mercoledì 1 agosto 2018

Gli avvelentatori di pozzi (parte quinta)



IL CULTO E L'ANTICULTO DEL NUMERO

In primis, i negazionisti e gli ideatori di Fake news sono particolarmente attenti ai numeri.
Si sa che il ricorso al numero, al dato cosiddetto oggettivo, ha una forte componente persuasiva e vale più dell'auctoritas.
Anzi, direi che in termini generali, è l'elemento più efficace in termini persuasivi.
Purtroppo, anche i numeri (e come vedremo le statistiche) si prestano a facilissime manipolazioni.
Quando i numeri sono contro la nostra tesi, vanno smontati: o non corrispondono al vero (v. il Grande complotto dell'informazione) perché chi ha fornito i dati non è fidedegno o il dato numerico è approssimativo e QUINDI è falso.
Quando, al contrario, i numeri corroborano la nostra opinione, sono assolutamente veri e chi li vuole negare è in mala fede.
Insomma, se non si può eliminare il numero, si ricorre allora all'argumentum ad personam (http://www.argomentare.it/strumenti/fallacie/personam.htm) che è la via più semplice per sfuggire alle argomentazioni di tipo numerico.
Purtroppo, i numeri, come le statistiche sono un campo scivolossimo, in particolare quando hanno a che fare con le umane cose. Sono soggetti a generalizzazione (v. Generalizzazione) o vengono visti come dati scollegati tra di loro, privi di relazione o temporale o causale.
Gli storici si sbertucciano spesso sulla quantificazione dei fenomeni storici (e l'attenzione dei numeri dei morti è spesso un esercizio sadico su cui sbertucciarsi), ma il buon senso ci dice che il margine di errore c'è sempre. Così come per la Geografia è impossibile creare una mappa perfettamente aderente al territorio analizzato, così per la Storia la deperibilità dei documenti e i limiti insiti nella scienza storica (che opera selezioni mirate della documentazione) impediscono analisi millimetricamente perfette.
Si parla di sei milioni di ebrei sterminati? Basta dimostrare che siano stati un po' di meno, anche uno di meno, per poter poi negare l'esistenza dell'Olocausto.
Ovviamente ammettere che un numero è impreciso o è difficilmente calcolabile non vuol dire che quest'ultimo sia falso, non vuol dire che i numeri non esistano, vuol solo indicare che, a fronte di realtà complesse, la quantificazione precisa non è possibile, ma tale ragionamento va contro all'opinione comune che vuole i numeri come dati oggettivi e indiscutibili.
E la scienza, figuriamoci quella che opera coi numeri, non sbaglia mai.
arz62


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