Gli aspetti del reale che stridono, la rivolta degli oggetti , delle cose e della lingua... Tutto ciò che dà quell'irritante sensazione di fastidio provocata dal gesso non spezzato sulla superficie nera della lavagna della nostra esistenza. Questo blog è una costola di http://improntedichina.blogspot.com/ Il sito è presente anche su Facebook: http://www.facebook.com/ImpronteDiChinaEGraffiDiGesso.Per il microfinanziamento dell'opera: https://paypal.me/arz62
martedì 24 dicembre 2013
lunedì 16 dicembre 2013
O che sorpresa! Ritorna Pinocchio nel Gran Teatro dei Burattini!
Renzi a Grillo dà del “buffone”,
Grillo a Renzi dà della “scoreggina”.
Sembra di assistere al litigio tra
Mastro Ciliegia e Geppetto:
[...]– Bravo Polendina! – gridò la
solita vocina, che non si
capiva di dove uscisse.
A sentirsi chiamar Polendina, compar
Geppetto diventò rosso come un peperone dalla bizza, e voltandosi
verso il falegname, gli disse imbestialito:
– Perché mi offendete?
– Chi vi offende?
– Mi avete detto Polendina!...
– Non sono stato io.
– Sta’ un po’ a vedere che sarò
stato io! Io dico che siete stato voi.
– No!
– Si!
– No!
– Si!
E riscaldandosi sempre più, vennero
dalle parole ai fatti, e acciuffatisi fra di loro, si graffiarono, si
morsero e si sbertucciarono.
La vocina ovviamente è del solito
Pinocchio che se la ride di tutti. Persino delle sentenze passate in
giudicato.
E il nuovo che avanza non perde
l'occasione per caratterizzarsi per il solito infantilismo
coprolalico di bossiana memoria, mentre il popolo bue acclamerà a
breve il ritorno di Pinocchio nel Gran Teatro dei burattini :
[...]– È Pinocchio! è Pinocchio! –
urlano in coro tutti i burattini, uscendo a salti fuori delle quinte.
- È Pinocchio! è il nostro fratello Pinocchio! Evviva Pinocchio...Il fratello di legno di un paese con le teste di legno.
venerdì 13 dicembre 2013
Il grande monocolore (nero)
Ho una sensazione. Una brutta
sensazione. Forse è solo l'età che mi permette di percepire quello
che sta succedendo, godendo di una visione diacronica della politica
italiana ( qualcuno la chiamerà saggezza, altri rincoglionimento,
vabbe'...) oppure è solo una mia cattiva percezione per eccesso di
vicinanza con la cronaca. Forse è solo cattiva digestione. Bah!
Un tempo i partiti conservatori ci
tenevano ad essere tali: grigi, involuti nel linguaggio, distanti
anni luce dalla lingua della gente comune. Vincevano lo stesso perché
rassicuravano, perché la Triade Dio, Patria e Famiglia era uno
slogan efficace senza la necessità di essere urlato. La Democrazia
Cristiana era il monolite, l'ombelico dell'asse politico, il Centro
del Centro, il Fulcro di un popolo pigro che nel grigiore dei riti
democristiani trovava la propria pax augustea e la sicurezza.
Mani pulite , nel lontano '92, spariglia le carte (
inutilmente). Il ceto medio non può più identificarsi con un
partito dove i Vizi Privati convivono con le Pubbliche Virtù in modo
così chiaro, in modo così netto e palese. Per un po' Craxi toppa la
falla, poi la Lega e Berlusconi, che lo sostituiscono quando cade
in disgrazia. I toni moderati della DC scompaiono: la sguaiatezza
degli slogan è evidente, la falsità delle affermazioni lo è
ancora di più ( Un milione di posti di lavoro! Sconfiggeremo il
cancro! Meno tasse! ) , ma il Ceto Medio del peggiore dei popolacci,
che è opportunista, ma non stupido, non ha bisogno di persone
credibili. Vuole continuare nella prassi di sempre: fottere lo Stato,
non pagando le tasse, e piangere miseria e, nei momenti di magra,
chiedere ad alta voce aiuti e sussidi ( i liberisti della Domenica
immancabilmente corrono a richiedere un intervento “forte” dello
Stato solo quando la crisi morde loro le chiappe; altrimenti, quando le vacche sono grasse, l'assioma è sempre quello: Stato leggero, tagli agli sprechi,
abbasso lo Stato assistenziale, meno Stato e più privato).
Ora i Forconi, i Grillo, ma sono sempre
loro: gli antistatalisti che non reggerebbero un secondo senza lo
Stato.
La base “ideologica” è sempre
quella: non pagare le tasse per farle pagare ai soliti noti, fottere lo Stato, liberarsi dai “lacci
e laccioli”. Più Patria, più Famiglia, più Religione.
E' una nuova Democrazia Cristiana
imbastardita, tinteggiata di nero, meno succube dei sensi di colpa di non ottemperare al
messaggio cristiano che dice ( dovrebbe dire e , forse, timidamente,
a fasi alterne, dice) l'esatto opposto di ciò che gridano nelle piazze : tolleranza, rispetto del
prossimo e del suo ruolo, vicinanza al più debole.
Forcaioli che si credono
cristianissimi, razzisti , strictu sensu, che non si vergognano di
auspicare nuovi Olocausti. Eccola la vecchia maggioranza che un tempo
era silenziosa e che ora urla , e senza il minimo senso
di colpa e di vergogna, brandendo ora i forconi con gli stessi logori
slogan di sempre: Dio, Patria e Famiglia.
E con gli stessi nemici di allora: lo
Stato, le Tasse, le regole e la stramaledettissima Tolleranza, la
vera nemica di ogni fascismo, il tarlo che erode ogni spirito
identitario, scuotendone le fondamenta.
martedì 10 dicembre 2013
Caschi male...
Molti si dichiarano soddisfatti per il fatto che alcuni poliziotti e carabinieri si sono tolti il casco in segno di solidarietà verso i manifestanti scesi in piazza contro il governo e le tasse ( nulla di nuovo sotto il sole, o sbaglio?)
Orbene , ordunque, ragioniamo. Se
l'atteggiamento dei tutori dell'ordine fosse stato dettato da una
strategia, come dire?, psicologica, non avrei nulla da dire e da
scrivere: stemperare gli animi esacerbati è nei compiti
istituzionali di una polizia seria e responsabile.
Qui , però, ma è una sensazione, si è
trattato d'altro e la lettura dei manifestanti dei “forconi”
francamente sembra darmi ragione. Levarsi il casco è stato letto non come un atto di legittimazione delle manifestazioni ( ogni manifestazione è lecita), ma dei contenuti della protesta.
Non ci vuole nessun esperto di diritto per capire che quando chi gestisce la forza in uno Stato solidarizza nei confronti di coloro che vi si oppongono compie un illecito. E non di poco conto: le forze dell'Ordine devono (dovrebbero) intervenire quando viene minacciato l'Ordine, non a capoccia rispetto a simpatie di alcun genere ( e qualcuno, evocando metafore calcistiche, ha paragonato la situazione all'arbitro che, per ragioni sue, parteggia per una delle due squadre in campo).
Tenere il casco avrebbe avuto un significato simbolico molto chiaro: potete manifestare liberamente, ma se intendete mettere a ferro e fuoco il Paese noi interverremo.
Non ci vuole nessun esperto di diritto per capire che quando chi gestisce la forza in uno Stato solidarizza nei confronti di coloro che vi si oppongono compie un illecito. E non di poco conto: le forze dell'Ordine devono (dovrebbero) intervenire quando viene minacciato l'Ordine, non a capoccia rispetto a simpatie di alcun genere ( e qualcuno, evocando metafore calcistiche, ha paragonato la situazione all'arbitro che, per ragioni sue, parteggia per una delle due squadre in campo).
Tenere il casco avrebbe avuto un significato simbolico molto chiaro: potete manifestare liberamente, ma se intendete mettere a ferro e fuoco il Paese noi interverremo.
Manganellare i No-TAV a prescindere (
ovvero anche quando non commettono atti illeciti) e sorridere beati alle
schiere che hanno tra i fomentatori del Disordine prossimo venturo Forza Nuova e le
frange degli ultras non è proprio un bel vedere.
E gli incidenti di Torino e in altre città ci dicono che non si tratta sempre e comunque di famigliole in libera uscita che protestano legittimamente in difesa di qualche diritto. La Polizia sa bene come sia facile trasformare una manifestazione pacifica in un momento di tensione e di scontro.
Tranne che...E gli incidenti di Torino e in altre città ci dicono che non si tratta sempre e comunque di famigliole in libera uscita che protestano legittimamente in difesa di qualche diritto. La Polizia sa bene come sia facile trasformare una manifestazione pacifica in un momento di tensione e di scontro.
lunedì 2 dicembre 2013
"Facciamo la pace!" Guerre vere, di carta e di plastica.
Piccola divagazione sulle capacità dell'insegnamento di costruire una cultura della pace. L'immagine che ho liberamente scaricato in qualche recesso di Internet è bellissima, ma, per quanto mi riguarda, anche fonte di tanta tristezza.
Eserciti ( armati? disarmati?) di educatori, di insegnanti e di pedagoghi di ogni risma e credo hanno ritenuto opportuno richiamare le nuove generazioni alla cultura della pace, magari contrapponendola agli orrori della guerra ( che qualche generazione fa ha vissuto in prima persona).
Nonostante questo immane e lodevole sforzo congiunto, la cultura della guerra è sempre vittoriosa e l'aforisma che invita l'apertura delle scuole per chiudere le porte delle carceri lettera morta.
Insomma, la maestra che richiama i due bambini che si sono sbertucciati cinque minuti prime e che li invita a "fare la pace" non ha nulla da compiacersi: cinque minuti dopo, i due, forse, se le daranno di santa ragione e si odieranno più di prima.
E non oso pensare quale sia, nei loro piccoli cervelli, il pensiero dominante sull'intervento correttorio della loro volonterosa educatrice...... arz
Corollario meno amaro e ironico a quanto scritto in precedenza.
All'asilo si sta bene e si imparan tante cose, la maestra ci vuol bene....
( testo completo:
Addio mamma, papà addio
vado all’Asilo per tutto il dì.
Colletto bianco, cestello al fianco
minestra buona, gioia nel cuor.
Arrivederci a questa sera,
quel che imparo a voi dirò.
Arrivederci a questa sera,
quel che imparo a voi dirò.
All’Asilo si sta bene
e s’imparan tante cose,
la maestra ci vuol bene
è così che piace a noi!)
Francamente, ricordavo solo il ritornello della canzoncina...
Se proponessi oggi questo testo ai miei alunni, dopo due ore di spiegazione ( sia chiaro dopo aver chiarito alcuni termini e contestualizzato il brano), probabilmente, otterei questa terrificante interpretazione:
" Un bambino sta partendo per un conflitto mondiale o comunque per una lunga prigionia in un luogo lontano dove concedono il diritto d'Asilo in una specie di CPT ( Centro di Permanenza Temporanea); egli è triste di abbandonare mamma e papà, ma il dovere è dovere!
Il bambino è costretto a fare l'impiegato ( è un "colletto bianco") , a mandare una lavatrice ( deve riempire il cestello), a preparare una bibita calda maleodorante ("minestra") e a mostrare felicità nonostante la sua evidente condizione di prigioniero. Gli è concesso un colloquio al cellulare solo alla sera con i parenti e il piccolo carcerato promette solo allora di denunciare i suoi aguzzini senza alcuna reticenza.
Alla fine del testo, prima della telefonata serotina, si può esprimere, però, solo con l'ausilio dell'ironia: i genitori dovranno leggere tra le righe e ribaltare il significato di quello che dice poiché a scuola si può solo parlare in codice..."
Sto scherzando ovviamente.
Io all'asilo stavo benissimo ( eccezion fatta per il vitto e l'immancabile "riposino" che ai miei tempi si faceva obbligatoriamente al banco con conseguenze facilmente immaginabili sulla mia colonna vertebrale) e anche lì , come in altri avamposti educativi, ho imparato a fare solo guerre di carta ( o al massimo di plastica), anche se intorno a me nel Mondo scoppiavano immancabilmente guerre vere ;-) arz
Eserciti ( armati? disarmati?) di educatori, di insegnanti e di pedagoghi di ogni risma e credo hanno ritenuto opportuno richiamare le nuove generazioni alla cultura della pace, magari contrapponendola agli orrori della guerra ( che qualche generazione fa ha vissuto in prima persona).
Nonostante questo immane e lodevole sforzo congiunto, la cultura della guerra è sempre vittoriosa e l'aforisma che invita l'apertura delle scuole per chiudere le porte delle carceri lettera morta.
Insomma, la maestra che richiama i due bambini che si sono sbertucciati cinque minuti prime e che li invita a "fare la pace" non ha nulla da compiacersi: cinque minuti dopo, i due, forse, se le daranno di santa ragione e si odieranno più di prima.
E non oso pensare quale sia, nei loro piccoli cervelli, il pensiero dominante sull'intervento correttorio della loro volonterosa educatrice...... arz
Corollario meno amaro e ironico a quanto scritto in precedenza.
All'asilo si sta bene e si imparan tante cose, la maestra ci vuol bene....
( testo completo:
Addio mamma, papà addio
vado all’Asilo per tutto il dì.
Colletto bianco, cestello al fianco
minestra buona, gioia nel cuor.
Arrivederci a questa sera,
quel che imparo a voi dirò.
Arrivederci a questa sera,
quel che imparo a voi dirò.
All’Asilo si sta bene
e s’imparan tante cose,
la maestra ci vuol bene
è così che piace a noi!)
Francamente, ricordavo solo il ritornello della canzoncina...
Se proponessi oggi questo testo ai miei alunni, dopo due ore di spiegazione ( sia chiaro dopo aver chiarito alcuni termini e contestualizzato il brano), probabilmente, otterei questa terrificante interpretazione:
" Un bambino sta partendo per un conflitto mondiale o comunque per una lunga prigionia in un luogo lontano dove concedono il diritto d'Asilo in una specie di CPT ( Centro di Permanenza Temporanea); egli è triste di abbandonare mamma e papà, ma il dovere è dovere!
Il bambino è costretto a fare l'impiegato ( è un "colletto bianco") , a mandare una lavatrice ( deve riempire il cestello), a preparare una bibita calda maleodorante ("minestra") e a mostrare felicità nonostante la sua evidente condizione di prigioniero. Gli è concesso un colloquio al cellulare solo alla sera con i parenti e il piccolo carcerato promette solo allora di denunciare i suoi aguzzini senza alcuna reticenza.
Alla fine del testo, prima della telefonata serotina, si può esprimere, però, solo con l'ausilio dell'ironia: i genitori dovranno leggere tra le righe e ribaltare il significato di quello che dice poiché a scuola si può solo parlare in codice..."
Sto scherzando ovviamente.
Io all'asilo stavo benissimo ( eccezion fatta per il vitto e l'immancabile "riposino" che ai miei tempi si faceva obbligatoriamente al banco con conseguenze facilmente immaginabili sulla mia colonna vertebrale) e anche lì , come in altri avamposti educativi, ho imparato a fare solo guerre di carta ( o al massimo di plastica), anche se intorno a me nel Mondo scoppiavano immancabilmente guerre vere ;-) arz
mercoledì 27 novembre 2013
Legge, Logica e Libertà.
Berlusconi ha partecipato in Senato a una votazione su 1775 (http://espresso.repubblica.it/nel-palazzo/presenze/senato).
Il vulnus alla Libertà del Paese è incollato, a parere dei fan del miglior leader degli ultimi 150 anni, a uno 0,06% di presenze dell' ex senatore Berlusconi.
Siamo ultimi in Europa nelle prove OCSE per quanto riguarda le competenze in Matematica, ma ormai anche la Logica ( chiamiamola Buonsenso, suvvia!) difetta al peggiore dei popolacci. E ciò che dovrebbe far ridere riempirà di sacro furore il petto di molti. Al di là della Logica, al di là del Buonsenso. Amen.
Il vulnus alla Libertà del Paese è incollato, a parere dei fan del miglior leader degli ultimi 150 anni, a uno 0,06% di presenze dell' ex senatore Berlusconi.
Siamo ultimi in Europa nelle prove OCSE per quanto riguarda le competenze in Matematica, ma ormai anche la Logica ( chiamiamola Buonsenso, suvvia!) difetta al peggiore dei popolacci. E ciò che dovrebbe far ridere riempirà di sacro furore il petto di molti. Al di là della Logica, al di là del Buonsenso. Amen.
lunedì 25 novembre 2013
La gratitudine e l'ingratitudine, la schiena dritta e la schiena molle.
Leggete direttamente dalla fonte: http://malvinodue.blogspot.it/2013/11/blog-post_25.html e poi ditemi che cosa si debba pensare di simili figuri che prima implorano la grazia ( e nel caso di Sallusti, l'ottengono) e poi strepitano come oche sul Campidoglio.
Esercizio della libertà di pensiero? Esempio di forte sentire?
Be', rileggetevi la lettera di Pertini alla madre che aveva chiesto la grazia per il figlio e soppesate lo spessore del personaggio di cui sopra e col goniometro misurate la rettitudine della sua schiena:
"Mamma,
con quale animo hai potuto fare questo? Non ho più pace da quando mi hanno comunicato, che tu hai presentato domanda di grazia per me. Se tu potessi immaginare tutto il male che mi hai fatto ti pentiresti amaramente di aver scritto una simile domanda.
Debbo frenare lo sdegno del mio animo, perché sei mia madre e questo non debba mai dimenticarlo. Dimmi mamma, perché hai voluto offendere la mia fede? Lo sai bene, che è tutto per me, questa mia fede, che ho sempre amato tanto. Tutto me stesso ho offerto ad essa e per essa con anima lieto ho accettato la condanna e serenamente ho sempre sopportate la prigione. E’ l’unica cosa di veramente grande e puro, che io porti in me e tu, proprio tu, hai voluto offenderla così? Perché mamma, perché? Qui nella mia cella di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna – quale smarrimento ti ha sorpreso, perché tu abbia potuto compiere un simile atto di debolezza?
È mi sento umiliato al pensiero che tu, sia pure per un solo istante, abbia potuto supporre che io potessi abiurare la mia fede politica pur di riacquistare la libertà. Tu che mi hai sempre compreso, che tanto andavi orgogliosa di me, hai potuto pensare questo? Ma, dunque, ti sei improvvisamente cosi allontanata da me, da non intendere più l’amore, che io sento per la mia idea?
Come si può pensare, che io, pur di tornare libero, sarei pronto a rinnegare la mia fede? E privo della mia fede, cosa può importarmene della libertà? La libertà, questo bene prezioso tanto caro agli uomini, diventa un sudicio straccio da gettar via, acquistato al prezzo di questo tradimento, che si è osato proporre a me.
Nulla può giustificare questo tuo imperdonabile atto.
Lo so, più di te sono colpevoli coloro che ti hanno consigliata di compierlo. Vi sono stati spinti dall’amicizia che per me sentono e dalla pietà che provano per le mie condizioni di salute?
Ma pietà ed amicizia diventano sentimenti falsi e disprezzabili, quando fanno compiere simili azioni. Mi si lasci in pace, con la mia condanna, che è il mio orgoglio e con la mia fede, che è tutta la mia vita. Non ho chiesto mai pietà a nessuno e non ne voglio. Ma mi sono lagnato di essere in carcere e perché, dunque, propormi un cosi vergognoso mercato? E tu povera mamma ti sei lasciata persuadere, perché troppo ti tormenta il pensiero, che io non ti trovi più al mio ritorno. Ma dimmi, mamma, come potresti abbracciare tuo figlio, se a te tornasse macchiato di un così basso tradimento? Come potrei vivere vicino, dopo aver venduto la mia fede, che tu hai sempre tanto ammirata?
No mamma, meglio che tu continui a pensarlo qui, in carcere, ma puro d’ogni macchia, questo tuo figliuolo, che vederlo vicino colpevole, però, d’una vergognosa viltà.
Che male ho fatto per meritarmi questa offesa?
Forse ho peccato di orgoglio, quando andavo superbo di te, che con fiera rassegnazione sopportavi il dolore di sapermi in carcere. E ne parlavo con orgoglio ai miei compagni. E adesso non posso più pensarti, come sempre ti ho pensata: qualche cosa hai distrutto in me, mamma, e per sempre. È bene che tu conosca la dichiarazione da me scritta all’invito se mi associavo alla domanda da te presentata. Eccola: “ La comunicazione, che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore, mi umilia profondamente.
Non mi associo, quindi, ad una simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più d’ogni altra cosa, della mia stessa vita, mi preme”.
Per questo mio reciso rifiuto la tua domanda sarà respinta. Ed adesso non mi rimane che chiudermi in questo amore, che porto alla mia fede e vivere di esso. Lo sento più forte di me, dopo questo tuo atto.
E mi auguro di soffrire pene maggiori di quelle sofferte fino ad aggi, di fare altri sacrifici, per scontare io questo male che tu hai fatto. Solo così riparata sarà l’offesa, che è stata recata alla mia fede ed il mio spirito ritroverà finalmente la sua pace. Ti bacio tuo Sandro.
P.S. Non ti preoccupare della mia salute, se starai molto priva di mie lettere.
Pianosa, 23 febbraio 1933 "
Esercizio della libertà di pensiero? Esempio di forte sentire?
Be', rileggetevi la lettera di Pertini alla madre che aveva chiesto la grazia per il figlio e soppesate lo spessore del personaggio di cui sopra e col goniometro misurate la rettitudine della sua schiena:
"Mamma,
con quale animo hai potuto fare questo? Non ho più pace da quando mi hanno comunicato, che tu hai presentato domanda di grazia per me. Se tu potessi immaginare tutto il male che mi hai fatto ti pentiresti amaramente di aver scritto una simile domanda.
Debbo frenare lo sdegno del mio animo, perché sei mia madre e questo non debba mai dimenticarlo. Dimmi mamma, perché hai voluto offendere la mia fede? Lo sai bene, che è tutto per me, questa mia fede, che ho sempre amato tanto. Tutto me stesso ho offerto ad essa e per essa con anima lieto ho accettato la condanna e serenamente ho sempre sopportate la prigione. E’ l’unica cosa di veramente grande e puro, che io porti in me e tu, proprio tu, hai voluto offenderla così? Perché mamma, perché? Qui nella mia cella di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna – quale smarrimento ti ha sorpreso, perché tu abbia potuto compiere un simile atto di debolezza?
È mi sento umiliato al pensiero che tu, sia pure per un solo istante, abbia potuto supporre che io potessi abiurare la mia fede politica pur di riacquistare la libertà. Tu che mi hai sempre compreso, che tanto andavi orgogliosa di me, hai potuto pensare questo? Ma, dunque, ti sei improvvisamente cosi allontanata da me, da non intendere più l’amore, che io sento per la mia idea?
Come si può pensare, che io, pur di tornare libero, sarei pronto a rinnegare la mia fede? E privo della mia fede, cosa può importarmene della libertà? La libertà, questo bene prezioso tanto caro agli uomini, diventa un sudicio straccio da gettar via, acquistato al prezzo di questo tradimento, che si è osato proporre a me.
Nulla può giustificare questo tuo imperdonabile atto.
Lo so, più di te sono colpevoli coloro che ti hanno consigliata di compierlo. Vi sono stati spinti dall’amicizia che per me sentono e dalla pietà che provano per le mie condizioni di salute?
Ma pietà ed amicizia diventano sentimenti falsi e disprezzabili, quando fanno compiere simili azioni. Mi si lasci in pace, con la mia condanna, che è il mio orgoglio e con la mia fede, che è tutta la mia vita. Non ho chiesto mai pietà a nessuno e non ne voglio. Ma mi sono lagnato di essere in carcere e perché, dunque, propormi un cosi vergognoso mercato? E tu povera mamma ti sei lasciata persuadere, perché troppo ti tormenta il pensiero, che io non ti trovi più al mio ritorno. Ma dimmi, mamma, come potresti abbracciare tuo figlio, se a te tornasse macchiato di un così basso tradimento? Come potrei vivere vicino, dopo aver venduto la mia fede, che tu hai sempre tanto ammirata?
No mamma, meglio che tu continui a pensarlo qui, in carcere, ma puro d’ogni macchia, questo tuo figliuolo, che vederlo vicino colpevole, però, d’una vergognosa viltà.
Che male ho fatto per meritarmi questa offesa?
Forse ho peccato di orgoglio, quando andavo superbo di te, che con fiera rassegnazione sopportavi il dolore di sapermi in carcere. E ne parlavo con orgoglio ai miei compagni. E adesso non posso più pensarti, come sempre ti ho pensata: qualche cosa hai distrutto in me, mamma, e per sempre. È bene che tu conosca la dichiarazione da me scritta all’invito se mi associavo alla domanda da te presentata. Eccola: “ La comunicazione, che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore, mi umilia profondamente.
Non mi associo, quindi, ad una simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più d’ogni altra cosa, della mia stessa vita, mi preme”.
Per questo mio reciso rifiuto la tua domanda sarà respinta. Ed adesso non mi rimane che chiudermi in questo amore, che porto alla mia fede e vivere di esso. Lo sento più forte di me, dopo questo tuo atto.
E mi auguro di soffrire pene maggiori di quelle sofferte fino ad aggi, di fare altri sacrifici, per scontare io questo male che tu hai fatto. Solo così riparata sarà l’offesa, che è stata recata alla mia fede ed il mio spirito ritroverà finalmente la sua pace. Ti bacio tuo Sandro.
P.S. Non ti preoccupare della mia salute, se starai molto priva di mie lettere.
Pianosa, 23 febbraio 1933 "
domenica 24 novembre 2013
I difetti della democrazia diretta : la Svizzera.
La notizia è qui: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/24/svizzera-bocciata-la-proposta-popolare-sui-salari-equi-dei-top-manager/788956/
Liberissimi gli Svizzeri di pronunciarsi contro una regola che evidentemente ritengono ingiusta: a loro avviso un manager ha diritto di guadagnare più di 12 volte lo stipendio di un dipendente. Ecco, hanno espresso il loro parere liberamente e questa si chiama democrazia. Per quanto mi riguarda ( ma non si allarmino gli Svizzeri: conto solo una ventina di seguaci in questo blog che di certo non mi daranno retta ), comprerò un prodotto svizzero solo quando costerà 1/12 di un suo prodotto concorrente.
sabato 16 novembre 2013
Alfano e Berlusconi: divide et impera.
E' inutile negarlo: sono furbi, molto
furbi. Hanno capito che per rastrellare qualche voto in più, ora
conviene scindere il partito. E' il vecchio schema del poliziotto
buono e quello cattivo, nella versione questurina, quello di Martelli e Craxi, nella versione socialista: divisioni
fittizie, scopo comune. Alfano abbandona il padre Berlusconi, rivendicando la maggiore età e rastrellando qualche consenso
nell'elettorato moderato nel nome della Responsabilità. Il secondo raccoglierà le briciole del
consenso della destra populista, quella che ora è calamitato dal
Movimento 5 stelle. Il gioco non è difficile da capire: è il
vecchio “Divide e impera” coniugato in altro modo. arz
mercoledì 9 ottobre 2013
La Lega davanti a 280 bare.
http://sensi.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/09/migranti-%C2%ABmandiamo-schettino-a-prenderli%C2%BB/
Chi non avesse ancora capito di quale pasta sia fatta la Lega Lombarda si legga questo post di Daniele Sensi. E chi riesce a digerire quello che proferiscono queste personcine evidentemente ha respirato, in questi anni, molta aria cattiva...
lunedì 7 ottobre 2013
Feltri , la cornacchia e la Morte sovrana.
Lo spunto lo prendo da qui:
http://raimondorizzo.wordpress.com/2013/10/06/vittorio-feltri-e-la-fogna-mentale/
Se qualcuno volesse misurare, con una semplice opera di carotaggio, lo spirito dei nostri tempi , potrebbe prendere solo questo cinguettio ( anche se , ahimè, sembra più il gracchiare di una cornacchia) di Vittorio Feltri.
Il rispetto che consigliava agli antichi di non (s)parlare dei morti, insomma di "risparmiare il sepolto" ("parce sepulto" ),avrebbe consigliato il silenzio.
No. Il cra cra del libero pensatore (così si autodefinisce) non può essere compresso; peccato che sembri sempre di più il canto dell'ubriaco in chiesa o di chi, ai tempi della pestilenza, si voglia far beffe della Morte per esorcizzarla, avendo visto distintamente il baluginio della falce approssimarsi.
http://raimondorizzo.wordpress.com/2013/10/06/vittorio-feltri-e-la-fogna-mentale/
Se qualcuno volesse misurare, con una semplice opera di carotaggio, lo spirito dei nostri tempi , potrebbe prendere solo questo cinguettio ( anche se , ahimè, sembra più il gracchiare di una cornacchia) di Vittorio Feltri.
Il rispetto che consigliava agli antichi di non (s)parlare dei morti, insomma di "risparmiare il sepolto" ("parce sepulto" ),avrebbe consigliato il silenzio.
No. Il cra cra del libero pensatore (così si autodefinisce) non può essere compresso; peccato che sembri sempre di più il canto dell'ubriaco in chiesa o di chi, ai tempi della pestilenza, si voglia far beffe della Morte per esorcizzarla, avendo visto distintamente il baluginio della falce approssimarsi.
sabato 28 settembre 2013
Barilla, le scelte sessuali e il marketing
Ognuno si sceglie i propri amici , ma, è ovvio, deve pagarne le conseguenze (ricordiamo che in questi ultimi anni il legame tra i Barilla e Giovanni Rana con il Cavaliere è stato piuttosto stretto. La battutaccia è telefonata: saranno tutti uomini con le mani in pasta?)
"Libero" scrive, in merito all'intervento di Vecchioni sulla questione, con lo stile che lo ha sempre contraddistinto:
"Vecchioni, che è recentemente stato proposto per il Nobel per la letteratura e ha una figlia lesbica civilmente unita un annetto fa con la sua compagna dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, dice che conosce "la famiglia Barilla" e gli "sembra strano che possano avere questo tipo di opinione".
Ognuno si faccia una sua liberissima opinione di chi esprime in tal modo, senza alcuna vergogna, su "Libero".
Be', se fossi un industriale ( e non lo sono, lungi da me dare consigli...ma le vie della Libera Impresa dovrebbero pur seguire qualche indirizzo,no?...), mi farei qualche esame di coscienza e , nel caso che la coscienza difetti, qualche considerazione su quale impatto simili affermazioni possano avere sul mio fatturato.
Ovviamente preferisco, ingenuamente sia chiaro, che le persone cambino opinione guidati dall'idea che nella vita si debba seguire il bene o il male, ma, nel caso di persone che di tali scrupoli non se ne sono fatti in passato, perché seguire, altrettanto ingenuamente, chi li sta portando , non avendo nulla da perdere, verso la rovina?
giovedì 26 settembre 2013
Barilla...E' ora di dire pasta!
Barilla è liberissimo di esprimere un parere retrogrado.
Lo sappiamo: la pancia dell'Italia è piena di personaggi del genere ( ed è triste dirlo: costituisce la maggioranza).
Quel che trovo disgustoso è cambiare idea solo quando si sente puzza di aver sbagliato strategia di marketing. Perché la tabe di questi anni è originata sì dal criptofascismo dilagante, dall'ignoranza che sale in cattedra e in Parlamento, dallo sprezzo delle regole, dall'anarchia individualista connaturata al peggiore dei popolacci d'Europa, ma, gratta gratta, se scavi a fondo, scopri che quest'ultima si alimenta e strabocca prevalentemente per l'opera indefessa del gretto interesse per il proprio portafoglio.
Non perdetevi il bellissimo fotomontaggio che val più di qualsiasi commento alla notizia:
http://www.contropiano.org/in-breve/italia/item/19320-dove-c-e-barilla-c-e-casa-pound
Lo sappiamo: la pancia dell'Italia è piena di personaggi del genere ( ed è triste dirlo: costituisce la maggioranza).
Quel che trovo disgustoso è cambiare idea solo quando si sente puzza di aver sbagliato strategia di marketing. Perché la tabe di questi anni è originata sì dal criptofascismo dilagante, dall'ignoranza che sale in cattedra e in Parlamento, dallo sprezzo delle regole, dall'anarchia individualista connaturata al peggiore dei popolacci d'Europa, ma, gratta gratta, se scavi a fondo, scopri che quest'ultima si alimenta e strabocca prevalentemente per l'opera indefessa del gretto interesse per il proprio portafoglio.
Non perdetevi il bellissimo fotomontaggio che val più di qualsiasi commento alla notizia:
http://www.contropiano.org/in-breve/italia/item/19320-dove-c-e-barilla-c-e-casa-pound
lunedì 26 agosto 2013
Ripresa dei post: Participi presenti e passati.
Dopo la mia ingenuissima forma di protesta silenziosa, riprendo a scrivere qualcosa.
Ovviamente è solo il frutto di una mia irritazione che mi spinge a scrivere bianco su nero ;-) .
Sorvoliamo sul fatto di cronaca ( tragicissimo) : un vigilante spara a un vicino di casa, lo uccide e ferisce i suoi familiari. Il fatto è questo: il vigilante , participio presente, per effetto di qualche correttore ortografico troppo ligio, diventa "vigilate". Il fenomeno è simile ai tanti "insegnanti" che si trasformano in "insegnati", con orribile e stridente participio passato se riferito a persone ( i contenuti possono essere "insegnati", ma le persone no...)
Come Savinio e, prima di lui, Freud insegnano, dietro ad ogni refuso c'è qualche diavoletto.
Forse coloro che vigilano dovrebbero essere vigilati prima di affidar loro un'arma da fuoco?
Quis custodiet custodes?
arz©
domenica 16 giugno 2013
lunedì 13 maggio 2013
sabato 11 maggio 2013
Umano poco umano
Matteo
Salvini, noto rappresentante della Lega più ruspante e identitaria, afferma che la
presenza di un ministro nero favorisce i reati degli extracomunitari
in Italia.
Siccome
la sciocchezza è troppo grossa, chiosa, parlando alla solita pancia
del paese: “...non
va trascurato il fatto che sia stato commesso da un clandestino che
non avrebbe dovuto essere qua, avrebbe dovuto essere espulso”.
Se
uno vuole capire che cos'è il criptorazzismo, ma neanche tanto
cripto, deve rileggere questa frase. Salvini ha perfettamente ragione
a preoccuparsi che un criminale vada in giro col piccone ad ammazzare
gente innocente. E' terribile e non c'è nessuna giustificazione di chi si macchia di un simile reato ( se
non la pazzia ).Il nostro Matteo, però, dovrebbe preoccuparsi allo
stesso modo, se il criminale, nella sua madre patria, lontano dalle terre italiche, ammazzasse i
suoi conterranei.
Viene
da pensare che un omicidio di tale genere diventi , per l'esponente
leghista, un problema meno importante al di fuori dei confini
italiani: come se essere uccisi da un piccone in Italia fosse una
tragedia, mentre in Ghana un fenomeno del folklore locale solo perché le vittime
hanno un po' di melanina più del lecito. Fate due più due del suo ragionamento e intenderete come il razzismo facilmente riemerga qual brace sotto il sottile strato della difesa localistica.
Einstein, esule dalla Germania, alla richiesta di
indicare la propria cittadinanza negli Stati Uniti, , sul documento d'ingresso, avrebbe scritto, uso il condizionale perché il fatto non è sicuro, “umana”; che cosa pensate che dichiarerebbe il nostro Salvini?
Padano? Norditaliano? Lumbard? Di certo, non “umano” come la
sortita del giovin signore della Lega fa presupporre.
arz©
mercoledì 8 maggio 2013
Ospiti in casa nostra!
Daniele Sensi riporta in modo sintetico un intervento a Radio Padania:
Chi: Fabio Costa, della Lega Nord Liguria, conduttore spazio “Professionisti imprenditori uniti”.
Dove: Radio Padania Libera.
Cosa: «La Kyenge, la nuova ministra… Questa qui ha detto che dobbiamo diventare tutti italiani… io sonoitaliano, ma sono italiano io, non lei, lei è ospite nostro. Io non voglio farmi governare da una che viene dal Congo belga; io non sono razzista, ma sono italiano, sono genovese, sono padano e quindi voglio essere governato dai miei concittadini, non da questa gente che viene dal Congo, dal Burundi… Io non voglio che mi vengono a insegnare le usanze tribali. Noi abbiamo il nostro modo di fare, siamo ospitali, noi non abbiamo niente da imparare da questa gente qua».
Quando: ieri.
Perché: «Io non sono razzista».
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Per chi avesse dubbi sull'origini di tali idee riporto questo documento degli anni '20 di un omino coi baffi buffi:
4. Può essere cittadino dello Stato solo chi sia connazionale (Volksgenosse). Può essere connazionale solo chi sia di sangue tedesco, senza riguardo alla sua religione. Nessun ebreo può quindi essere connazionale.
5. Chi non è cittadino dello Stato deve poter vivere in Germania solo in veste di ospite e deve sottostare alla legislazione che regola il soggiorno degli stranieri.
De hoc satis.
arz©
arz©
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