venerdì 9 dicembre 2011

Lo scippo delle parole: "sacrificio" e "equità".

Leggo e non posso che sottoscrivere le osservazioni di Luca Sappino, sul furto di parole operate dal potere politico: dopo Berlusconi ci si mette anche Monti.
Ho già scritto qualcosa sul termine "sacrificio" ora tocca alla parola "equità": (http://www.lucasappino.com/2011/12/anche-monti-ci-scippa-le-parole.html )

"La prima parola che si sono portati via è, evidentemente, equità. Ce l'hanno scippata senza che ci accorgessimo di nulla. Se la sono presa e l'hanno svuotata, neutralizzata. Anzi, l'hanno resa pericolosa, ostile, vigliacca. Cosa vuol dire "equità" se la usi per descrivere una manovra così? Cosa vuol dire se descrive una manovra che chiede l'1,5% una tantum ai capitali rientrati con lo scudo fiscale mentre taglia 3 miliardi di trasferimenti ai comuni e quindi ai servizi, agli asili, all'assistenza domiciliare degli anziani?"

Il segnale più evidente dello scippo sono le richieste sindacali e politiche: ci vuole "più" equità, "maggiore" equità". Quando il tuo avversario ( non "inimicus", d'accordo) usa le tue stesse parole, sai di aver vinto la partita.
Che diavolo mai significa "maggior equità"? Un provvedimento o è "equo" o è "iniquo" o , aiutandoci col Dizionario etimologico del Cortelazzo (equità,s. f. ‘giustizia, imparzialità’ (av. 1292, B. Giamboni). Vc. dotte, lat. aequu(m) (d'orig. incerta), col der. aequitate(m). Equo non conserva il sign. orig. di aequu(m) ‘uguale, uniforme, piano’, “bensì quello fig. di ‘giusto, conveniente, secondo equità’, già presente nel lat. classico” (LEI I 1055)) , in senso figurato, o è "giusto" o è "ingiusto".
Che poi l'equità sive giustizia non sia manzonianamente di questo mondo, ci porta a ben altre considerazioni che esulano da un discorso, il mio, terra a terra ;-)
©arz
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