Capita di vedere le persone, le idee e
persino gli oggetti morirci intorno. E' sensazione comune per gli
ottantenni che vedono i coetanei diradarsi, le idee del tempo che fu
trasformarsi in aria fritta alle orecchie dei pochi disposti ad
ascoltarli e gli oggetti quotidiani trasformarsi con tale rapidità
che certi vecchietti si attaccherebbero ancora al tubo catodico del
televisore, solo potessero, per assistere a Rischiatutto.
Ecco che una trentina di anni di
anticipo vivo la stessa sensazione, complice forse l'influenza che
non mi molla.
Vedere un ragazzo che porta un semplice
cartello con la scritta (sicuramente provocatoria, ma anche
evidentemente ironica, gentile e disarmata): “Ama il prossimo”,
fermato da due persone (due agenti in borghese? Non si usa più
qualificarsi ora?) e portato a forza e con qualche danno fisico (un
taglio a un labbro) per essere identificato segna il lento (?)
passaggio verso un sistema autoritario e poco attento ai diritti del
cittadino.
Il cartello, tra parentesi, esponeva un'idea
che avrebbe dovuto ricevere il plauso degli amanti del presepio.
Evidentemente il messaggio evangelico è ancora terribilmente
sovversivo. Tant'è che l'Innominabile ha paragonato “Famiglia
Cristiana” a un giornale dell'Ultrasinistra.
Vedere l'articolo 21 trattato come una
cosa di poco conto e che può essere calpestato con tale noncuranza e
senza la reazione di nessuno fa veramente paura.
Sono meravigliato che questo appaia a
molti così normale. Non lo è.
Stanno diventando evanescenti: il
diritto di opporsi al potere senza essere identificati (è successo
più volte), la possibilità di esprimere un'idea dissenziente senza
essere oggetto di un'azione di forza, il diritto del cittadino di non
essere fermato senza che la persona che opera il fermo si qualifichi.
Ma quel che mi preoccupa di più è il
fatto che un popolo privo di un minimo di ironia, che sa solo
sogghignare, ma non ridere, è già pronto a compiere cose terribili.
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