Ho aspettato a commentare gli esiti
delle elezioni ; non sono tra quelli che si sono meravigliati più di
tanto. Mi aspettavo il successo di Grillo, meno la tenuta del PDL.
Ora, però, le parole, che in campagna
elettorale sono alate e immaginifiche, devono posarsi sul filo della
ragionevolezza politica.
Il primo a rompere questa piccola
regola del discorso democratico è stato proprio Grillo.
Da quel che si è potuto capire, Grillo
vuole stare alla finestra: attende l'alleanza del PDL, con il PD meno L e si prepara a nuove elezioni per fare il pieno.
Dopo, il Movimento cambierà il “Mondo”
( sì, sì, ha proprio detto così: non l'Italia, il Mondo).
Be', c'è da preoccuparsi perché se
l'accusa rivolta al Movimento Cinque Stelle di essere una setta è
sicuramente esagerata (credo fermamente che il Movimento contenga
fermenti positivi e innovativi e che non sia particolarmente votato
alla sudditanza), il linguaggio dei vertici sembra andare in una
direzione che sembra purtroppo confermare questa tesi ( il che fa
ovviamente molto comodo agli imbelli competitor del Movimento, Pd in
testa).
Grillo, inoltre, parla spesso di
“miracolo”: un movimento che improvvisamente dal nulla diventa
protagonista della scena politica. Be', se fa i conti della storia,
si licet parva componere magnis, Hitler ebbe il 33% dei consensi
nelle ultime elezioni libere.Ed era partito dal nulla ( forse con
più soldi del Movimento di Grillo). Si può parlare anche in quel
caso di “miracolo”? O più semplicemente le condizioni sociali,
culturali e economiche hanno comportato un esito di quel tipo? Su,
non scherziamo: i miracoli lasciamoli ai Santi, per cortesia!
Che cosa intende fare Grillo? Crede
veramente di ottenere il 50% di consensi nelle prossime elezioni?
Questo sarebbe veramente un “miracolo”, ma sia lecito dubitarne
almeno leggendo la breve storia della politica italiana.
Insomma, presentandosi come “Uomo
della Provvidenza”, il Leader del Movimento si pone su un solco già
tracciato da mascelluti uomini forti e da abili manipolatori del
consenso pubblico.
Se fossi un sostenitore del Movimento,
chiederei a chi guida il Partito ( poiché Movimento non è più) un
linguaggio meno evocativo di esperienze che è meglio dimenticare e
un tono più basso e, se possibile, più umile, anche se insegnare il
Cristianesimo al Papa, sia chiaro, non è il mio mestiere;-)
arz©