Si sa. Molti giudicano i Social come
le porte dei gabinetti dei maschi: si trova scritto di tutto e di
più, trasgredendo il buon gusto, e frequentemente le leggi, contando
sull'anonimato.
I giudici di Trento la pensano così,
anche se sull'anonimato bisognerebbe andar cauti.
La Polizia Postale
è in grado di individuare chiunque si comporti così attraverso il
suo indirizzo ID, alla faccia dei profili fake; un lavoraccio, sia chiaro, vista la diffusione del fenomeno, ma del tutto alla sua portata.
E', comunque, una ricostruzione
giornalistica quella che ho letto e probabilmente dietro alla
sentenza ci saranno tonnellate di questioni giuridiche che io ignoro.
Valuto solo attraverso le parole
riferite dal giornale, dunque, consapevole di aver sentito, more
solito, solo una mezza messa.
Definire ogni intervento sui Social
“uno sfogo da bar” ci sta, ma anche al bar se minaccio qualcuno
di bruciarlo vivo, incorro in un reato.
Poi ci saranno le attenuanti: ero
alticcio, soffrivo di disturbi della personalità, non ero capace di
intendere e di volere etc.
Ma chi ho minacciato non è in grado di
saperlo a priori.
E trattare le persone che scrivono sui Social tutti
come alticci, sofferenti di disturbi della personalità e incapaci di intendere e volere è uno
splendido invito a comportarsi come tali.
Credo che tutti vorrebbero
vivere in piazze virtuali (e non solo) frequentate da persone perbene, non
lasciandole nelle mani di delinquenti e squinternati.
Peggio ancora è la definizione dei
giudici di “agorà virtuale dalla memoria breve”.
Qui, se l'espressione è quella reale,
si può cogliere un errore marchiano: la memoria in Internet non è
affatto breve. Anzi.
La tendenza al moltiplicarsi
dell'informazione attraverso la condivisione non corrisponde affatto
all'immagine della porta del bagno dei maschi.
Se si vuole forzare il paragone,
scrivere sui Social è come scrivere su una porta di un bagno “Gina
***** è una t***. Eccovi il suo numero di telefono *****” e
crearne una copia col teletrasporto in tutti i bar d' Italia e del Mondo con la stessa
scritta che il tempo non cancellerà.
E Gina ****, vi assicuro, che è
sicuramente una brava ragazza, non ne sarà affatto contenta. I maniaci di tutta la Terra, in lingue anche sconosciute, la tempesteranno di telefonate oscene.
Come, credo, non saranno contenti i
vigili che, vituperati e minacciati dal bulletto coram populo,
saranno costretti a ingoiare un bel rospo.
I bulli vanno isolati e
responsabilizzati. Minimizzare la gravità dei loro comportamenti
verbali (ma dalla parola all'atto, lo ripeto spesso, è un istante...) non solo è la condizione
per le reiterazione degli stessi, ma stimolerà anche lo spirito emulativo di altre schiere di idioti.
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