mercoledì 5 dicembre 2018

La deriva dei modi nei bar del Settentrione (brano umoristico-acidulo).


Sul fatto che il congiuntivo stia maluccio tutti sono d'accordo, e anche illustri linguisti concordano, ma anche il condizionale, datemi retta, sta male, molto male.
Prevalgono ora l'indicativo, il modo della certezza e dell'oggettività e, ahimè, l'imperativo, sdoganato dal “vaffanculo” pentastellato.
Poiché la lingua è un elemento che segnala un mutamento del pensiero, il declinare del pensiero ipotetico e della sfera della soggettività dovrebbe far preoccupare molti, ma , purtroppo, a mio avviso, non è così.
Senza pensiero ipotetico non c'è scienza e senza soggettività non c'è pensiero critico per andare sul filosofico, ma la deriva dei modi e anche la confusione dei tempi, comporta anche una mutazione, uno scivolamento degli atteggiamenti pragmatici e della testa delle persone.

Fatemi fare l'umorista, il linguista dilettante, il nostalgico e, sicuramente, il passatista e barbogio. 
Ho l'età per esserlo.
Il mio quadretto di inciviltà vale, penso, solo nelle lande settentrionali del territorio italiano, le uniche da me esplorate.

Anni '50: “Buongiorno; (pausa) per cortesia, potrebbe farmi un caffè?” (Saluto, pausa, condizionale, terza persona e formula di cortesia).

Anni '60: “Buongiorno, può farmi un caffè, per favore?” (Saluto, verbo servile, terza persona e formula di cortesia).

Inizio anni '70: “ Buongiorno, fammi un caffé, per favore!” ( Saluto, imperativo, seconda persona singolare e formula di cortesia).

Fine anni '70: “ Ciao, fammi un caffè, per favore!” (Saluto informale, imperativo, seconda persona singolare e formula di cortesia).

Inizi anni '80: “Ciao, un caffè!” ( Saluto informale, frase nominale).

Anno 2000: “Il solito!” (Si presuppone che il barista conosca i nostri gusti. Nemmeno si chiede: si pretende che il barista colga per intuito i desideri del cliente).

Anno 2010: “... ” (Non si saluta, faccia incazzosa d'ordinanza, si pretende che il barista sappia che cosa vogliamo). Dopo lo sguardo interrogativo del barista. "Caffè!"

Anno 2018: “Cazzo, ho fretta! Un caffè. Puoi sbrigarti?” (Grugno obbligatorio, espressione volgare, seconda persona e invito a non perdere tempo).

I baristi. Tutti Santi. Subito.
arz62

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