mercoledì 22 maggio 2019

Calenda e il narcisismo ferito.



Ho già trattato di uno dei mali di oggi: il narcisismo. E, in particolare, ho parlato delle reazioni del narcisista a fronte di un rifiuto. Poco tempo fa ho stigmatizzato il narcisismo ferito di Porro, che si è offeso per il rifiuto di Michela Murgia di farsi intervistare, ora sull'altro versante, a Sinistra (ma ne siamo sicuri?), c'è Calenda che se la prende con il collettivo di scrittori Wu Ming perché si nega al confronto con lui.
Innanzi tutto, Calenda usa per provocarli il linguaggio della Destra, il che fa irritare a prescindere. L'espressione di Flaiano, condita e rimodellata ad uso e consumo degli sparlanti, l'avete sentita mille volte: “In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”.
Bell'aforisma, eh! (amatissimo da Feltri e compari), ma , utilizzato oggi, noioso come l'acqua minerale sgasata, fascinoso come un calzino usato e attraente come un posacenere sporco.
La variante calendiana è: “Siete dei fascisti inconsapevoli”.
Inutile sottolineare che per quanto mi riguarda dare del fascista a qualcuno non dovrebbe essere l'equivalente del dargli dello stronzo.
Fascista (e neofascista) è colui che, ammirando il Ventennio che fu e tentando di ricostituire un partito di ispirazione fascista, intende riproporre, utilizzando la forza, le leggi liberticide sive fascistissime del '25 che solo la Costituzione, per ora, è riuscita a ostacolare (libertà di opinione, di stampa, di movimento, di associazione and so on). Punto.
Poi c'è il nostalgico, c'è il conservatore, c'è l'appassionato di militaria, l'umarell destrorso, lo xenofobo compulsivo che possono essere guardati con diffidenza, ma che fascisti non sono.
Se consiglio prudenza sull'uso strumentale della parola magica “fascisti”, potete immaginare come l'idea di equiparare l'antifascismo al fascismo mi dia ai nervi. Antifascisti, magari in ritardo sui tempi, erano monarchici, liberali, cattolici, repubblicani, radicali, socialisti e comunisti e, come sappiamo, molti fascisti che si sono resi conto, ad un certo punto, che il Regime li aveva buggerati alla grande. E Calenda, quando utilizza l'espressione rivolta al collettivo Wu Ming pensa solo ai Comunisti, potete starne certi. E parla a nome del PD.
In realtà, qui c'è di mezzo l'ego ferito di chi vuole essere ascoltato, ma risulta solo molesto.
Calenda è querulo: “Leggete il mio libro e poi confrontiamoci!”, un invito a metà tra la pubblicità indiretta e non tanto occulta e il tentativo di far sentire in colpa l'interlocutore riottoso.
Sembra dire: “Come? Non mi state ad ascoltare?”
E i Wu Ming che gli danno retta, a mio avviso, son fin troppo cortesi.
Non c'è bisogno di capire nulla.
Guardate la fotografia di Calenda che stringe sorridendo la mano di Bannon, quello che si è affittato un eremo per diffondere il sovranismo in Italia.
Magari Capitan Findus strizzerà l'occhio alla Russia (i finanziamenti sono sub iudice), ma gli Stati Uniti che stanno minando, sull'altro fronte, scientemente il fragile europeismo italiano sanno su chi contare.
Calenda si scelga meglio gli amichetti: se vuol giocare con loro, vada nel loro campetto che è attrezzato e lussuoso, ma non rompa le balle. 
L'ostracismo non vale solo per Capitan Findus quando flirta coi gruppuscoli neofascisti.
Se vuole essere ascoltato, giù le orecchie (è un calco di una sapida espressione orobica), perché di arrogantini narcisistoidi ne abbiamo proprio piene le tasche. 
Sia chiaro, parlo a nome mio e di altre 25 persone, gruppo ristretto e velleitario che non conta una cippa. 

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