sabato 23 febbraio 2019

"Specchio!" ovvero l'oziosa provocazione della Pravda de noantri: il razzismo dell'antirazzismo.

C'è un gioco infantile che consiste nel mettersi l'uno di fronte all'altro e imitare i gesti, le smorfie e le boccacce di chi è davanti a noi. Ad un certo punto, non si capisce chi imiti e chi sia stato imitato.
Il gioco è bello, eh, ma appartiene all'infanzia poiché, per chi non ne conosce il funzionamento, lo specchio è un oggetto meraviglioso e magico.
Ecco il pessimo giornalismo che contraddistingue l'informazione in Italia  si comporta nello stesso modo.
C'è un clima di intolleranza e questo nessuno lo può negare.
La Sinistra cerca di dimostrare che il clima di intolleranza è incentivato dal Governo o che comunque il Governo è responsabile dell'emersione dell'intolleranza. E' una tesi che va dimostrata. 
Chi è contrario a questa tesi dovrebbe dire: no, non c'è un clima di intolleranza oppure l'intolleranza c'è sempre stata, ma qualcuno sta puntando l'occhio di bue dell'informazione sul fenomeno ad arte.
No, “La Verità”, la Pravda della Destra italiana, non ci sta.
Evidentemente percepisce che l'intolleranza è in aumento. E negarlo sarebbe stupido. 
Potrebbe incolpare Facebook che ha dato libero sfogo agli ubriaconi da bar e ai violenti, la crisi economica (ma evidentemente non conviene tirar fuori l'argomento, quando gli alleati sono al Governo), la scuola o qualsiasi parafulmine che si utilizza in simili occasioni. 
No, “La Verità” utilizza la tecnica dello “Specchio”: il vero razzismo è quello degli antirazzisti.


Come sto osservando da un po', non c'è solo il problema comunicativo legato alle parole, ma anche quello della logica (e, probabilmente, della sintassi). 
In primis, l'espressione razzismo unita a quella di antirazzismo implica l'esistenza del concetto di “razzismo” (parola che, a mio avviso, andrebbe sempre utilizzata con le pinze: il razzismo si manifesta quando dai del “selvaggio” all'uomo di colore e utilizzi l'aggettivo per dire che ogni uomo di colore e la sua progenie manterranno fino alla fine dei tempi questa caratteristica , utilizzo ovviamente il "politically correct” per evitare di essere bloccato su FB. Non si manifesta quando gli dai dell'idiota. Idiota è termine interrazziale,  mentre “selvaggio” implica la superiorità di un'etnia sull'altra. Al panettiere bianco latte puoi dare dell'idiota liberamente, si offenderà, neh!, ma difficilmente lo apostroferesti con l'aggettivo “selvaggio”. L'argomento è più complesso, ma sto semplificando e, come sapete, sono un umorista, non un sociologo).
Quindi, seguendo la logica, solo la logica, l'”antirazzismo”, essendo razzista, avrebbe individuato nei “razzisti” caratteristiche tali da farne un'etnia distinta. Non solo, se sono “razzisti” gli antirazzisti questi ultimi evidentemente pensano che tu nasca “razzista” e che tu possa trasmettere il “razzismo” per via genetica ai tuoi figlioli. 
Purtroppo, queste idee non appartengono alle basi del pensiero di Sinistra (andatevi a leggere o a rileggere Bobbio). 
I“sinistri”, come li chiamano per sbeffeggiarli , credono l'esatto contrario: che razzisti si diventi e che ogni caratteristica morale e intellettuale non si trasmetta di padre in figlio, ma sia condizionata dall'ambiente. Magari si sbagliano, e l'uomo è proprio un legno storto che non si può raddrizzare, ma da lì partono i loro ragionamenti.
Spero di aver confuso un po' le idee al lettore per mettere in chiaro che il gioco dello "Specchio" appartiene all'infanzia e fa il paio con la bellissima espressione "Chi lo dice sa di esserlo!" o quell'altra "Gallina che canta ha fatto l'uovo!", generalmente rivolta al compagnuccio che dice: "Chi ha scoreggiato?"
Praticare simili giochetti da piccini va bene, ma utilizzarli quando si è grandicelli, pur con la voce fessa, e ci si vanta di appartenere all'Ordine dei giornalisti, no.

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