Mi sta capitando qualcosa di
divertente. Su Facebook pubblico con una certa frequenza le mie
sciocchezze: disegni, abbozzi, osservazioni e, più frequentemente, deliri (ma
l'antibiotico sta facendo il suo effetto, non preoccupatevi,
passeranno tra breve) .
So di raggiungere un numero limitato di
persone e, se devo essere sincero, sono un cultore appassionato dei venticinque lettori
manzoniani.
Lo so, non va di moda: va per la
maggiore il quarto d'ora di celebrità di Andy Warhol, che, tradotto
nel ruggito del mandiboluto, suona all'incirca: meglio un giorno da
leone che cento da pecora. Insomma, meglio pisciare nel piatto di
portata nel miglior ristorante di Milano ed essere visto su You Tube da un
miliardo di persone che rimanere semisconosciuto all'orbe terracque
disquisendo su temi dotti e barbogi.
Ma io sono del gregge di Epicuro, mi
conoscete. Amo vivere nascosto. E non frequento i ristoranti milanesi.
Orbene, ordunque: da un po' di tempo
vengo tempestato da richieste sempre più frequenti di allargare i
miei orizzonti.
Ammetto una colpa: ho usufruito di una
promozione di 15 euro di Facebook per estendere i miei post e ho
utilizzato l'offerta per allargare a un migliaio di persone
due/tre messaggi edificanti, per puro spirito educativo. Ah, con
scarsissimo effetto, sia chiaro! Anzi: allargando il pubblico degli
uditori, mi sono scontrato con intolleranti antipaticissimi di ogni
risma e colore.
Il bot che controlla i contenuti del
Social o, meno probabilmente, l'amministratore delle pagine di
Facebook devono aver dedotto che il sottoscritto è disposto a
spendere dei soldi per guadagnare in “visibilità”, che è poi la
vera moneta di scambio odierna, altro che bitcoin!
Poiché sono pigro e povero, declino il
pressante invito.
Grazie, non c'è trippa per gatti e la poca trippa
che cucino è solo per gli ormai scarsi cultori delle frattaglie.
Però, un piccolo rovello mi rode: vuoi
vedere che i contenuti di Facebook sono ormai di così cattiva
qualità che persino i miei scarabocchi, i miei deliri costituiscono
un valore, una merce di scambio?
Insomma, non saranno piatti elaborati
da chef stellati, ma le mie frittatine alla buona hanno forse qualche
interesse?
Se così fosse, perché, dunque, dovrei
pagare io, lorsignori? Non vendo né borse artigianali, né caciotte.
Non è giunto il momento in cui voi
amministratori di facciabucco paghiate qualcosina per tenere in piedi
il vostro mercato pubblicitario (e quello nascosto, che, credo,
costituisca il vostro principale introito: la profilazione dei vostri
utenti)?
Per la legge che presiede la diffusione
dei contenuti di Internet sapete benissimo che il contenuto cattivo
tende ad espellere quello buono (per cui il video del più pirla
degli adolescenti che si incendia i pantaloni per dimostare che il
metano prodotto dal suo corpo è infiammabile ha 2000000 di
visualizzazioni, mentre il dotto commento dell'intellettuale su
qualche argomento di attualità ad andar bene raccoglie 200/300
like).
Forse cominciate a sentire che il
metano prodotto sta rendendo l'aria irrespirabile, che le Fake News
stanno inquinando la credibilità delle notizie reali, che il
linguaggio degli spargitori di odio sta silenziando le parole pacate
di chi crede ancora nella democrazia, anche attraverso l'utilizzo dei
Social?
Ecco, se avete percepito il pericolo,
sapete che cosa fare.
A destra, c'è il link della mia Paypal* ;-)
* Ad oggi, neanche un euro.
arz©
arz©
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