Ho già trattato di uno dei mali di
oggi: il narcisismo. E, in particolare, ho parlato delle reazioni del
narcisista a fronte di un rifiuto. Poco tempo fa ho stigmatizzato il
narcisismo ferito di Porro, che si è offeso per il rifiuto di
Michela Murgia di farsi intervistare, ora sull'altro versante, a
Sinistra (ma ne siamo sicuri?), c'è Calenda che se la prende con il
collettivo di scrittori Wu Ming perché si nega al confronto con lui.
Innanzi tutto, Calenda usa per
provocarli il linguaggio della Destra, il che fa irritare a
prescindere. L'espressione di Flaiano, condita e rimodellata ad uso e
consumo degli sparlanti, l'avete sentita mille volte: “In Italia i
fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli
antifascisti”.
Bell'aforisma, eh! (amatissimo da Feltri e compari), ma , utilizzato
oggi, noioso come l'acqua minerale sgasata, fascinoso come un calzino usato e
attraente come un posacenere sporco.
La variante calendiana è: “Siete dei
fascisti inconsapevoli”.
Inutile sottolineare che per quanto mi
riguarda dare del fascista a qualcuno non dovrebbe essere
l'equivalente del dargli dello stronzo.
Fascista (e neofascista) è colui che,
ammirando il Ventennio che fu e tentando di ricostituire un partito
di ispirazione fascista, intende riproporre, utilizzando la forza, le leggi liberticide sive
fascistissime del '25 che solo la Costituzione, per ora, è riuscita
a ostacolare (libertà di opinione, di stampa, di movimento, di
associazione and so on). Punto.
Poi c'è il nostalgico, c'è il
conservatore, c'è l'appassionato di militaria, l'umarell destrorso,
lo xenofobo compulsivo che possono essere guardati con diffidenza, ma
che fascisti non sono.
Se consiglio prudenza sull'uso
strumentale della parola magica “fascisti”, potete immaginare
come l'idea di equiparare l'antifascismo al fascismo mi dia ai nervi.
Antifascisti, magari in ritardo sui tempi, erano monarchici,
liberali, cattolici, repubblicani, radicali, socialisti e comunisti
e, come sappiamo, molti fascisti che si sono resi conto, ad un certo
punto, che il Regime li aveva buggerati alla grande. E Calenda,
quando utilizza l'espressione rivolta al collettivo Wu Ming pensa
solo ai Comunisti, potete starne certi. E parla a nome del PD.
In realtà, qui c'è di mezzo l'ego
ferito di chi vuole essere ascoltato, ma risulta solo molesto.
Calenda è querulo: “Leggete il mio
libro e poi confrontiamoci!”, un invito a metà tra la pubblicità
indiretta e non tanto occulta e il tentativo di far sentire in colpa
l'interlocutore riottoso.
Sembra dire: “Come? Non mi state ad
ascoltare?”
E i Wu Ming che gli danno retta, a mio
avviso, son fin troppo cortesi.
Non c'è bisogno di capire nulla.
Guardate la fotografia di Calenda che
stringe sorridendo la mano di Bannon, quello che si è affittato un
eremo per diffondere il sovranismo in Italia.
Magari Capitan Findus strizzerà
l'occhio alla Russia (i finanziamenti sono sub iudice), ma gli Stati
Uniti che stanno minando, sull'altro fronte, scientemente il fragile europeismo italiano sanno su chi contare.
Calenda si scelga meglio gli amichetti:
se vuol giocare con loro, vada nel loro campetto che è attrezzato e lussuoso, ma non rompa le balle.
L'ostracismo non vale solo per Capitan Findus quando flirta coi gruppuscoli neofascisti.
Se vuole essere ascoltato, giù le
orecchie (è un calco di una sapida espressione orobica), perché di
arrogantini narcisistoidi ne abbiamo proprio piene le tasche.
Sia chiaro, parlo a nome mio e di altre 25 persone, gruppo ristretto e velleitario che non conta una cippa.
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