Mi scuso per il titolo del post, ma,
quando ci vuole, ci vuole.
Sto cercando, non nel ruolo di fine
docente di linguistica (non lo sono), ma di sfaccendato umorista
(obbligato agli arresti domiciliari per ragioni di salute), di
dipanare quei nodi del linguaggio che, quando si ingroppano, tendono
i denti del pettine e i nervi del sottoscritto.
Per dipanar lo gliuommero ci vuol
pazienza; e in questo momento, in quanto paziente, ne ho, per la
prima volta in vita mia, a iosa.
Che cosa non va nel linguaggio del
nostro Capitano? Nulla dal punto di vista dell'efficacia, molto dal
punto di vista etico-morale, specialmente sugli effetti a lungo
termine nel pensiero delle persone comuni.
Insomma, Salvini, come altri politici
(non è l'unico), non sta contribuendo all'ecologia della mente e del
linguaggio, ma, buttando spazzatura nella testa delle casalinghe di
Voghera, si dimostra un Capitano poco attento al bene del suo
equipaggio e dei suoi passeggeri.
In uno degli ultimi discorsi, prima
dell'invocazione dell'immunità parlamentare, quando il tono era
“duro e puro”, dopo aver parlato di “barche, barchini e
barconi” (v. il post precedente), il discorso continuava così: “
[...]di scafisti, trafficanti , mafiosi o amici di tizio o ONG
olandesi o tedesche in Italia non sbarcano nessuno. Sì, sì, sì. Lo
rivendico, lo confesso, lo ammetto: ho bloccato la procedura di
sbarco dei migranti. [...]”
Oltre all'uso finale della ripetizione
e del climax che ho già sottolineato (tra l'altro la voce del triplo “Sì”,
se avrete accesso al filmato, ha connotazioni veramente infantili, e leggermente inquietanti...e
non è un caso a mio avviso),
quel che mi interessa è la parte iniziale.
Lasciamo perdere l'anacoluto ("non
sbarcano nessuno") che ci sta nella foga dell'oratore intento a
leggere e sottolineare con l'evidenziatore giallo le parti del
documento del Tribunale di Catania, ma veramente irritante è
l'accostamento per asindeto di persone che hanno obiettivi del tutto
diversi e che sono accomunate solo dal fatto che si occupano di
migrazione.
Accostare mafiosi e ONG, al di là
delle considerazioni critiche che si possono legittimamente porre sul
loro operato, è a tutti gli effetti una vigliaccata della peggior
specie.
Criminalizzare “Medici senza
frontiere”, “Emergency” ed altre ONG (ovviamente “straniere”
per statuto, anche se le loro sedi sono in Italia) e relegarle nel
linguaggio rivolto al proprio elettorato nel campo semantico
dell'illegalità è un'operazione spargimerda che inquina in
profondità i pozzi della comunicazione politica.
L'effetto è quello delle foto per gli
sposi, al contrario: sapete quell'alone che con Photoshop nasconde i
difetti e conferisce alla fotografia effetti da sogno romantico?
Ecco, l'effetto blur spargimerda di
Salvini ha l'effetto opposto, conferendo all'immagine della realtà
un connotato da incubo, dove il più “buonista” dei buoni su
questo atomo di male che è il Mondo è disposto a uccidere la
propria madre e a buttarla nel pozzo, dove i buoni non esistono: esistono solo i buonisti e/o i falsi buonisti.
Poi ci sono loro: i falsi falsi
buonisti, se volete perdere il filo del gomitolo e del buon senso e
immergervi nella Babele del linguaggio politico di questi giorni.
arz©
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