Premesse: non intendo polemizzare con
Mentana perché, com'è giusto, Mentana non mi fila per nulla (e fa
bene e probabilmente mi “blasterebbe” in un nano-secondo),
ritengo l'idea di un giornale online dei giovani (c'è proprio un
limite di età per scrivere su“Open”) lodevole e, in ultimo,
penso che il dispensare consigli ai professionisti perché si ha
accesso ad una tastiera sia, in genere, un po' da sfigati e
invidiosetti per essere stati esclusi dalla mensa.
L'ultimo punto mi riguarda solo in
parte: probabilmente sono uno sfigato, ma non un invidioso.
Poi, ho un'età che prelude alla
pensione, infine, l'esame da giornalista non lo passerei neanche se
studiassi molto, non possedendone le qualità. I pasticcioni come me
tutt'al più possono imbrattare fogli e far ridere il prossimo: non
informano, ma, se gli va di lusso, dilettano.
Se sono intervenuto, dunque, nella
questione, l'ho fatto solo per spirito civico: vorrei un giornalismo
degno di questo nome. Desidererei che i “giornalisti” in Italia
si potessero vantare di esserlo, non condividendo un'etica e una
deontologia professionale lassa e di basso profilo, talvolta dettata
dalla pigrizia, più frequentemente dalla mancanza di finanziamenti
e, peggio, da finanziamenti che vogliono indirizzare la pubblica
opinione in modo subdolo. E' inutile fare gli esempi: mi avete già
capito.
L'episodio riguarda il ragazzo di
colore che in Ospedale, per un dolore, al petto, viene invitato a
morire da una voce fuori campo... ( Open )
Scrivo su FB, rivolto a Mentana:
“Partiamo
dalla premessa che gli episodi di razzismo esistono e chi lo nega ha
la benda sugli occhi, ma un giornale on line, con le giuste pretese
di fare un nuovo tipo di informazione, non deve comportarsi come un
qualsiasi utente di Internet. Anch'io, sul mio divano, posso costruire
un articolo sull'episodio (e lo faccio per mio diletto), ma non sono
un giornalista. Un giornalista, a mio modestissimo avviso, non
dovrebbe abbeverarsi solo dal pozzo delle dritte delle agenzie, tanto
meno da quello delle notizie prese qua e là da Internet. Si alza,
chiama l'interessato, va a scassare gli zebedei in Ospedale per
individuare il responsabile (che c'è ed è udibile), intervista
telefonicamente i protagonisti (e non copincolla dai profili
Facebook). Insomma, notizie
di prima mano non di seconda e di terza, vaglio della componente
soggettiva da quella oggettiva and so on.
Non ho alcun
titolo per insegnare il mestiere a chi dovrebbe già conoscere l'ABC
e quindi non continuo, proprio perché ho rispetto dei ruoli.
Le fonti, lo sappiamo, sono sempre difficili da valutare e, anche se il giornalista non è
uno storico, ha un notevole vantaggio su di lui: i testimoni sono
ancora vivi e vegeti e possono essere consultati.
Se poi il
problema è pagargli la connessione telefonica o la benzina per
recarsi sul luogo...non ne usciamo”.
arz
Nessun commento:
Posta un commento