domenica 12 maggio 2019

Casapound e le vittime della Storia.


Il vittimismo non l'hanno inventato loro. Il mago del vittimismo è stato Berlusconi (che, e non è un caso, è il distributore del libro-intervista di Capitan Findus). Farsi passare per vittime ed essere nel contempo aggressivi è il loro forte. 
Prima si lamentano della censura al Salone di Torino (che censura, tra l'altro, tecnicamente non è), dichiarandosi apertamente fascisti e sventolando a riprova dell'ingiustizia, senza renderesi conto della contraddizione, visto che la nostra carta costituzionale è "costituzionalmente"antifascista, e non ci sono discussioni, l'art.21 della Costituzione; poi vogliono impedire a Lucano di parlare a Roma.
Si paragonano improvvidamente agli scampati dei campi di concentramento. Inutile spiegar loro che hanno detto una bestialità e che la loro storia politica e editoriale ora che stampano anche libri imporrebbe sul tema perlomeno un imbarazzato silenzio.
Gridano ai quattro venti che la legalità e l'ordine sono tutto e si piazzano sotto la casa di liberi cittadini che hanno avuto legalmente l'assegnazione di una casa popolare e minacciano di stupro una donna e spaventano a morte una bambina. E loro, nel frattempo, occupano illegalmente un bell'edificio nel centro di Roma.
Ecco, se volete trovare il DNA o il minimo comun denominatore di Casapound , FN e la Lega è il senso della legalità altalenante: non siamo tutti uguali davanti alla Legge. C'è chi è più uguale e chi meno, a seconda delle circostanze e delle persone coinvolte: per gli amichetti prima di giudicare bisogna passare per tre gradi di giudizio (Siri docet) e il garantismo è d'obbligo, per chi ci sta sui maroni forca immediata e l'immancabile e pavloviano "Marcisca in cella!" (c'è la variante:"Si butti via la chiave"!)
Si sentono come i maiali della “Fattoria degli animali” di Orwell che dopo aver cacciato il fattore, assaporato il piacere di comandare, decidono di interpretare a loro discrezione le leggi che erano state stabilite ai tempi della Rivoluzione.
(Lo so che Orwell parla del Partito Comunista Sovietico e di Stalin, ma i sistemi totalitari si assomigliano un po' tutti, vero?)


Post Scriptum.
Un esempio del vittimismo di cui sopra: la stampa destrorsa insiste nel dire che c'è stata una censura e che gli “antifascisti” vogliono chiudere la bocca ai fascisti.
Come distorcere una semplice realtà con un barbatrucco.
Nessuno ha censurato il libro (tant'è che adesso si pavoneggiano di essere primi in classifica nelle vendite on line); tra l'altro il libro appare nei cataloghi on line di Feltrinelli , di Ibs ed il libro è distribuito dalla Mondadori di Berlusconi, mica noccioline.
Nessuno ha bruciato il libro, né ha invitato altri a farlo. 
Semplicemente alcuni autori hanno espresso il loro disagio per la presenza di una casa editrice di chiara ispirazione fascista, almeno nell'intenzione di alcuni fondatori, e hanno manifestato la volontà di non partecipare al Salone del libro di Torino per non dover convivere faccia a faccia forzatamente con loro, quando non ci si sopporta.
Non sono ingenuo: il messaggio era o loro o noi. Poteva anche andar male, eh?
Si è scelto.
Avrebbero potuto scegliere loro e lasciare col cerino in mano gli altri. Tutto qui.
Nessuno è obbligato a sopportare le persone moleste (da una parte e dall'altra, sia chiaro), anche se è un'opera di carità cristiana.
Il fatto di essere stati esclusi ora sarà nuovo motivo di vittimismo: ecco il prevalere della Sinistra in ambito culturale, si sentono superiori, sono altezzosi and so on. Una noia mortale, tanto più che i lai vengono da quelli che hanno avuto la maggioranza dei voti degli Italiani e stanno comandando.
Perché il vittimismo è come l'uroboro, il Serpente che si mangia la coda: si autoalimenta e non smette mai.


Nessun commento:

Posta un commento

Translate