, in parte dovuta alla macina costituita da Renzi nel Centro-Sinistra, in parte alla naturale predisposizione della Sinistra a frantumarsi in mille rivoli.
Non mi piace per costituzione richiamare gli Uomini della Provvidenza, ma la Sinistra, se si vuole salvare, dovrà trovare qualche leader credibile. Dove, non lo so.
Per Salvini, e mi dovrebbe pagare soldoni per la consulenza (perché la Sinistra non se lo sogna neanche), consiglio qualche idea diversa e alternativa rispetto al tema della Sicurezza, perché, se si ritroverà senza portafoglio (e dunque senza nulla da rubare), il suo elettorato gli si rivolterà contro e in malo modo.
Ah, un'altra dritta: soffiare sulle rivolte dei gilet gialli in Francia non gli conviene fin da ora!
Gli ricordo che è al Governo, se se lo fosse dimenticato. E se Parigi brucia, ora che si trova a Roma, seppur di passaggio, ...

lunedì 3 dicembre 2018

"Prima le donne e i bambini!"


Bisogna ad un certo punto essere chiari: coloro che propongono misure draconiane che mettono in estrema difficoltà gli esseri umani (e sbattere in strada chiunque senza prevedere un ricovero alternativo, ne è un semplice esempio, per non parlare di abbandonarli in mare...) non sono degli ignoranti, sono semplicemente degli stronzi.
La categoria dell'ignoranza li porterebbe nel limbo di coloro che non sanno quel che fanno.
No, non è ignoranza: sanno benissimo quello che fanno e non se ne vergognano.
Non è produttivo ridere per il loro linguaggio, e io personalmente non lo trovo affatto divertente, perché il loro linguaggio spesso corrisponde perfettamente alle loro idee.
Conoscono i concetti di solidarietà, umanità, tolleranza, empatia, ma li usano a intermittenza, a secondo della convenienza o della vicinanza a determinati problemi.
Possono essere solidali con il disabile, tolleranti con il senegalese loro vicino di casa che gli va a genio, persino umani e empatici con te, buonista del cazzo.
Le parole, però, che rappresentano questi concetti (che fanno parte dell'anima cristiana e socialista del nostro paese) creano, però, loro eritemi da allergia, sofferenze inenarrabili, perché non fanno eccezioni e non hanno confini.
L'universalità dei diritti, conquistati a fatica, muore soffocata nel loro slogan preferito: “Prima noi” e il loro “Capitano” non si sogna nemmeno, vedendo i marosi e la tempesta, di dire: “Prima le donne e i bambini”, almeno loro!
Schettino, insomma, è stato, al suo cospetto, un vero dilettante. 
E la Concordia affonda. E noi con lei.

sabato 1 dicembre 2018

Piccola storia triste di un uomo piccolo rispetto alla tragedia che sta vivendo.


Un uomo, un gommista,  asseragliato nel proprio luogo di lavoro. Spaventato dai continui furti. Sente un rumore e spara. Uccide un uomo che è evidentemente un malintenzionato.
Ecco: dovrebbe scattare la solidarietà di tutti.
Sarebbe giusto, ma si scopre che quell'uomo la pensa così:
C'è di tutto nella testa di quell'uomo, dall'attenzione per i disabili capaci di compiere azioni incredibili alla raccolta di ogni schifezza presente sul Web. Si beve le balle più assurde e ne dice anche alcune nella vita reale, smentite dai Carabinieri, ma ha slanci di solidarietà verso chi è più in difficoltà e non dubito che li abbia avuti anche nella vita reale e non virtuale.
Non date retta a chi scrive: scorrete i post e fatevi un'idea.
Sarà ora consolato dai suoi vicini, dai suoi amici (e fanno bene) e da una certa parte dell'Italia che la pensa come lui, una fettina dell'umanità, acidula e incattivita (e fanno male). 
Avrebbe meritato altro in una situazione più limpida. 
Ma ben sappiamo che c'è chi fa di tutto per intorbidare le acque.
Sul groppo, il gommista ha la morte di un uomo che, lasciatemelo dire, anche per chi è più invasato, è sempre un brutto fardello da portarsi sulle spalle.
Il finale è triste, perché è una tragedia senza re e senza nobiltà. Una tragedia dove protagonisti sono i gommisti, costretti a dormire nel loro capannone, con il colpo di pistola in canna. Spavenati e, innanzi tutto, incattiviti.


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