lunedì 18 febbraio 2019

Comma 22, Grillo e i Pentastellati al bivio. La Sinistra al Trivio: o imitare i suoi avversari o far finta di nulla o recuperare i propri valori.


Grillo si permette di prendere in giro i grillini. Ci sta: la votazione per il rinvio a giudizio o meno di Salvini per via telematica è veramente un Comma 22 (per chi non lo sapesse, non perché ignorante, ma perché il libro ha avuto un certo successo come libro antimilitarista negli anni Sessanta e poi è stato più citato che letto, il Comma 22 recita: Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo», insomma, un bel paradosso per mettere nel sacco chi cerca di sfangarsela in Caserma): lo è per più aspetti, per come è stato formulato il quesito, per il fatto di mettere in un cul de sac i pentastellati, per la pilatesca chiamata in correo dei militanti, quando chi dirige le manovre non sa che pesci pigliare.
Ma non è questo il punto, per quanto mi riguarda: che il Movimento 5 Stelle abbia la vocazione dei lemming (ma forse è leggenda) è affar suo; ho già provveduto a dispensare consigli, ma non mi danno retta (li ho dati a tutti, ma il mio conto Paypal è sempre a zero ;-)).
Il Comma 22 riguarda, però, a mio avviso, anche la Sinistra e la sua Storia che è, per chi la conosce, gloriosa (permette, ad esempio, a Leghisti e Pentastellati di contare qualcosa).
La Sinistra, in Italia, da sempre, si è battuta per far votare tutti.
Tutti tutti (tranne i minorenni, d'accordo). Anche gli analfabeti. Ecco il punto.
Vedo che sta correndo per la schiena della Sinistra un brivido: perché far votare gli analfabeti funzionali? Non vedete che votano “a cazzum” e per di più coloro che li stanno danneggiando?
Come ho sempre scritto, questo modo di ragionare non li/ci porta lontano; anzi, denota una forma di pigrizia che alimenta l'idea,  non del tutto campata in aria dopo l'esperienza renziana, che chi è di Sinistra sia una carogna elitaria che auspica un'oligarchia che si disinteressa dei più per curare i propri interessi.
No no: il diritto di voto, persino quello telematico, spetta a tutti e spetta a chi pensa di aver maggior consapevolezza (e qualche volta sbaglia, sia chiaro) convincere gli altri della bontà delle proprie ragioni.
Necesse est sporcarsi le mani nelle piazze e nei Social, dove i mestatori mestano volentieri alla grande, ma non per mestar meglio, ma per rendere evidente la manipolazione.
Se la Sinistra non crede più nel potere della parola, però, ha perso sul serio: credere solo alla potenza del Medium senza pensare al potere della comunicazione e in particolare della parola vuol dire aver perso del tutto il bandolo della matassa.
La Sinistra insista: più scuola, più libri, più studio. Non solo a parole, eh! E anche più merito (quello che tutti riconoscono, non solo pochi burocrati), temperato dalla capacità di sostenere chi non ce la fa, più solidarietà, più attenzione al lavoro e in particolare a chi non ce l'ha, più attenzione ai deboli di tutte le risme. Più democrazia, più scelte condivise. Se serve, si favorisca anche il televoto e non solo quando si è sicuri di vincere ( e, nel caso fortuito si perdesse, dare la colpa a qualcun altro, come sembra venga facile ai nuovi fautori della Democrazia Diretta).
E quando il voto non è neanche televoto, ma è voto voto, se si perde, levarsi dalle palle. Sul serio. E se il personaggino non se ne va, ricordo il solito aneddoto di Petrolini che, avendo ricevuto dei fischi, si rivolse al pubblico, dicendo: “Io nun ce l'ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t'hanno buttato de sotto”. Non sono stato chiaro? Be', allora anche voi siete analfabeti funzionali ;-)

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