Bisogna ad un certo punto essere
chiari: coloro che propongono misure draconiane che mettono in estrema difficoltà gli esseri umani (e sbattere in strada
chiunque senza prevedere un ricovero
alternativo, ne è un semplice esempio, per non parlare di abbandonarli in mare...) non sono degli ignoranti, sono semplicemente degli stronzi.
La categoria dell'ignoranza li
porterebbe nel limbo di coloro che non sanno quel che fanno.
No, non è ignoranza: sanno benissimo
quello che fanno e non se ne vergognano.
Non è produttivo ridere per il loro
linguaggio, e io personalmente non lo trovo affatto divertente,
perché il loro linguaggio spesso corrisponde perfettamente alle loro
idee.
Conoscono i concetti di solidarietà,
umanità, tolleranza, empatia, ma li usano a intermittenza, a secondo
della convenienza o della vicinanza a determinati problemi.
Possono essere solidali con il
disabile, tolleranti con il senegalese loro vicino di casa che gli va
a genio, persino umani e empatici con te, buonista del cazzo.
Le parole, però, che rappresentano
questi concetti (che fanno parte dell'anima cristiana e socialista
del nostro paese) creano, però, loro eritemi da allergia, sofferenze
inenarrabili, perché non fanno eccezioni e non hanno confini.
L'universalità dei diritti,
conquistati a fatica, muore soffocata nel loro slogan preferito:
“Prima noi” e il loro “Capitano” non si sogna nemmeno,
vedendo i marosi e la tempesta, di dire: “Prima le donne e i
bambini”, almeno loro!
Schettino, insomma, è stato, al suo cospetto, un vero
dilettante.
E la Concordia affonda. E noi con lei.
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