domenica 3 febbraio 2019

"L'ottimismo è il sapore della vita!" sive i cultori delle magnifiche sorti progressive nel secol superbo e sciocco.



L'ottimismo è una bella cosa: essere ottimisti ti sprona a fare meglio (e lo dice uno che ha l'umor/huomor nero in corpo).
Essere ottimisti, però, sapendo che le conseguenze del nostro agire non ricadono su noi stessi (che, spesso, abbiamo una condizione di relativo privilegio), ma su chi non ha nessun paracadute nel caso di crisi non è solo vuota beotaggine, ma crudeltà.
Insomma, gli appartenenti dell'attuale classe politica che si dichiarano ottimisti ed entusiasti per le magnifiche sorti progressive, nonostante i numerosi scricchiolii dell'edificio, mi ricordano tanto i venditori di elisir di lunga vita che, nella miglior delle ipotesi, contano in cuor loro sull'effetto placebo dell'intruglio.
Solo un consiglio a chi comanda: pacato ottimismo o temperato pessimismo, perché l'icona più significativa e tragica nel contempo di questi nostri tempi confusi non sia la faccia raggiante di un giovane che festeggia la “fine della povertà” senza neanche provare a ridere di se stesso.
arz©

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